TRENTATREESIMA SETTIMANA DI GRAVIDANZA: cosa devi sapere
Introduzione
Se cerchi informazioni su quello che accade durante la trentatreesima settimana di gravidanza, questo articolo fa per te ed è ricco di consigli di benessere e di informazioni sui sintomi e la crescita del tuo piccolo che, piccolo spoiler, ha dimensioni affini a quelle di un porro.
Per un viaggio verso la nascita ancora più completo e consapevole, ti consiglio di entrare in Academy per accedere a tutti i migliori videocorsi per supportare la tua salute in gravidanza (corso preparto multidisciplinare, pavimento pelvico, allattamento, alimentazione, pilates, ecc) e lo sviluppo del tuo bimbo (sviluppo motorio, linguaggio, cognitivo, autosvezzamento, disostruzione pediatrica, ecc.).
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Quanti mesi sono 33 settimane di gravidanza?

Alla trentatreesima settimana di gravidanza stai attraversando l’ottavo mese, compreso fra 30 settimane e 5 giorni e 35+0.
33 settimane di gravidanza: quanto manca al parto?

Ora che sei alla trentatreesima settimana di gravidanza, ti mancano circa 7 settimane al parto.
Attenzione: non è detto che la nascita avvenga a 40 settimane esatte!
Tieni sempre presenti le indicazioni della tua ostetrica per capire come gestire il rapporto con il tempo dell’attesa che ti rimane da vivere.
I sintomi della trentatreesima settimana di gravidanza
Nel corso della trentatreesima settimana di gravidanza, sono diversi i sintomi che ti fanno compagnia.
Tra questi rientra il dolore a livello pelvico.
Con il peso del pancione che si fa sempre più gravoso, alla trentatreesima settimana di gravidanza le ossa del bacino sono sempre più mobili.
Questo succede a causa dell’ormone relaxina, che prepara le strutture del corpo al travaglio.
Frequente in diversi momenti, da quando si fanno sforzi, agli starnuti, fino a quando si salgono le scale, il dolore pelvico alla trentatreesima settimana di gravidanza può essere alleviato in diversi modi.
Eccone alcuni:
Esercizi sulla fitball (nel videocorso preparto dell’ostetrica Maria Chiara Alvisi, ne puoi scoprire diversi)
Yoga
Ginnastica dolce
Nuoto
Sedute osteopatiche

Anche il mal di schiena è un altro compagno con il quale le donne alla trentatreesima settimana di gravidanza fanno i conti.
Causato sia dal sovraccarico sulla zona lombare, sia dall’azione degli estrogeni e della relaxina, sul cui impatto ci siamo già soffermati, alla trentatreesima settimana di gravidanza può, per fortuna, essere attenuato.
Ecco i migliori consigli pratici:
Utilizza un cuscino specifico per la gravidanza, che aiuta a scaricare il peso del pancione. Ricorda: deve essere diverso da quello che comprerai per l’allattamento.
Contatta il tuo osteopata di fiducia.
Esegui esercizi di scarico come quelli che puoi scoprire in questo video, e che saranno tuoi preziosi alleati, nel corso della trentatreesima settimana di gravidanza, per la preparazione al travaglio.
Continuiamo il nostro viaggio alla scoperta dei sintomi che caratterizzano la trentatreesima settimana di gravidanza e ricordiamo le contrazioni di Braxton-Hicks.
Note anche come false contrazioni, sono causate dall’azione dell’ossitocina e hanno lo scopo di aumentare la forza delle pareti uterine in vista delle contrazioni vere e proprie del travaglio.
Ecco le loro caratteristiche:
Carattere irregolare.
Durata massima attorno a un minuto.
Sensazione di leggero fastidio, ma non di dolore.
Presentazione a seguito di determinati eventi, per esempio i movimenti fetali.
Più che normale nel periodo della trentatreesima settimana di gravidanza è anche soffrire di mal di stomaco.
Questo sintomo, nel primo trimestre causato dai cambiamenti dell’assetto ormonale, ora che sei alla trentatreesima settimana di gravidanza è provocata dall’aumento delle dimensioni dell’utero, che esercita una pressione sugli organi circostanti.
Come alleviarlo? Ecco alcune dritte pratiche:
Sedute osteopatiche per migliorare l’escursione del diaframma.
Pasti frugali e privi di alimenti piccanti o troppo pesanti.
Evitare di coricarsi subito dopo aver finito di mangiare.
Quanti kg in più a 33 settimane?

Alla trentatreesima settimana di gravidanza, una mamma in attesa ha preso, in media, dai 7 ai 9 kg.
Ricorda che si tratta di stime di massima, che non devono essere l’unico dato da considerare quando si monitora il benessere in gravidanza.
Come sta crescendo il feto a 33 settimane di gravidanza?
Alla trentatreesima settimana di gravidanza, il tuo bambino è lungo, in media, 43 cm. Il peso si aggira attorno a 1,9 kg.
Ancora una volta, ti ricordo che si tratta di stime generali e che ogni neonato è unico.

Con tutti i sensi sviluppati tranne l’olfatto, il feto alla trentatreesima settimana di gravidanza è interessato da cambiamenti importanti che riguardano la testa.
Più o meno nel periodo della trentatreesima settimana di gravidanza, avviene infatti la formazione delle fontanelle.
Questi spazi morbidi presenti tra le ossa del cranio, sono fondamentali in quanto permettono alla testa di adattarsi al passaggio nel canale del parto e al cervello di avere spazio per crescere adeguatamente.
La fontanella situata a livello della parte posteriore del capo andrà incontro a fusione quando il piccolo avrà più o meno tre mesi.
Quella al centro della parte superiore, invece, verso i 12 mesi.
Con un apparato scheletrico ormai quasi totalmente sviluppato, il feto nel corso della trentatreesima settimana di gravidanza ha ossa che devono ancora irrobustirsi.
Lo scopo dell’aumento del loro vigore è la resistenza alle pressioni che si concretizzano durante il travaglio.
Con il passare dei giorni, il feto alla trentatreesima settimana di gravidanza e oltre tenderà ad assumere la posizione cefalica.
Qualora dovesse trovarsi ancora in posizione podalica, non disperare.
Hai tempo fino alla gravidanza per aiutare il tuo bambino a girarsi.
Quali sono i rischi di partorire a 33 settimane?
Il parto alla trentatreesima settimana di gravidanza è clinicamente definito come moderatamente pretermine.
Il neonato potrebbe aver bisogno di supporto respiratorio.
Il periodo fra la trentaduesima e la trentaquattresima settimana di gravidanza è infatti particolarmente critico sotto questo punto di vista.
Nel lasso di tempo appena menzionato, i polmoni del feto raggiungono la maturazione grazie all’azione del surfattante, che consente loro di raggiungere un’adeguata espansione.
Quali esami fare a 33 settimane di gravidanza?

Nel corso della trentatreesima settimana di gravidanza, puoi sottoporti a diversi controlli per capire se le cose stanno andando bene.
Ecco quali sono:
Pressione arteriosa: se è alta, può essere segno di gestosi o preeclampsia, una delle complicanze più serie in gravidanza.
Esame delle urine con urinocoltura.
Test di Coombs (se la mamma ha un gruppo sanguigno fattore Rh negativo, può sottoporsi, se il curante lo consiglia, alla profilassi anti-D).
Toxotest e rilevazione degli anticorpi del Citomegalovirus (CMV).
A meno che l’ostetrica non lo consigli, non bisogna effettuare l’ecografia di accrescimento, non più presente nelle linee guida.
Cosa mangiare alla trentatreesima settimana di gravidanza?

Ora che sei alla trentatreesima settimana di gravidanza, non devi fare altro che continuare la strada fino ad ora seguita dal punto di vista dell’alimentazione.
La dieta mediterranea è lo schema di riferimento.
Dai quindi spazio ad alimenti vegetali di stagione, scegliendoli di diversi colori, a cereali integrali, sempre variando il più possibile, grassi buoni, proteine ad alto valore biologico.
Per quanto riguarda le fonti di questi nutrienti, cerca di dividere 50:50 tra alimenti di origine animale e cibi di origine vegetale.
Tra questi ultimi spiccano i legumi, ottimi anche come fonti di ferro.
Trattandosi di ferro non eme come quello contenuto in tutte le altre fonti vegetali, per renderlo maggiormente biodisponibile associa una fonte di vitamina C.
Ecco un piccolo ripasso degli alimenti che, anche ora che sei alla trentatreesima settimana di gravidanza, devi continuare a non assumere per prevenire le tossinfezioni:
Frutta e verdura crude e non lavate passandole con energia sotto l’acqua corrente.
Uova crude e non pastorizzate e preparazione che le contengono, tra cui la maionese.
Carne e pesce crudi o poco cotti.
Formaggi erborinati crudi o poco cotti.
Affettati crudi.
Formaggi a stagionatura rapida preparati con il latte crudo.
Esiste un’altra categoria di alimenti che devi evitare alla trentatreesima settimana di gravidanza.
Si tratta di cibi pro-infiammatori come latticini, farine raffinate, dolciumi, fritti, carni lavorate (giusto per citarne alcuni).
Come mai andrebbero evitati? Per prevenire le coliche neonatali.
Ora che sei arrivata alla trentatreesima settimana di gravidanza, avrai molto probabilmente sentito dire da qualche amica già mamma che sono fisiologiche e dovute all’immaturità dell’intestino del piccolo.
Non è assolutamente vero!
Come dimostrano studi come questo, pubblicato nel 2018, le coliche sono associate ad alti livelli di calprotectina fecale nel neonato (si tratta di un marcatore di infiammazione intestinale).
Dal momento che, cosa che si sa ormai da tempo, la colonizzazione batterica dell’intestino avviene già nel corso della vita fetale, è facile capire come l’alimentazione della mamma possa influire.
Alla trentatreesima settimana di gravidanza poi, con il senso del gusto ormai sviluppato e con il feto perfettamente in grado di reagire al sapore del cibo che mangia la mamma, non è affatto troppo tardi per reagire.
Quali sport fare?
Lo sport alla trentatreesima settimana di gravidanza è vitale e orientato soprattutto alla preparazione al travaglio.
Sfrutta in particolare i benefici di due discipline a basso impatto come lo yoga e il Pilates.
La prima aiuta a rilassarsi, a ottimizzare l’elasticità di muscoli e legamenti e, grazie a posizioni come quella nota come Malasana, o posizione della ghirlanda, che prevede di accovacciarsi portando le natiche il più in basso possibile tenendo sempre i piedi rivolti verso l’esterno, permette di lavorare sul pavimento pelvico.
Questo obiettivo si persegue pure con diversi esercizi propedeutici al Pilates come la respirazione diaframmatica.
Grazie ad essa, è possibile sollecitare il trasverso profondo, un muscolo che opera in sinergia con quelli del pavimento pelvico.