Posate o finger food? Come proporre il cibo in autosvezzamento

Posate o finger food? Come proporre il cibo in autosvezzamento

Introduzione

In autosvezzamento è meglio l’utilizzo del cucchiaino e di altre posate o l’approccio finger food? Se ti stai facendo domande in merito, questo articolo fa per te.


Dato che tantissimi genitori si chiedono come proporre il cibo in autosvezzamento, ho creato il contenuto che, come vedi, è preceduto da un indice grazie al quale potrai, se vorrai, approfondire le sfaccettature specifiche semplicemente cliccando sui titoli dei singoli paragrafi.


Nelle prossime righe, potrai scoprire tante informazioni preziose grazie ai consigli della Dottoressa Federica Dell’Oro, biologa nutrizionista, autrice e protagonista del videocorso “Autosvezzamento pratico, facile e senza stress”, percorso che puoi scoprire alla fine del paragrafo.


Per maggiori informazioni, ti invito a venirmi a trovare anche su Instagram sul profilo @drsilva.com_official. Adesso bando alle chiacchiere: è il momento di entrare nel vivo dell’azione!


Come usare le posate in autosvezzamento?

La Dottoressa Dell’Oro lo ricorda chiaramente nel videocorso: i neo genitori che cercano informazioni su come proporre il cibo in autosvezzamento e vogliono capire se dare modo al bambino di manipolare il cibo o se proporgli le posate, vedono spesso queste ultime demonizzate.


Il motivo? Il pensiero che il loro utilizzo sia sinonimo di bambino imboccato. Come più volte ricordato, uno dei vantaggi dell’autosvezzamento riguarda proprio il focus sull’autonomia del piccolo.


La passività che caratterizza lo svezzamento tradizionale, durante il quale il piccolo non ha di fatto la possibilità di capire né cosa sta mangiando, né di entrare in contatto con sensazioni come la sazietà, non va bene.


Questo non vuol dire, però, demonizzare le posate. Si possono usare per proporre il cibo al proprio bambino, ma in modo intelligente. Necessario, per esempio, è ragionare sul tipo di piatto che si porta in tavola.


Nel caso degli spaghetti al sugo, che si adattano alla perfezione al periodo in cui il piccolo padroneggia la presa palmare, le posate non servono. Il bimbo, infatti, può associare l’assunzione del cibo a un’esperienza manipolativa.


Diverso, invece, è il caso di un pasto composto da riso e lenticchie


In questo frangente, può essere necessario, per motivi di praticità, il ricorso alle posate


Quello che conta è lasciare sempre modo al bambino di toccare il cibo, manipolarlo e, se lo desidera, portarlo alla bocca con le mani.


Se, invece, si propongono piatti come le vellutate, il loro utilizzo, del cucchiaio nello specifico, è imprescindibile.


I neo genitori che, in generale, hanno intenzione di avviare il proprio piccolo, gradualmente, all’utilizzo delle posate, possono precaricare il cucchiaio, appoggiarlo sul piatto e attendere che il bambino abbia voglia di prenderlo e introdurre il cibo in bocca.


Come è chiaro, anche se c'è la presenza di utensili esterni, il bimbo rimane un soggetto attivo: è lui, infatti, a decidere cosa, se e quando mangiare.

come usare le posate in autosvezzamento

Il bambino è attratto dalle posate: cosa fare?

Capita spesso che i neo genitori notino, quando supervisionano i pasti del proprio cucciolo, che il bambino è attratto dalle posate


Cosa è meglio fare in questi casi? Ci si può procurare due cucchiaini o anche di più. Così facendo, mentre il piccolo mangia autonomamente, è possibile, senza fretta, precaricarne un altro.

Quali posate scegliere per l’autosvezzamento?

Abbiamo appena visto che, quando si parla di come proporre il cibo in autosvezzamento, le posate hanno senso, non vanno demonizzate e non inficiano l’autonomia del bambino. 


Anzi, possono essere viste come uno strumento in più per scoprire il cibo!


Quello che conta, ribadisco, è rispettare i tempi e i desideri del bambino: bisogna lasciare che sia lui a prendere la posata o la mano del genitore, dando di fatto il segnale di aiutarlo a portare l’alimento alla bocca.


Se si decide di utilizzare le posate in autosvezzamento, come sceglierle


Come ricorda la Dottoressa Dell’Oro nel videocorso, è bene acquistare fin da subito le posate in acciaio inossidabile con manico in plastica, avendo cura che sia bello consistente.


In questo modo, la posata può essere facilmente afferrata dal piccolo (per aiutare il bambino a esercitare le competenze necessarie alla gestione delle posate, si può iniziare, attorno ai 12 mesi, a proporre il gioco dei travasi).


Si consiglia di sceglierle con le caratteristiche sopra citate sia per via dell’assenza di interferenti endocrini - sostanze a cui, come ho ricordato in questo articolo, è importante fare attenzione anche in gravidanza - sia perché, quando arriverà il momento di utilizzare la forchetta, sarà più facile infilzare gli alimenti.


Una tipologia di cucchiaino che può essere gestita in autonomia fin da subito è il modello pre spoon, che si contraddistinguono per un design che non richiede il movimento di rotazione del polso necessario invece con la posata tradizionale.


Si può, sempre considerando l’unicità del bambino e i suoi tempi, utilizzare anche posate in silicone.

come proporre il cibo in autosvezzamento
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