Parto in acqua: di cosa si tratta, vantaggi, controindicazioni, dove farlo
Introduzione
Il parto in acqua è una pratica primordiale sulla quale le donne in dolce attesa si interrogano spesso.
In questo articolo, faremo un piccolo viaggio alla scoperta delle principali informazioni da conoscere se si ha intenzione di affrontarla.
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Cos'è il parto in acqua
Il parto in acqua è una pratica che prevede l’immersione della gestante in acqua nel corso della parte iniziale del travaglio.
Il parto in acqua è diventato strutturale anche in ospedale a partire dagli anni ‘60 grazie ai lavori scientifici del ricercatore russo Igor Charkovsky.
In Italia è stata introdotta negli anni ‘80 presso l’ospedale di Poggibonsi, in provincia di Siena.
Come funziona?
Il parto in acqua vede, come già detto, la partoriente immergersi in una vasca già dalle prime fasi del travaglio.
Le vasche da parto devono avere peculiarità ben precise.
Prive di spigoli e parti appuntite, sono sufficientemente ampie da garantire quella libertà di movimento essenziale per un buon travaglio.
La temperatura dell’acqua è compresa fra i 35 e i 37°C.
Rispettare il range è importantissimo.
Un repentino aumento della temperatura corporea della mamma a causa di quella dell'acqua, infatti, può essere causa di ipertermia del feto.
La conseguenza di tutto questo è il rischio che il cucciolo non abbia sufficienti riserve di ossigeno per il tempo del travaglio.
L'ambiente ideale
Quando si parla del parto in acqua in ospedale, è importante ricordare che l’ambiente dove avviene la nascita deve avere caratteristiche precise. Ecco quali:
Temperatura compresa fra i 22 e i 24°C;
poche persone presenti;
presenza di strumenti come il termometro per la rilevazione della temperatura dell’acqua o per il controllo del battito fetale (quest’ultimo è ovviamente adatto all’utilizzo in acqua).
Tutto questo può essere ovviamente vissuto anche in contesto domestico, con le ostetriche che provvedono a portare quanto è necessario per garantire il massimo del benessere a mamma e bimbo.
I principali vantaggi del parto in acqua
Il parto in acqua è associato a diversi benefici per la salute di mamma e bimbo.
Ecco alcuni dei più importanti:
Favorisce, grazie al rilassamento causato dal calore, la sintesi di endorfine da parte del corpo materno, con tutti i vantaggi del caso per quanto riguarda il controllo del dolore;
ammorbidisce i tessuti del perineo, riducendo il rischio di lacerazioni;
grazie alla libertà di movimento, si può facilitare la discesa del bambino.
Il parto in acqua, che protegge dal rischio di episiotomia, è una pratica sicura.
Come si può leggere in questa revisione sistematica risalente al 2023 e condotta in USA su un mastodontico campione di dati, il parto in acqua non è associato ad alcun rischio di complicazioni per mamma e neonato (a meno che non siano presenti controindicazioni di cui parleremo meglio nelle prossime righe).
L’immersione nell’acqua della vasca da parto garantisce alla donna quell’intimità che le permette di sentirsi protetta e di mettere da parte quella paura del parto che rende il viaggio del travaglio più complesso e doloroso.
I benefici per la salute del neonato
Tra i benefici specifici per la salute del neonato in caso di parto in acqua, troviamo l’ottimizzazione degli scambi ematici tra feto e placenta.
Per questo effetto bisogna dire grazie al fatto che, essendo il corpo della mamma immerso in acqua, è minore la pressione su aorta e vena cava.
Il bambino viene al mondo in un ambiente affine a quello in cui è cresciuto per nove mesi, il che agevola anche i suoi primi atti respiratori.
Il contatto con l’acqua calda, inoltre, riduce il rischio di ipotermia.
Controindicazioni al parto in acqua
Il parto in acqua è controindicato in tutte quelle situazioni in cui, anche a causa di condizioni sopraggiunte durante la gravidanza, tra cui il diabete gestazionale, si esce dal quadro della fisiologia.
Partorire in acqua non è indicato anche in caso di ipertensione materna.
In questo caso, il rischio è quello di compromettere l’efficienza della placenta, con potenziali problemi per la salute del piccolo.
Il travaglio indotto è un’altra controindicazione del parto in acqua.
Ecco altre evenienze in presenza delle quali non è possibile procedere con il parto in acqua:
- Parto prematuro;
- gravidanza multipla;
- mamma con la febbre alta;
- necessità di monitoraggio continuo dell'attività cardiaca fetale e assenza di apposito monitor fetale subacqueo.
Il parto in acqua non è una strada percorribile pure in caso di di positività al tampone dello streptococco, presenza di meconio nel liquido amniotico, rottura delle membrane avvenuta da più di 24 ore, bambino in presentazione podalica.
Non ci sono le indicazioni giuste pure in presenza di una mamma che sta vivendo un VBAC, ossia un parto naturale dopo un taglio cesareo, e se risultano attivi virus come l’HBV e l’HCV (epatite B o C).
Dove si può partorire in acqua
Il parto in acqua può essere effettuato in diversi contesti.
Tra questi rientrano le case maternità, ma anche il domicilio della futura mamma.
Nel caso in cui si dovesse optare per il parto a casa, l’ostetrica incaricata di seguire la nascita del piccolo porterebbe con sé la vasca.
Anche in diversi ospedali si può scegliere il parto in acqua.
La cosa migliore da fare è informarsi bene in merito nel momento in cui ci si documenta sul luogo migliore dove dare alla luce il proprio bimbo.