Quanto deve mangiare un bambino in autosvezzamento?
Introduzione
Quanto deve mangiare un bambino in autosvezzamento? Ecco la classica domanda da un milione di dollari che tutti i neo genitori si sono posti almeno una volta.
Per aiutarti a trovare una risposta, ho preparato questo articolo. Come puoi vedere, è presente anche un indice. Grazie ad esso avrai modo, se lo desideri, di approfondire le varie sfaccettature di questo meraviglioso tema semplicemente cliccando sul titolo del paragrafo che ti interessa.
Vuoi maggiori informazioni? Puoi venirmi a trovare su Instagram sul profilo @drsilva.com_official e, soprattutto, scoprire il videocorso “Autosvezzamento pratico, facile e senza stress”.
Accessibile alla fine del paragrafo, è curato e tenuto dalla Dottoressa Federica Dell’Oro, biologa nutrizionista esperta in alimentazione materna e infantile. Saranno proprio i suoi consigli a farti da guida nelle prossime righe!
Svezzamento: quanto deve mangiare il bambino dai 6 ai 12 mesi?
Quando ci si chiede quanto deve mangiare un bambino in autosvezzamento, è necessario partire, nella risposta, con una premessa.
Come specificato chiaramente dalla Dottoressa Dell’Oro all’inizio di questo video, intraprendere il percorso di alimentazione complementare a richiesta vuol dire dimenticarsi degli schemini con le grammature.
Nel suo videocorso, dove è possibile trovare svariati esempi di menù bilanciati, non fornisce alcuna indicazione su quanti grammi di cibo offrire al neonato.
Il motivo? Innanzitutto che ogni bambino è a sé (l’autosvezzamento, ribadisco, è un percorso personalizzato).
Un neo genitore, soprattutto se al primo figlio, può avere comunque bisogno di indicazioni da seguire.
Approfondire questo aspetto vuol dire rammentare prima di tutto l’importanza di proporre un piatto bilanciato.
I primi pasti non lo sono? No problem! Come ho avuto modo di ricordare in questo articolo, è normalissimo e il fabbisogno nutrizionale è tranquillamente soddisfatto dal latte materno o dalla formula.
In poco tempo, il neonato è in grado di ampliare notevolmente la propria finestra di sapori.
Giorno dopo giorno gli assaggi si fanno più consistenti. Si arriva così alla proposta di un pasto completo e bilanciato dal punto di vista dei nutrienti.
Entrando nel vivo delle quantità di questi ultimi, nel video linkato nelle righe precedenti la Dottoressa Dell’Oro fornisce degli esempi visivi.
Prendendo come esempio il fusillo, formato di pasta sicuro per il piccolo in autosvezzamento, si parla, indicativamente, di una quantità compresa tra 8 e 10.
Chiaramente un bambino i 6 mesi ne mangerà solo uno o due, mentre uno di un anno riuscirà, in alcuni casi, a finire la porzione.
Un’altra fonte di carboidrati alternativa alla pasta è la polenta. In questo caso, come suggerito sempre dalla Dottoressa Dell’Oro, è possibile proporne due o tre stick.
Le fonti di proteine, come si può evincere dalle indicazioni messe in primo piano nel video, nel piatto bilanciato in autosvezzamento devono occupare uno spazio minore rispetto agli alimenti che apportano carboidrati.
Se si opta per legumi come le lenticchie rosse decorticate, si può mettere nel piatto un cucchiaio scarso (quantità indicativa da considerare dai 6 ai 12 mesi).
Lo stesso consiglio vale nei casi in cui si decide di proporre al proprio cucciolo formaggi come la ricotta.
Come muoversi se si sceglie l’uovo? Fra le varie alternative per proporlo, citiamo l’uovo sodo. Nel video sopra citato, la Dottoressa Dell’Oro ricorda che, dai 6 mesi all’anno, va benissimo uno spicchio.
In tutto questo vanno considerate anche le fonti di lipidi.
Una delle più utilizzate - ma non l'unica, in quanto esistono anche la frutta secca e l'avocado - è l’olio extra vergine di oliva (rigorosamente a crudo). Dai 6 ai 12 mesi, va bene un cucchiaino.
Apriamo ora la parentesi degli ortaggi. In autosvezzamento, questi cibi occupano una piccola parte del piatto bilanciato del bambino.
Come mai? Perché è importante non esagerare con l’apporto di fibre (attenzione: non bisogna eliminarle ma solo limitarle).
Se si opta per il taglio sicuro in stick - lo spessore, come ricordato più volte, deve essere più o meno quello dell’indice di una mano femminile - vanno benissimo un paio di bastoncini a inizio svezzamento.
Se il pasto è caratterizzato dalla presenza di verdure come i broccoli, si possono proporre due cimette.
Quanto deve mangiare un bambino da uno a due anni?
Domandarsi quanto deve mangiare un bambino in autosvezzamento vuol dire, per forza di cose, soffermarsi anche sulle quantità indicative da offrire tra i 12 e i 24 mesi.
Quando il piccolo ha circa due anni, con l’arrivo dei molari e della conseguente capacità di triturare anche i cibi più duri, si può parlare di fine dell’autosvezzamento.
Una piccola parentesi: questo non vuol dire abbassare la guardia durante il consumo dei pasti.
Fino a 4 - 5 anni, è fondamentale attuare misure di prevenzione secondaria del soffocamento, invitando il bimbo a masticare accuratamente alimenti particolarmente duri come la frutta secca ed evitando di proporglieli quando è distratto, per esempio durante le feste o i momenti di gioco.
Spostando l’attenzione sulle quantità indicative di cibo che dovrebbero caratterizzare un piatto bilanciato in autosvezzamento, rammento che, dai 12 ai 24 mesi, si possono proporre 15 - 20 fusilli come fonte di carboidrati, un cucchiaio intero di ricotta e, come ortaggio, uno bello pieno di zucchine.
Per soddisfare il fabbisogno di lipidi, si può optare per un paio di cucchiaini di olio extra vergine d’oliva.
Nei casi in cui, come fonte di carboidrati, si dovesse decidere di proporre il riso basmati, due cucchiai sono mediamente sufficienti.
Un’ottima alternativa per soddisfare il fabbisogno proteico è il sugo di pesce. Dai 6 ai 12 mesi, se ne possono proporre una trentina di grammi.
Un’altra soluzione per le verdure sono i broccoli, da scegliere nei periodi dell’anno in cui sono di stagione. Dai 6 ai 12 mesi, 3 - 4 cimette possono rivelarsi una scelta azzeccata per un piatto bilanciato.
Nelle righe precedenti, ho citato il riso basmati. Nel videocorso dedicato all’autosvezzamento, la Dottoressa Dell’Oro raccomanda di non cuocerlo troppo e di non proporlo scondito freddo, così da evitare che i chicchi si incollino tra loro. L’ideale è condire subito il piatto con il sugo o con l’olio.
Chi ama questa tipologia di cereale, deve escludere categoricamente il riso del ristorante giapponese.
Fino ad ora, abbiamo parlato di piatti scomposti. Nessuno vieta di proporre piatti unici. Un’idea gustosa e salutare? Il risotto con il sugo di pesce.