Quanto fa male partorire? Guida e riposte dell'ostetrica
Introduzione
Quanto fa male partorire?
Ecco una domanda tra le più comuni in assoluto quando si parla di genitorialità (e non solo).
La si può definire, a ragione, come un interrogativo eterno.
Nelle prossime righe di questo articolo, potrai trovare la risposta scientifica.
Prima di iniziare la lettura, ricorda che:
Per ulteriori consigli su come vivere serenamente il parto, puoi scoprire il videocorso “Nascere e Rinascere Madre” , tenuto dall’ostetrica Dottoressa Maria Chiara Alvisi.
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A questo punto, non ti resta che partire con la lettura!
A cosa è simile il dolore del parto?
Quando ci si interroga su quanto fa male partorire, è naturale chiedersi a cosa possa essere paragonato il dolore del parto.
Premettendo che l’esperienza del dolore è fortemente soggettiva, se proprio si deve trovare una similitudine è bene ricordare che, all’inizio, la sensazione è descritta da molte donne come simile a quella che si prova durante i dolori mestruali.
Man mano che le fasi del travaglio procedono, il dolore si fa via via maggiormente intenso e regolare.
Chi lo descrive parla spesso di una sensazione dolorosa acuta all’addome, che coinvolge anche la schiena.
Essenziale è ricordare l’esistenza di fisiologici momenti di pausa.
Quanto è forte il dolore del parto?
Sottolineando ancora una volta che, quando si domanda a diverse donne “Quanto fa male partorire?”, si possono ottenere risposte molto diverse tra loro, è importante rammentare che, chi descrive l’esperienza, lo fa paragonando la sua intensità a diverse evenienze cliniche.
Un esempio? La fase dilatante del travaglio che, da molte mamme, viene accomunata, lato intensità della sensazione fisica, a una colica molto forte.
Nel corso della fase dilatante, si apre anche la parentesi in cui il dolore che si avverte è dovuto allo stiramento a livello vulvare e del perineo.
Degna di nota è altresì l'insorgenza di sintomi come i ristagni di acido lattico nei tessuti e la sudorazione accentuata.
Quanto fa male partorire da 1 a 10: perché non dovresti chiedertelo
Fino ad ora, abbiamo chiamato in causa alcuni paragoni che, di frequente, vengono fatti dalle mamme che si sentono chiedere quanto fa male partorire.
Tenerli presente, però, è utile fino a un certo punto.
Come mai?
Perché il dolore del parto ha caratteristiche che lo rendono unico e impossibile da sovrapporre alle sensazioni fisiche provate in altre circostanze. Ecco perché:
Il dolore del parto è l’unico non associato a una condizione patologica.
Rappresenta un segnale della fisiologica conclusione della gravidanza.
Fornisce informazioni sull’evoluzione del travaglio, dando modo alla mamma di prepararsi anche dal punto di vista della respirazione.
L'alternanza tra fasi in cui si prova dolore e momenti di pausa permette al cucciolo di percepire la differenza tra quando il torace materno è compresso e quando è in espansione, preparandosi al meglio al passaggio attraverso il canale del parto e alla respirazione autonoma.
Non dimentichiamo, inoltre, che la mamma ha in sé le risorse per affrontarlo ed elaborarlo.
Nell’elenco rientra innanzitutto la sintesi di endorfine, ormoni caratterizzati da benefici di tipo analgesico.
Il loro rilascio - così come quello degli altri ormoni coinvolti nel travaglio - è inquadrato in un processo all’insegna dell’equilibrio che ha due grandi vantaggi.
Da un lato rende efficaci le contrazioni.
Dall’altro, invece, permette alla mamma di vivere, nel corso delle pause, una profonda sensazione di gratificazione.
Cosa si prova quando si partorisce?
Abbiamo chiarito che le risposte alle domande “Quanto fa male partorire?” e “Cosa si prova durante il parto? ” sono fortemente soggettive.
A tal proposito, è cruciale sottolineare che la percezione del dolore nel corso del travaglio di parto può essere fortemente influenzata dalla carica psicologica che, da sempre, è associata all’evento nascita.
Il parto, esattamente come la gravidanza, è un lavoro del corpo che richiede, da parte della mamma, una condizione di relax e fiducia.
Per favorire l’apertura dei muscoli pelvici, è necessario un contesto di intimità e accoglienza, caratteristiche che rendono speciale, per esempio, i momenti in cui si hanno rapporti con il proprio partner.
Non è un caso che si parli del travaglio e del parto descrivendoli come eventi sessuali!
Per viver quanto appena descritto, è necessario sia scegliere con consapevolezza il luogo dove partorire, sia prepararsi, fin dalla gravidanza, ad accogliere il dolore preparando il corpo.
Come controllare il dolore del parto
La risposta che ci si dà quando ci si chiede quanto fa male partorire dipende molto da come ci si prepara in gravidanza.
Ecco alcuni consigli essenziali:
Eseguire esercizi di mobilizzazione del bacino (nel videocorso preparto, trovi numerosi video pratici utili al proposito);
Iniziare, attorno alla 34esima settimana, a eseguire il massaggio del perineo (nel videocorso accessibile tramite il pulsante in fondo al paragrafo, la Dottoressa Alvisi ti spiega come seguirlo).
Esercitarsi nell’assumere posizioni diverse da quella ginecologica, dannosa durante il travaglio - è pericolosa per coccige e perineo - per concentrarsi, per esempio, su quella accovacciata e semi accovacciata.
In tutti e tre i casi, è fondamentale l’aiuto del partner, che si prepara, già dal tempo della gravidanza, a essere di supporto prezioso durante il giorno della nascita.