ricotta in gravidanza

Ricotta in gravidanza: si può mangiare o no?

Introduzione

Ricotta in gravidanza: si può mangiare o no? 


Questa domanda è molto diffusa tra le donne in dolce attesa e la cosa non sorprende, dal momento che al centro dell’attenzione c’è un alimento spesso presente nella dieta quotidiana.


Dato che sul web ci sono tantissime informazioni sul tema della dieta in gravidanza, ho scelto di preparare per te questo articolo, che contiene la risposta scientifica alla domanda.

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Posso mangiare la ricotta in gravidanza?

ricotta in gravidanza

La ricotta in gravidanza si può mangiare, a patto che sia prodotta, come ricordano anche le indicazioni ISS (Istituto Superiore di Sanità) relative al consumo di latticini durante la gestazione, con latte pastorizzato.


Questa regola vale a prescindere dal fatto che si tratti di ricotta vaccina, ovina o caprina.


Grazie alla pastorizzazione, processo che prevede di riscaldare l’alimento arrivando a una temperatura compresa tra i 60° e i 100°C per poi innescare un rapido raffreddamento, si debellano organismi patogeni come batteri, funghi e lieviti.

Come capire se la ricotta è pastorizzata?

Per sapere se la ricotta che si ha intenzione di consumare in gravidanza è pastorizzata, basta recarsi presso il proprio supermercato di fiducia e controllare quello che appare sulla confezione del prodotto.


Per quanto riguarda quelli della grande distribuzione, le mamme in attesa possono stare tranquille.


Con i latticini venduti sfusi al banco, è il caso di adottare un approccio all’insegna della cautela.


Lo stesso si può dire per la ricotta acquistata presso caseifici e piccoli produttori.

Ricotta in gravidanza: quali marche scegliere?

Come poco fa accennato, quando si parla di ricotta sicura in gravidanza tutte le marche distribuite presso i punti vendita GDO(grande distribuzione organizzata) vanno bene.


Qualche nome (#no adv)? 


Galbani, Granarolo, Vallelata, Coop. Si tratta di prodotti di colossi che, per essere presenti sul mercato, devono osservare norme igieniche a dir poco stringenti. 

Ricotta in gravidanza toxoplasmosi: c'è un legame?

Il consumo di ricotta in gravidanza, se questa è preparata con latte crudo, può essere associato al rischio di contrarre la toxoplasmosi.


Ecco, invece, l’elenco degli altri alimenti da evitare:


  • Frutta e verdura crude non lavate passandole sotto l’acqua corrente (l’ammollo nel bicarbonato non serve a nulla);

  • carne cruda o poco cotta (il protozoo che provoca l’infezione, ossia il Toxoplasma gondii, si inattiva se esposto a temperature superiori ai 70°C);

  • affettati crudi;

  • uova e latte crudi e non pastorizzati.

Gli altri pericoli della ricotta non pastorizzata in gravidanza

Tra i rischi maggiori del consumo di ricotta in gravidanza non pastorizzata spicca anche la listeriosi.


Provocata dal batterio gram-positivo Listeria monocytogenes,


Con sintomi che vanno dalla febbre alla gastroenterite, se contratta in gravidanza la listeriosi può provocare:


  • Aborto;

  • Morte endouterina fetale (MEF);

  • parto prematuro.


La ricotta non pastorizzata in gravidanza può essere contaminata anche con salmonella ed Escherichia coli.

Ho mangiato ricotta non pastorizzata in gravidanza: cosa fare?

A seguito del consumo di ricotta in gravidanza non pastorizzata, è opportuno fare attenzione a sintomi come:


  • Febbricola;

  • episodi di tremore;

  • lieve diarrea.


Non bisogna farsi influenzare dal tempo passato dal consumo: la listeriosi in gravidanza, infatti, può avere un’incubazione anche di 20 giorni.


Davanti ai sopra citati segnali, bisogna contattare subito il curante


Quest’ultimo valuterà se procedere al protocollo per diagnosticare la listeriosi, che prevede l’analisi di un campione di sangue o di liquido amniotico messi in un apposito terreno di coltura.

La ricotta salata in gravidanza si può mangiare?

ricotta in gravidanza

La ricotta salata in gravidanza si può mangiare, ma tenendo sempre in considerazione l’importanza di non esagerare con l’apporto di sale.


Eccedere con la sua assunzione durante la dolce attesa può portare a un aumento del rischio di ipertensione.


Non lasciarsi prendere la mano è essenziale in quanto, durante l’attesa, il corpo della mamma è più propenso a trattenere il sodio per via della necessità di incrementare il volume dei fluidi, in particolare quello del liquido amniotico.

Quale ricotta si può mangiare in gravidanza?

Tenendo ferma la più volte menzionata importanza della pastorizzazione, ricordiamo che tra le varie tipologie di ricotta, che cambiano a seconda del latte utilizzato come base per la preparazione, ci sono differenze che è bene conoscere.

Ricotta vaccina

ricotta in gravidanza

Digeribile e caratterizzata da un apporto energetico moderato, attorno alle 150 calorie all’etto, se pastorizzata - e se non ci sono controindicazioni come l’intolleranza al lattosio o allergie - può essere consumata in gravidanza.

Ricotta di pecora

La ricotta di pecora in gravidanza può essere consumata tenendo conto, oltre alla necessità della pastorizzazione, il suo essere più ricca di grassi rispetto a quella vaccina.

Ricotta di bufala

Anche in questo caso, si parla di un alimento caratterizzato da un tenore lipidico maggiore rispetto a quello della ricotta vaccina.

Ricotta di capra

Decisamente più saporita rispetto alla ricotta vaccina, lato apporto lipidico è simile alla ricotta di bufala e di pecora.


Vale anche in questo caso - come in tutti i precedenti - l’imperativo del consumo solo quando c’è la certezza della pastorizzazione.

Benefici della ricotta

ricotta in gravidanza

Il consumo di ricotta in gravidanza è associato a diversi benefici.


Questo latticino - sì, la ricotta non è un formaggio in quanto la sua filiera produttiva non prevede la coagulazione della caseina - è fonte di proteine, che a loro volta garantiscono l’apporto di amminoacidi essenziali.


La loro assunzione a livelli adeguati è importante per meccanismi fisiologici come il sonno e l’efficienza del sistema immunitario.

ricotta in gravidanza

Fonte di vitamina B2 o riboflavina - nutriente che, in gravidanza, è prezioso in quanto contribuisce alla sintesi dei folati e a quella dei globuli rossi - la ricotta è un’ottima alternativa anche per mantenere adeguati i livelli di apporto di calcio.


Piccola parentesi: per soddisfare il fabbisogno di questo minerale, si può fare riferimento anche a fonti vegetali come le verdure a foglia verde.

Come includere la ricotta nella dieta in gravidanza?

La ricotta in gravidanza, come tutti i latticini, dovrebbe essere consumata con massima moderazione.


Parliamo, infatti, di alimenti pro-infiammatori.


L’infiammazione intestinale del neonato, il cui microbiota si forma già durante la gravidanza ed è influenzato dall’alimentazione materna, può, come ricordato in questo studio del 2018 dal titolo Infantile Colic: New Insights Into an Old Problem, essere correlata all’insorgenza di coliche neonatali.

Chiarita questa importante premessa, ricordiamo che è comunque possibile gustarla con soddisfazione.


Un’idea fantastica? 


Portarla in tavola, spalmata sul pane di segale e accompagnata dai fichi, come fonte proteica per la colazione.

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