Brachicefalia posizionale
Il tuo cucciolo è ormai diventato un bambino che si appresta a scoprire il mondo a passo d’uomo. Infatti, proprio intorno all’anno inizierà a muovere i suoi primi passi in vista del camminamento autonomo.
Hai notato che il tuo bambino cammina sulle punte e ti stai chiedendo se è normale? Puoi trovare la risposta in questo articolo!
Come è l’appoggio plantare nei primi passi?
Se il bambino è stato stimolato con le corrette attività sin dalle prime settimane, all’età di 8-11 mesi avrà già raggiunto la tappa del gattonamento e inizierà tirarsi in piedi usando degli appoggi.
Questo è il primo vero e proprio appoggio plantare del tuo bimbo ed è importante che il piccolo abbia una piena propriocettività tramite il piede nudo o una calza antiscivolo. Per questo motivo, nell’articolo sulle scarpe primi passi ti sconsiglio di farle indossare in casa.
Infatti, è proprio in base alla qualità dell’appoggio plantare e all’aumentare della sicurezza, che il piccolo inizierà a muovere i primi passi in modo autonomo.
Il bambino cammina sulle punte dei piedi nei primi appoggi
Quando il bambino inizia a tirarsi in piedi tramite appoggi come il divano, mobili o sedie è molto frequente che stia sulle punte. Solitamente questo atteggiamento viene alternato a un appoggio plantare pieno.
Sebbene sia bene tenere controllato il suo appoggio e la postura della colonna vertebrale, per la maggior parte delle volte, si tratta di un processo normale e passeggero.
Perché è normale?
Ora ti spiego perché è da ritenersi normale che il bambino cammini sulle punte nei primi passi.
La muscolatura del piede e del polpaccio si attiva dare stabilità alla caviglia e agli arti inferiori. Dunque, soprattutto in fase di spinta, il bambino si mette sulle punte dei piedi.
Ne deriva che anche nei primi passi laterali sarà frequente notare che si sposta inizialmente in punta di piedi e lo stesso vale per i primi passi anteriori.
Questa fase verrà abbandonata gradualmente quando il piccolo inizierà a camminare in modo autonomo.
Il bambino cammina sulle punte dei piedi anche dopo i 16 mesi
Abbiamo visto che il bambino cammina sulle punte dei piedi fino a quando non inizia a muovere i primi passi in modo autonomo.
Ma se continua anche dopo?
Se il piccolo ha usato un girello o un carellino leggero per imparare a camminare, è possibile che continui a camminare sulle punte per un periodo più lungo.
Dopo i 16 mesi, però, sarebbe consigliabile far notare la cosa al pediatra che controllerà che il bimbo non posizioni i piedi intraruotati o extraruotati o che abbia posizione scorrette.
In caso, sarà quest’ultimo a consigliare ai genitori di valutare una visita dall’Osteopata che andrà a verificare gli arti inferiori e l’appoggio plantare. Nel video sottostante puoi vedere una visita di valutazione.
L’intervento dell’Osteopata per gli arti inferiori
L’Osteopata va a controllare la muscolatura del piede e del polpaccio, responsabili della flessione del piede, per comprendere se sono presenti contratture. Infatti, queste costringono il bambino ad assumere una posizione e un appoggio plantare errati.
È importante riuscire a intervenire il prima possibile per evitare che il bambino si abitui a camminare sulle punte.
Dopo una prima valutazione, in caso di contratture, verranno eseguiti dei trattamenti per rilassare la muscolatura del piede e della gamba. In questo modo, si favorirà l’appoggio plantare pieno e consapevole.
Qualora il problema persista sarà necessario approfondire la situazione con un medico specialista o un ortopedico.
Bambino cammina sulle punte: casi gravi
Come abbiamo detto, la maggior parte delle volte il bambino cammina sulle punte dei piedi solo per un periodo passeggero e senza cause specifiche. In questo caso, il toe walking (camminamento sulle punte) è definito idiopatico.
Però, ci sono casi, per fortuna rari, per i quali il bambino cammina sulle punte per problemi gravi.
Rientrano in questa categoria:
- Forme di autismo: spesso associato anche a ritardi di tipo relazionale o di coordinamento;
- Patologie neurologiche: in questo caso, sono presenti anche ritardi dello sviluppo psicomotorio;
- Piede equino: patologia per il quale il tendine d’Achille è più corto e costringe il piccolo ad appoggiare solo sulla punta.
Si può sospettare di piede equino quando il piccolo appoggia su un piede in modo normale e rimanga sulla punta con l’altro. Infatti, solitamente questa problematica non riguarda entrambi i piedi.
Trattamenti per il piede equino
Il piede equino può essere risolto in diversi modi in base all’entità:
- Trattamento del fisioterapista per allungare il tendine;
- Tutori o apparecchi gessati;
- Iniezioni muscolari;
- Intervento chirurgico.
Consigli per il toe walking
Sebbene nella maggior parte dei casi il bambino smette di camminare sulle punte da solo, è possibile adottare alcuni accorgimenti per favorire l’appoggio corretto del piede:
- Lasciare il bambino scalzo in casa o con solo la calza antiscivolo;
- Eliminare girelli e carellini leggeri.
Quando il piccolo si appresta a muovere i suoi primi passi, sarebbe consigliabile far valutare la muscolatura e l’appoggio plantare all’Osteopata. In questo modo sarà possibile intervenire immediatamente qualora i siano contratture per favorire il camminamento autonomo e una postura corretta del piccolo. Per prenotare una visita nel mio studio puoi trovare i miei contatti cliccando qui.
Inoltre, ti consigli il mio video corso Osteo massage dove potrai scoprire come effettuare un massaggio agli arti inferiori per Nel video corso Osteo massage potrai scoprire come effettuare un massaggio agli arti inferiori del tuo bambino per supportare lo sviluppo dell'appoggio plantare, delle gambe e della postura del tuo bambino.