Gravidanza a rischio: cos'è, sintomi, per quali patologie
Introduzione
Se sei arrivata su questo articolo, significa che sei incinta e ti interessa sapere qualcosa di più sulla gravidanza a rischio.
Nelle prossime righe, vedremo nel dettaglio cosa significa avere a che fare con questa evenienza dal punto di vista del tuo benessere e di quello del tuo cucciolo e cosa puoi fare per tutelarti come lavoratrice.
Cos'è la gravidanza a rischio?
La gravidanza a rischio è la gestazione dove, per condizioni già esistenti o per fattori di rischio palesatisi successivamente, è più alta la probabilità che mamma e feto abbiano a che fare con complicanze, anche molto gravi, durante l’attesa, nel corso del parto o dopo di esso.
Principali fattori di rischio
Esistono diversi fattori che permettono di parlare di gravidanza a rischio.
Ecco l’elenco dei principali:
Età materna molto giovane - inferiore ai 15 anni - o superiore ai 35;
madre con un BMI da sovrappeso od obesità;
storia clinica caratterizzata da evenienze come il parto pretermine o il parto di un neonato di basso peso;
condizioni patologiche diagnosticate prima del test positivo (tumori, HIV, diabete, ipertensione, patologie autoimmuni etc.);
madre tabagista e/o consumatrice di bevande alcoliche;
storia clinica con episodi di assunzione di sostanze stupefacenti.
Tra i fattori che portano alla diagnosi di gravidanza a rischio è possibile citare anche il fatto di aspettare due o più gemelli, la diagnosi di diabete gestazionale e quella di preeclampsia, condizione nota anche con il nome di gestosi.
Cause della gravidanza a rischio e impatto sulla salute
Le cause della gravidanza a rischio rispondono alla seguente classificazione:
Condizioni già esistenti prima della gestazione
Età
Stile di vita
Condizioni legate in maniera specifica all’attesa
Vediamole, nelle prossime righe, per quali patologie e condizioni viene diagnosticata la gravidanza a rischio, con tutte le informazioni relative all’impatto sulla salute di mamma e feto.
Ipertensione
Condizione rischiosa sia per la salute della madre, sia per il feto, la pressione alta, o ipertensione può comportare, nel momento in cui va fuori controllo ed è accompagnata da un eccesso di proteine nelle urine, un maggior rischio di preeclampsia.
Questo quadro clinico da gravidanza a rischio, che può portare alla decisione di far partorire la donna prima del termine, si diagnostica dopo la ventesima settimana e, se trascurata, può comportare danni anche irreversibili al cervello e ai reni della madre e ritardi di crescita nel feto a causa della compromissione funzionale della placenta.
Diabete
Si parla di gravidanza a rischio sia nel caso di diabete di tipo 1 sia nelle situazioni in cui, invece, la mamma in attesa ha già ricevuto da tempo la diagnosi di diabete di tipo 2.
In questi frangenti, tenere sotto controllo la glicemia tramite dietoterapia è essenziale.
Cruciale, di base, è anche la prevenzione del diabete gestazionale, altro fattore di rischio per la gravidanza.
Non dimentichiamo, infatti, che la gravidanza è un evento diabetogeno.
I cambiamenti che riguardano l’assetto ormonale possono impattare negativamente sulla risposta delle cellule all’insulina.
Patologie autoimmuni
Le patologie autoimmuni possono causare diverse complicanze nel corso della gravidanza e durante il parto.
Per citare un esempio, chiamiamo in causa il lupus eritematoso sistemico.
Come ricorda anche questa recente meta-analisi, la condizione è associata a un maggior rischio di parto pretermine.
Problemi di tiroide
Anche i problemi di tiroide fanno parte delle potenziali cause di gravidanza a rischio.
I quadri di deficit o di attività eccessiva di questa ghiandola impattano infatti su aspetti della salute di massima importanza, tra cui la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa.
I possibili problemi di salute per il feto comprendono malformazioni congenite, basso peso alla nascita e insufficienza cardiaca.
Obesità
L’obesità in gravidanza espone a un maggior rischio di avere a che fare con la diagnosi di diabete gestazionale.
Il rischio aumenta nei casi in cui la gestante obesa presenta accumuli adiposi localizzati nella zona dell’addome (obesità ginoide, ossia la forma più pericolosa per la salute cardiovascolare).
In tali frangenti, è alta la probabilità che il diabete di tipo 2 - diabete mellito - rimanga anche dopo il parto.
Per quanto riguarda l’impatto sulla salute del neonato, si parla, a causa dell’anomala produzione di insulina da parte dell’organismo materno, di quadri di crescita eccessiva (macrosomia).
Questa evenienza può rivelarsi critica durante il parto ed esporre a un maggior rischio di andare incontro a taglio cesareo.
HIV
Il virus dell’immunodeficienza umana (HIV) è un altro caso in cui si parla di gravidanza a rischio.
La sua presenza attiva nell’organismo impatta negativamente sulle cellule del sistema immunitario, impedendo loro di svolgere il loro compito protettivo contro le infezioni e diverse tipologie di cancro.
Fondamentale è che la gestante positiva - già prima della gravidanza è opportuno sottoporsi al test se si sa di essere a rischio - venga seguita in maniera specifica.
Nei casi in cui la carica virale è bassa, se sono presenti le indicazioni si potrà procedere con il parto vaginale.
Età
La gravidanza oltre i 35 anni è associata statisticamente a un maggior rischio di parto cesareo, complicanze durante il travaglio - in particolare emorragie - che può protrarsi anche per tempi prolungati.
Maggiore, inoltre, è la probabilità di mettere al mondo neonati con trisomie.
Problemi inerenti lo stile di vita
Le problematiche inerenti lo stile di vita che sono alla base della gravidanza a rischio sono soprattutto le seguenti:
Consumo di alcolici
Tabagismo
In merito alla prima abitudine, tutte le società scientifiche sono concordi sull’impossibilità di parlare di una dose minima sicura di alcol in gravidanza.
Le conseguenze sul feto vanno dall’aborto, ai ritardi di crescita fino alle anomalie a carico del sistema nervoso centrale, spesso evidenti solo quando il bambino inizia la fase scolare della vita.
Per quanto riguarda i rischi del fumo, si va dall’aborto spontaneo, al parto pretermine, all’incremento dei numeri della mortalità e della morbilità nel periodo perinatale.
Da bandire categoricamente - meglio, come nel caso dell’alcol, se già nel periodo di ricerca della gestazione - sono anche le sigarette elettroniche.
Gravidanza gemellare
La gravidanza gemellare è associata a un maggior rischio di ricorso al taglio cesareo.
Inoltre, dato che i feti hanno un peso minore rispetto a quelli nati dopo gravidanze singole è alta la probabilità che, dopo il parto, sia indicato il ricovero in terapia intensiva neonatale per fornire un adeguato supporto respiratorio ai piccoli.
Preeclampsia
La preeclampsia (o gestosi) è una grave complicanza che si può manifestare nel corso della gravidanza e che la rende ad alto rischio.
Diagnosticabile a partire dalla ventesima settimana, annovera tra i principali sintomi l’aumento della pressione arteriosa e delle proteine nelle urine (proteinuria).
Alla base della patologia è stata riconosciuta la presenza di anomalie legate allo sviluppo della placenta e dei suoi vasi sanguigni, con conseguenti rallentamenti della crescita del feto.
Le cause che la provocano non sono ancora state chiarite definitivamente.
Nonostante ciò, si può parlare di situazioni in cui la diagnosi di questa patologia è più comune. Ecco quali sono:
Storia clinica con altre gravidanze con diagnosi di gestosi
Diabete pre gravidico o gestazionale
Problematiche inerenti la coagulazione del sangue
Obesità
Anamnesi familiare con casi di preeclampsia
Ipertensione pre gravidica
Età superiore ai 35 anni
Come si diagnostica la gravidanza a rischio?
La diagnosi di gravidanza a rischio dipende dalle condizioni di salute della donna al momento del test positivo.
Per fare un esempio concreto ricordiamo che una mamma con diagnosi di diabete già prima della gravidanza parte con un livello di monitoraggio diverso da quello che, invece, caratterizza la gestazione fisiologica.
In quest’ultimo caso, la diagnosi di gravidanza a rischio può essere formulata a seguito di esami come quello delle urine - l’unico da fare in occasione di ogni batteria - che, come poco fa specificato, può evidenziare la presenza di un dosaggio eccessivo di proteine.
Cura
Gli interventi curativi che vengono messi in atto in caso di gravidanza a rischio dipendono dalla problematica che ha portato alla diagnosi.
Si va dalla dietoterapia in caso di diabete gestazionale - quando non risulta sufficiente alla compensazione, si può procedere, previo parere del diabetologo, alla somministrazione di insulina - fino alle terapie farmacologiche anti-ipertensive.
Anche per quanto riguarda la gestione del parto, la situazione cambia da mamma a mamma.
Nelle situazioni in cui, per esempio, si ha a che fare con quadri di preeclampsia, la mamma viene mantenuta sotto stretto controllo medico fino a quando non ci sono le indicazioni per procedere con il parto, preferibilmente vaginale.
In situazioni in cui il parto è fortemente prematuro, si somministrano corticosteroidi per favorire la maturazione dei polmoni del neonato.
Gravidanza a rischio lavoro: quali tutele sono previste?
In caso di gravidanza a rischio, la gestante lavoratrice può richiedere la maternità anticipata.
La mamma in attesa deve semplicemente inviare all’ASL istanza specifica, allegando il certificato medico attestante le condizioni mediche che hanno portato a formulare la diagnosi di gravidanza a rischio.
Quando si parla di certificato rilasciato da un ginecologo libero professionista, la validità dello stesso sarà limitata - nella maggior parte dei casi, si parla di 30 giorni - e sarà poi necessaria la validazione da parte di uno specialista che esercita presso una struttura pubblica.
La legge italiana prevede infatti che, in caso di gravidanza a rischio, a pronunciarsi sull’interdizione anticipata dall’esercizio dell’attività lavorativa siano la Asl e la Direzione territoriale del lavoro.
Quando le peculiarità della mansione che la lavoratrice svolge comportano situazioni di potenziale pericolosità per la salute della gestante e/o del feto, la maternità anticipata per gravidanza a rischio è richiedibile dalla lavoratrice stessa, dal datore di lavoro o dall’Ispettorato del Lavoro.
Quanto spetta di stipendio?
Nel periodo di congedo per gravidanza a rischio, disciplinato, nell’ordinamento italiano, dal D.Lgs. n. 151/2001, alla lavoratrice incinta spetta il 100% della retribuzione mensile , compresi gli eventuali ratei di tredicesima mensilità.