Imboccare o non imboccare durante lo svezzamento: come comportarsi?
Introduzione
Imboccare o non imboccare durante lo svezzamento?
I neo genitori, soprattutto se sono alla prima esperienza con l'alimentazione della prima infanzia, riflettono spesso su questo interrogativo.
Nulla di strano: si tratta, infatti, di un aspetto di massima importanza nella crescita del piccolo e nella gestione delle giornate della famiglia.
Se vuoi chiarimenti su questo tema, sei sull’articolo giusto!
Ho deciso di inserire anche un indice per consentirti, se lo desideri, di approfondire nel dettaglio i vari aspetti con un semplice click sul titolo del paragrafo di tuo interesse.
Per completare le tue conoscenze sull’alimentazione complementare a richiesta, puoi scoprire, cliccando sul pulsante alla fine del paragrafo, il videocorso “Autosvezzamento pratico, facile e senza stress”, i cui contenuti sono stati curati dalla Dottoressa Federica Dell’Oro, biologa nutrizionista del team DrSilva.
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Imboccare i bambini in svezzamento: perché non farlo
La risposta alla domanda “Imboccare o non imboccare durante lo svezzamento?” è, nei casi in cui si opta per l’alimentazione complementare a richiesta, una e solo una: evitare di imboccare il bambino.
Come mai? Per capirlo, basta tornare un attimo indietro in questo paragrafo e riprendere l’espressione “a richiesta”.
La si utilizza per l’allattamento e la sua centralità rimane anche quando, maturati i giusti requisiti, il piccolo comincia ad approcciare cibi solidi diversi dal latte di mamma o dalla formula artificiale.
L’autosvezzamento deve essere, come ci ricorda pure la definizione tecnica anglosassone baby led weaning, guidato dal neonato, vero protagonista di un processo di scoperta del cibo che coinvolge, oltre al gusto, anche altri sensi (tatto in primis).
L’adulto deve limitare il suo ruolo e occuparsi di presentare in tavola piatti completi dal punto di vista nutrizionale, caratterizzati dalla presenza di ingredienti tagliati in sicurezza e della giusta consistenza, proseguendo con la supervisione del piccolo durante il consumo del pasto.
Svezzamento: il bimbo non mangia se non lo si imbocca?
Nel momento in cui un genitore si chiede se imboccare o non imboccare durante lo svezzamento può, in alcuni casi, domandarsi se, nel secondo caso, ci sia il rischio che il piccolo mangi poco.
Come ricordato in questo articolo dedicato ai falsi miti sull’autosvezzamento, il problema non si pone.
All’inizio del percorso di alimentazione complementare a richiesta, è normale che gli assaggi siano piccoli.
L’introito calorico quotidiano, infatti, arriva soprattutto dal latte materno o formulato.
Man mano che, con il procedere dei mesi, la quantità di latte assunto dal cucciolo diminuisce, si deve fare riferimento all’innata capacità di autoregolazione del piccolo e fidarsi delle sue competenze.
L’autoregolazione del neonato e la sua capacità di riconoscere i segnali di sazietà possono essere fortemente compromesse imboccando.
Così facendo, infatti, si rischia di virare verso la sovralimentazione, con conseguenze negative sul peso.
Cosa fare se il neonato mette le mani nella pappa?
I genitori che si pongono dubbi in merito all’imboccare o non imboccare durante lo svezzamento lo fanno spesso perché preoccupati che, senza l’ausilio dell’adulto che direziona la posata verso la bocca del neonato, il cucciolo possa mettere le mani nella pappa.
Anche in questo caso, non c’è assolutamente nulla di cui avere timore.
L’autosvezzamento, come già detto nelle righe precedenti e come sottolinea pure la Dottoressa Dell'Oro nel suo videocorso, è un’esperienza, oltre che gustativa, anche manipolativa, olfattiva, visiva, una vera e propria scoperta a 360°.
Al di là di questo fondamentale aspetto e dell’importanza di lasciare il bimbo libero di sperimentare per preparare il terreno in vista della fase di selettività alimentare - che, come specifico in questa guida sui benefici dell’autosvezzamento, comincia attorno ai 18 mesi - l’utilizzo delle posate, fatta eccezione per piatti come le creme di verdure o il riso, non è obbligatorio in autosvezzamento.
Se si ha intenzione di aiutare il piccolo a familiarizzare con esse è possibile, per esempio, precaricare un cucchiaino e appoggiarlo vicino al piatto, aspettando che il bimbo decida quando e se portarlo alla bocca.