Inserimento al nido: consigli per affrontarlo al meglio
A che età mandare il bambino al nido?
La decisione su quando mandare un bambino al nido dipende da vari fattori, inclusi i bisogni del bambino, le esigenze della famiglia e le normative locali. In molti paesi, l'età in cui i bambini iniziano l'asilo nido può variare, ma in genere si aggira attorno ai 12-24 mesi. Non c’è un giusto o un sbagliato, ma diverse esigenze che possono incidere sulla scelta come:
- Sviluppo emotivo e sociale: alcuni bambini si sviluppano meglio con un inizio più precoce dell'interazione sociale strutturata che l'asilo nido può offrire. Tuttavia, altri possono beneficiare di più tempo trascorso in un ambiente familiare nei primi anni.
- Esigenze lavorative: purtroppo i tempi sono cambiati e non c’è più un intero villaggio a prendersi cura del tuo bambino. Dunque, le esigenze della famiglia, come la necessità di entrambi i genitori di lavorare possono influenzare la decisione di mandare il bambino al nido prima dei 12 mesi.
- Fattori finanziari: le considerazioni finanziarie possono influenzare la decisione perché alcune famiglie possono trovare più conveniente aspettare che il bambino raggiunga un'età in cui è possibile partecipare all'asilo pubblico.
Mandare il bambino al nido prima dei 12 mesi
Come viene fatto l’inserimento al nido?
Prima dell'inserimento
Graduale Adattamento:
La maggior parte degli asili nidi prevedono una fase di adattamento graduale. Inizialmente, il bambino frequenta per un paio di ore l’asilo in presenza con il genitore spesso anche decidendo di stare tra le sue braccia per tutto il tempo. Dopo i primi giorni, iniziano i primi distacchi con tempistiche a partire dai 30 minuti fino ad arrivare a un paio di ore. Se il bambino risulta tranquillo e felice, verrà inserito il pranzo e successivamente il sonnellino pomeridiano.
Sappiate che le prime volte sarà normale che il vostro piccolo pianga disperato vedendovi andare via e sentirete un peso nel cuore, ma solitamente è un pianto momentaneo e passeggero.
Comunicazione Continua
Monitoraggio e Adattamento:
Quanto dura l’inserimento
Spesso i genitori chiedono agli educatori quanto durerà l’inserimento per organizzarsi con il lavoro, ma purtroppo non c’è una risposta unica a questa domanda. Infatti, ci sono bambini che nel giro di un paio di giorni sembrano essere perfettamente inseriti nell’ambiente, mentre altri richiedono un paio di settimane.
Solitamente il nido avverte che le tempistiche sono 2 settimane. Ci saranno i giorni in cui il piccolo sarà più sereno, mentre in altri sentirà maggiormente la mancanza, ma è del tutto normale.
Inserimento al nido: metodo svedese vs metodo tradizionale
Negli ultimi anni sono sempre di più i nidi che stanno sostituendo l’inserimento tradizionale con quello svedese che dura solamente 3 giorni. Ma cosa cambia in quest’ultimo?
L'approccio svedese all'inserimento al nido in tre giorni rappresenta un cambiamento significativo rispetto al modello tradizionale italiano che dura circa due settimane. Nel primo giorno, il bambino e il genitore trascorrono l'intera giornata insieme, esplorando l'ambiente, conoscendo educatori e bambini, e sperimentando la routine giornaliera fianco a fianco. Il secondo giorno, l'educatrice di riferimento è vicina al genitore e al bambino, mentre il terzo giorno il genitore concede all'educatrice di prendere in carico alcune attività, pur rimanendo vicino al piccolo. Nel quarto giorno, il genitore accompagna il bambino al nido, lo saluta e va al lavoro.
Il punto di forza di questo approccio è la familiarità immediata che il bambino acquisisce con gli spazi del nido e l'organizzazione temporale, accelerando il processo di adattamento. Vedere il genitore agire nell'ambiente è rassicurante per il bambino e la figura di riferimento può testare direttamente l'ambiente e le persone coinvolte aumentando anche la propria tranquillità e fiducia.
Tuttavia, vi sono anche aspetti negativi, come il fatto che il bambino si trovi subito a trascorrere l'intera giornata al nido e questo comporta un notevole costo energetico e uno stress iniziale.
Nel modello tradizionale italiano, invece, il bambino inizia gradualmente a frequentare il nido per alcune ore con l'incremento progressivo del tempo trascorso nella struttura. Questo modello riduce lo stress iniziale del piccolo, ma può comportare una maggiore durata complessiva del periodo di inserimento e un'incertezza per il bambino, dato che ogni giorno potrebbe portare nuove variazioni nella routine.
Come aiutare il bambino a inserirsi al nido: consigli
#1 Preparazione emotiva
Prima di iniziare l'inserimento al nido, è essenziale che sia voi genitori che il bambino vi prepariate emotivamente. Dedicate del tempo a parlare con il vostro bimbo spiegandogli in modo rassicurante cosa significa andare al nido utilizzando sempre un linguaggio positivo ed enfatizzando le nuove amicizie e le attività divertenti che lo attendono.
#2 Visita preliminare al nido
#3 Oggetti di comfort
# 4 Porta pazienza
Nei primi giorni, dopo l’inserimento al nido, il tuo bimbo potrebbe richiedere più attenzioni chiedendo di stare sempre con te e facendo più capricci o dormendo meno la notte. Porta pazienza e asseconda questo suo bisogno di contatto e presenza: passerà.
#5 Comunicazione con il nido:
#6 Non inserire troppi cambiamenti
L’inserimento al nido è un periodo ricco di cambiamenti e stress. Evita di aggiungere a questo altri cambiamenti importanti come togliere il ciuccio, togliere il pannolino o dormire da solo nel lettino.
#7 Non fatevi vedere preoccupati
Inserimento al nido: attenzione alla posizione seduta
Quando l’inserimento viene fatto prima dei 6 mesi o intorno ai 6 mesi è importante che gli educatori facciano attenzione a non forzare la posizione seduta perché questo atteggiamento potrebbe portare a due principali conseguenze:
- Irrigidimento della colonna vertebrale: il piccolo tenderà a sporgersi in avanti e ingobbire la schiena;
- Rallentamento o impedimento di alcune tappe motorie: un bambino che viene lasciato nella posizione seduta a lungo tende a saltare la tappa del gattonamento o a gattonare in modo scorretto.
Durante l’inserimento in tua presenza poni il piccolo in tummy time nella fase di gioco e alterna la posizione con quella supina. Se il bambino non ha ancora assunto la posizione seduta in modo autonomo, fallo presente agli educatori in modo che sappiano di non dover posizionare forzatamente il piccolo.
Conclusioni
L’inserimento al nido è un momento davvero importante di sviluppo relazionale, ma anche motorio e cognitivo.
Nella libreria dei corsi potrai trovare alcuni videocorsi per poter favorire il miglior sviluppo anche a casa prima dell’inserimento e nei momenti in cui il piccolo sarà con voi:
- From Zero to Hero: come Osteopata pediatrico ti spiego come favorire al meglio lo sviluppo motorio e posturale del tuo piccolo;
- Sviluppo cognitivo da 0 a 2 anni: la Neuropsicologa Sabrina spiega attività e giochi per accompagnare il bambino nel suo percorso di crescita;
Crescere con il Gioco: L’educatrice Federica mostra più di 100 giochi e attività per favorire il miglior sviluppo del bimbo da 0 a 12 mesi di vita.