Le migliori posizioni per partorire: guida con i consigli dell'ostetrica
Introduzione
Sono a dir poco numerose le mamme in dolce attesa che si fanno domande sulle migliori posizioni per partorire.
Se stai leggendo queste righe, molto probabilmente questo interrogativo fa parte della tua quotidianità.
Perfetto! Nelle prossime righe, potrai trovare le risposte che cerchi.
Per completare quanto leggerai con informazioni scientifiche e puntuali, puoi scoprire il videocorso preparto “Nascere e Rinascere Madre”, curato personalmente dalla Dottoressa Maria Chiara Alvisi, l’ostetrica del team DrSilva.
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Qual è la posizione giusta per il parto?
Chiedersi qual è la posizione giusta per il parto vuol dire innanzitutto ricordare che quella ginecologica o litotomica, purtroppo ancora oggi la più diffusa in tante strutture, è da evitare.
Introdotta dal Re Sole, Luigi XIV, curioso di osservare la nascita dei suoi figli, comporta solo contro.
Come fa giustamente presente la Dottoressa Alvisi in questo video, è comoda unicamente per il personale sanitario e medico che assiste al parto, che può avere una visione completa della situazione.
Alla gestante e al neonato, invece, può causare diverse problematiche.
Essendo il diaframma della mamma bloccato, la gestione delle spinte che caratterizzano il travaglio attivo diventa a dir poco complessa.
Oltre al diaframma, è bloccato pure l’osso sacro, il che comporta forti difficoltà quando si parla del passaggio del neonato nel canale del parto.
Il diametro dello stesso, per via delle ginocchia divaricate, risulta ridotto.
Da ricordare è altresì l’aumentato rischio di lussazioni del coccige, problematiche a carico del perineo, lussazioni spontanee ed episiotomia.
La classica ginecologica, di riflesso, non andrebbe mai inclusa nelle posizioni per partorire.
Chiarita questa doverosa premessa, possiamo entrare nel vivo delle peculiarità e dei vantaggi delle posizioni libere durante il travaglio e il parto.
Queste ultime rappresentano, invece, la scelta più giusta da compiere quando si scelgono le posizioni per partorire.
Come avere un parto facile e veloce: le posizioni libere
Le migliori posizioni per partorire sono quelle che vedono la mamma scendere dal lettino ed essere libera di muoversi.
Prima di elencarle, vediamo quali sono i più importanti vantaggi che le caratterizzano:
- Nei casi in cui si ha a che fare con posizioni verticali, la discesa del cucciolo è favorita dalla forza di gravità. La posizione del piccolo, infatti, è in asse con il canale del parto;
- non si hanno problemi di compressione dell’aorta e della vena cava e si evitano criticità gravi come la compromissione del livello di ossigenazione del feto;
- nel caso della posizione accovacciata e di quella in ginocchio, si può apprezzare un incremento del diametro del bacino.
Oltre che per questi aspetti positivi, quelle libere possono essere considerate le posizioni per partorire ideali per via della loro capacità di contribuire alla riduzione del tempo del travaglio, sia nella sua fase di dilatazione, sia in quella espulsiva.
Risposta da chiamare in causa quando ci si chiede come avere un parto meno doloroso, le posizioni libere permettono di ridurre il ricorso a procedure come la già citata episiotomia, l’induzione tramite ossitocina per endovena e l’amnioressi, ossia la rottura artificiale del sacco amniotico.
A questo punto, non rimane che scoprire il loro elenco e come vengono classificate.
Posizioni libere verticali
Le posizioni per partorire libere e verticali sono le seguenti:
- Posizione eretta;
- posizione accovacciata;
- posizione seduta, frangente in cui si utilizza lo sgabello olandese;
- posizione inginocchiata (sperimentabile, assieme alle altre libere, in caso di parto in acqua).
Nel primo caso, come mostra la Dottoressa Alvisi nel videocorso, si può muovere il bacino prima avanti e indietro e, successivamente, “disegnando” un 8 rovesciato, proprio come se fosse il simbolo dell’infinito.
La posizione accovacciata, che come tutte quelle libere verticali aiuta il cucciolo a incanalarsi al meglio nella pelvi, prevede la partenza con le piante dei piedi ben salde a terra e le punte dei piedi stessi che guardando dritto.
Se, per via del pancione, si ha paura di non avere sufficiente equilibrio, si può avere un appoggio anteriore (per esempio uno sgabello).
In alternativa, ci si può sostenere al futuro papà.
Quando ci si sente pronte, si toglie l’ancoraggio delle mani, si uniscono i palmi e si spinge sulle ginocchia quasi ad aumentare la distanza che le separa.
L’effetto è di piacevole distensione sul bacino e sui tessuti del pavimento pelvico.
Dopo qualche secondo, si può tornare ad appoggiare le mani o a richiedere il sostegno del partner.
Una variante della posizione accovacciata è quella sospesa. Il supporto, in questi casi, è una corda appesa al soffitto.
Le posizioni in sospensione del bacino favoriscono l’allungamento della colonna e distendono il perineo.
In quadri di asinclitismo, una particolare anomalia di presentazione del feto, aiutano il suo riposizionamento.
Se si sceglie di partorire in casa, la posizione accovacciata sospesa può essere perfezionata con il sostegno del futuro papà (che sì, deve fare fatica).
La posizione seduta sullo sgabello olandese, supporto con peculiarità ergonomiche, è fantastica, esattamente come l’accovacciata e la sua variante, per ottimizzare l’apertura del bacino e per agevolare il passaggio del feto attraverso la sua parte più stretta.
Posizioni libere orizzontali
Le posizioni per partorire comprendono anche quelle libere orizzontali. Ecco quali sono:
- Posizione carponi;
- posizione sul fianco.
La posizione a carponi per partorire, particolarmente consigliata nella fase dilatante del travaglio, può essere assunta, sempre avendo cura di mobilizzare il bacino, nei frangenti in cui il dolore si diventa particolarmente accentuato nella zona lombare.
Quando si avverte il bisogno di qualche minuto di defaticamento, si può introdurre la fitball, alleata preziosa della preparazione al travaglio durante la gravidanza.
Come utilizzarla? Semplicemente abbracciandola e avendo cura di mantenere le spalle rilassate.
Ci si lascia dondolare avanti e indietro e poi lateralmente, apprezzando la piacevole sensazione di allungamento della colonna.
Parlando della posizione sul fianco - la gamba alzata può essere sostenuta dai gambali del lettino o dal partner - ricordiamo che va benissimo nei momenti di riposo o in quelli iniziali della fase espulsiva.
Sempre fianco sinistro, mi raccomando! In questo modo, è possibile facilitare la circolazione ematica a livello placentare e regalare al proprio bimbo qualche millimetro in più per il passaggio.
Concludo rammentando che, quando inizia l’effettiva uscita della testa del bambino, non è obbligatorio cambiare posizione se ci si trova bene con quella assunta durante le spinte.
Il focus sulla percezione corporea e sull'ascolto del cucciolo devono rimanere, infatti, i punti di riferimento centrali.