I benefici dell'autosvezzamento

I benefici dell'autosvezzamento

Introduzione

Gli interrogativi relativi ai benefici dell’autosvezzamento sono quotidiani per tutti i neo genitori.


Di questo argomento, indubbiamente affascinante, si parla molto, ma non sempre si danno le informazioni giuste. 


Per aiutarti a capire qualcosa di più, ho creato questo articolo. 


Ho aggiunto un indice per darti modo di leggerlo più agevolmente e ho incluso i rimandi al videocorso “Autosvezzamento pratico, facile e senza stress”, curato dalla Dottoressa Federica Dell’Oro, biologa nutrizionista.


Saranno proprio i suoi consigli a farti da guida nella scoperta dei vantaggi dell’autosvezzamento non solo per il piccolo, ma anche per i genitori.


Se dovessi avere bisogno di ulteriori informazioni, puoi venirmi a trovare su Instagram sul profilo @drsilva.com_official


A questo punto, possiamo entrare nel vivo dell'azione.

Autosvezzamento: di cosa si tratta?

Per comprendere a fondo i benefici dell’autosvezzamento, è fondamentale capire bene di cosa si parla quando lo si nomina.


L’autosvezzamento o alimentazione complementare a richiesta è un percorso graduale di affiancamento del latte materno o formulato, che rimane l’alimento principale per il piccolo per il primo anno almeno, con altri alimenti solidi o semi solidi.


La sua fama in Italia è esplosa a seguito della pubblicazione, nel 2008, del libro Io mi Svezzo da Solo - Dialoghi sullo Svezzamento del pediatra Lucio Piermarini.


Il tutto avviene con il neonato come protagonista assoluto. 


Essendo un processo a richiesta, è lui a decidere le quantità e a mangiare quando ha effettivamente fame, esattamente come accade nel caso dell’allattamento.


A differenza di quanto accade con lo svezzamento tradizionale, che come specificato in questo articolo prevede una totale gestione da parte dell’adulto degli alimenti diversi dal latte, il ruolo del caregiver è marginale.


La persona adulta che si occupa del neonato, infatti, deve limitarsi a osservarlo per capire quando è pronto a gestire consistenze solide.


Quando arriva il momento - tra poco capiremo quali sono i segnali che permettono di capirlo - si parte con qualche assaggio durante i pasti di tutta la famiglia, aumentando gradualmente per arrivare alla proposta di un pasto completo.


Si dà il via all’autosvezzamento una volta maturate le seguenti competenze (accade attorno ai 6 mesi, settimana più, settimana meno):


  • Capacità di stare seduto con l’aiuto di una quantità ridotta di supporti, tra i quali deve esserci il seggiolone con un appoggio lombare ottimale;
  • presa palmare;
  • perdita del riflesso di estrusione, tramite il quale il neonato tira fuori la lingua per iniziare la suzione e per fare in modo, nel contempo, che tutto ciò che non è di consistenza liquida non entri in bocca;
  • dimostrazioni di interesse per il cibo che mangiano i caregiver adulti.

Privo di cronoinserimenti, l’autosvezzamento non prevede il ricorso a prodotti di baby food.


Il neonato, pronto alla gestione di consistenze solide, consuma i medesimi cibi presenti nel piatto di mamma e papà, ovviamente tagliati in sicurezza e con una consistenza adeguata.


Per quel che concerne il primo aspetto, ti ricordo che nel videocorso trovi l’atlante completo dei tagli sicuri (oltre a tantissime ricette per un autosvezzamento all’insegna del gusto e della salute).


In merito alle consistenze, si può fare la prova lingua - palato per vedere se gli alimenti si spappolano, ma anche schiacciarli fra le dita.

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I vantaggi dell'autosvezzamento per il neonato

I benefici dell’autosvezzamento per il neonato sono numerosi e di forte impatto per la sua crescita. 


L’alimentazione complementare a richiesta favorisce l’autonomia del bambino sotto diversi punti di vista - li analizzeremo nel dettaglio nelle prossime righe - e lo espone a una dieta sana e varia. Inoltre, è garanzia di rispetto delle sue sensazioni e della sua unicità. 


Prezioso per la completezza dell’esperienza tattile e di quella manipolativa, l’autosvezzamento permette al piccolo di iniziare, fin dai primi momenti dell’approccio con cibi diversi dal latte materno o formulato, a masticare a deglutire in modo corretto.


La conseguenza di tutto ciò è una crescita migliore dei muscoli della faccia e di quelli della bocca.


Con l’alimentazione complementare a richiesta, si vanno a stimolare pure altre funzioni che vedono in primo piano il distretto orale, in primis linguaggio e respirazione.


Bisogna poi mettersi nell’ottica del fatto che, anche se si inizia attorno ai 6 mesi con le pappe e gli omogeneizzati, a 9 - 10 sarà necessario fare posto ai cibi solidi o semi solidi. 


Un cucciolo non abituato a gestirli fin da subito può incontrare notevoli difficoltà, che si possono evitare mettendo in primo piano ascolto e fiducia e informandosi sulle regole relative alla gestione di tagli sicuri e consistenze. 


Essenziale è altresì la conoscenza delle manovre di disostruzione pediatrica, alle quali la Dottoressa Pilar Nannini, la pediatra del nostro team, ha dedicato il videocorso che puoi trovare alla fine del paragrafo.


Come accennato nelle righe precedenti, nell’ambito dei benefici autosvezzamento è possibile includere l’autonomia. 


Con l’alimentazione complementare a richiesta, il piccolo viene lasciato libero di afferrare il cibo e di manipolarlo.


L’autonomia è legata anche alle quantità. Come ho spiegato chiaramente nell’articolo che puoi leggere qui, i neonati hanno un’autoregolazione magnifica.


Non bisogna temere che possano perderla con l’inizio dell’autosvezzamento. 


L’alimentazione complementare a richiesta, non a caso, è considerata un’alleata estremamente efficace ai fini della prevenzione di condizioni come il sovrappeso e l’obesità.


L’autonomia riguarda pure i gusti; essendo l’autosvezzamento un processo guidato dal piccolo, è lui che sceglie cosa mangiare.


Compito del caregiver è la proposta di pasti bilanciati e sani, così da prevenire quadri di carenza nutrizionale.


In merito all’autonomia nella scelta degli alimenti tagliati in sicurezza e della consistenza giusta, faccio presente che si tratta di un approccio all’insegna della sperimentazione, fondamentale per rendere più facile la gestione della parentesi della selettività alimentare.


Questa fase si presenta dopo i 18 mesi e vede il bambino smettere di rapportarsi con eguale interesse a tutti i cibi che gli vengono proposti, iniziando a sviluppare dei gusti chiari e definiti.

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I benefici per i genitori

L’autosvezzamento è un percorso speciale, ricco di benefici non solo per il piccolo, ma anche per i genitori.


Dato che il cucciolo comincia a rapportarsi con i cibi solidi uguali a quelli di mamma e papà - ovviamente tagliati in sicurezza e di consistenza adeguata - i genitori, di fatto, non possono non riflettere sulla qualità del proprio regime alimentare.


Come sottolinea diverse volte la Dottoressa Dell’Oro nel suo videocorso, una buona gestione dell’autosvezzamento implica la conoscenza, da parte di mamma e papà, delle regole per la composizione di un piatto bilanciato.


Altri benefici degni di nota per i genitori sono il risparmio economico - i prodotti di baby food non costano poco e se si considerano almeno 2,50 euro al giorno di omogeneizzati per diversi mesi, si ha a che fare con una spesa che può incidere sul bilancio familiare - e la sostenibilità.


Scegliendo l’autosvezzamento è infatti possibile orientarsi, per il cucciolo come per i genitori, verso cibi da filiera corta.

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