Neonato prematuro: quando iniziare lo svezzamento?
Introduzione
Neonato prematuro: quando iniziare lo svezzamento? Se hai un bimbo di pochi mesi
nato prima del termine di gravidanza - si utilizza questa definizione per i parti avvenuti prima delle 37 settimane di gestazione calcolate a partire dal primo giorno dell’ultima mestruazione - senza dubbio questa domanda ha fatto parte dei tuoi pensieri.
Perfetto! Nell’articolo delle prossime righe, ti risponderò nel dettaglio. Ti ricordo che, per ulteriori informazioni sull’alimentazione del tuo cucciolo, puoi guardare il videocorso “Autosvezzamento pratico, facile e senza stress”, curato dalla Dottoressa Federica Dell’Oro, la biologa nutrizionista del team DrSilva.
Se vuoi, puoi anche dare un’occhiata al profilo Instagram @drsilva.com_official!
Svezzamento prematuri: quando partire?
In Italia, il 6,9% delle nascite avviene prima del termine di gravidanza (dati della Società Italiana di Neonatologia risalenti ad agosto 2022). I numeri in questione sono aumentati durante la pandemia di SARS-CoV-2.
Mettere al mondo un bimbo prematuro può essere motivo di preoccupazione per i neo genitori, che è normalissimo si interroghino su quando partire con la proposta di alimenti diversi dal latte materno o formulato.
Come ricorda in questo video la Dottoressa Dell’Oro in questo video, valgono i medesimi consigli che vengono dati per i bambini nati a termine.
I genitori, quindi, devono osservare il proprio piccolo e fare attenzione alla maturazione, da parte sua, dei requisiti psicofisici necessari all’approccio ad alimenti diversi dal latte di mamma o dalla formula.
Come ho ricordato in questo articolo, si parla di perdita del riflesso di estrusione, di padronanza della presa palmare, della capacità di stare seduto non troppo ingobbito con l’aiuto di un numero limitato di supporti e dell’interesse verso il cibo consumato dagli adulti.
Una parentesi a parte va dedicata all’età. Bisogna capire se considerare quella anagrafica, ossia dalla data effettiva di nascita, o quella corretta, dalla data presunta del parto.
Alle famiglie che la contattano per le consulenze la Dottoressa Dell’Oro consiglia di partire, quando si parla di svezzamento nei prematuri, quando il piccolo ha circa 8 mesi.
Secondo gli esperti che hanno compilato un documento di grande importanza quando si parla di inizio dello svezzamento nei prematuri, ossia il Joint Consensus Statement on Weaning Preterm Infants, rispettare la sopra citata indicazione temporale permette di non perdere i periodi sensibili per l'accettazione dei cibi solidi e di garantire al bimbo lo sviluppo di adeguate capacità di gestione degli alimenti.
Degno di nota è l'approccio scientifico che viene adottato nei casi, estremamente rari, dei prematuri nati prima della ventiquattresima settimana di gravidanza.
In queste circostanze, come specificato in questo audit, pubblicato nel 2018, dei pediatri di assistenza primaria italiani, bisogna prendere in considerazione, oltre all'età cronologica, pure lo sviluppo neurologico del bimbo.
Svezzamento del neonato prematuro: quali accortezze adottare?
Dopo aver risposto alle domande di chi si chiede, in caso di neonato prematuro, quando iniziare lo svezzamento, è bene capire se, con i bambini nati prima del termine di gravidanza, è opportuno adottare qualche accortezza.
Bisogna tenere conto del fatto che il piccolo nato pretermine può avere un metabolismo immaturo e, in alcuni casi, una riserva carente di nutrienti.
Alla luce di ciò, può avere la necessità di introdurre, attraverso l’alimentazione, più calorie e riserve di energia.
I genitori devono rispettare i suoi tempi e, come ricordato più volte parlando dei vantaggi dell’autosvezzamento, esporlo a una dieta sana, caratterizzata da un equilibrio tra i vari nutrienti e dall’attenzione alla stagionalità dei cibi di origine vegetale.
Il latte, materno o formulato che sia, non va ovviamente messo da parte.
Le linee guida internazionali, infatti, lo raccomandano, per tutto il primo anno di vita, come principale fonte di nutrienti nella dieta del bambino.
Bimbo prematuro: è necessaria un’integrazione alla dieta?
Per chiarire ulteriormente il quadro in merito all’approccio allo svezzamento nei prematuri - un piccolo chiarimento: nei piccoli nati pretermine, non c’è alcuna controindicazione all’autosvezzamento - è opportuno farsi domande pure in merito all’integrazione.
Non esistono, ad oggi, evidenze scientifiche che raccomandano in maniera uniforme il ricorso a integratori nella dieta del bimbo nato pretermine.
Quello che conta, ribadisco, è proporre una dieta bilanciata, caratterizzata dalla presenza di tutti i macronutrienti (per quanto riguarda gli alimenti vietati, rimando a questo articolo).
Nell’eventualità in cui il bimbo prematuro che ha alle spalle un ricovero in TIN dovesse fare fatica a mangiare o consumare pochi cibi - evenienza frequente in quanto le procedure che richiedono il sondino naso-gastrico possono impattare su aspetti come la deglutizione e la sensazione di fame - è cruciale non preoccuparsi e consultare il pediatra e un nutrizionista specializzato in alimentazione pediatrica.