perdire marroni in gravidanza

Perdite marroni in gravidanza: cause e quando preoccuparsi

Introduzione

Hai da poco scoperto di essere in dolce attesa e, senza dubbio, la tua mente sarà già piena di dubbi e domande.


Alcune di queste riguardano molto probabilmente l’evenienza delle perdite marroni in gravidanza.


Nelle prossime righe, ti aiuterò a dissipare tutti i dubbi e a scoprire cosa succede quando si presentano e quando preoccuparsi.

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Perdite marroni in gravidanza nel primo trimestre: a cosa sono dovute?

Le perdite marroni in gravidanza nel primo trimestre sono quasi sempre dovute all’impianto della blastocisti in utero.


Questo processo avviene tra il sesto e il dodicesimo giorno dopo il concepimento e prevede le fasi di apposizione, adesione e invasione.


Quando si verifica, può portare alla rottura di capillari a livello dell’endometrio.


Si tratta del cosiddetto falso ciclo. 


Come ho già avuto modo di ricordare qui, a differenza del flusso effettivo si presenta con perdite che virano dal rosato fino al marrone.

perdite marroni in gravidanza

Pure i naturali cambiamenti della cervice durante le prime settimane possono causare l’insorgenza di perdite marroni in gravidanza.


Queste ultime possono presentarsi, per esempio, a seguito di un rapporto sessuale o di una visita ginecologica interna.


In entrambi i casi, si tratta di sangue vecchio.

Quando è il caso di preoccuparsi?

perdite marroni in gravidanza

Davanti alle perdite marroni in gravidanza, è il caso di allarmarsi quando il sintomo è accompagnato da prurito e bruciore.


Questo quadro può essere, in alcuni casi, indicativo di un’infezione vaginale in corso.

Un’altra situazione degna di attenzione è la gravidanza extrauterina (o ectopica).


Situazione di emergenza medica che mette potenzialmente a rischio, in caso di gestione non tempestiva e inadeguata, la vita della mamma, si contraddistingue per l’impianto dell’ovulo fecondato in una zona diversa dalla cavità uterina (nella maggior parte dei casi, l’impianto si verifica nelle tube).


Tra i sintomi che devono mettere in allarme è possibile includere, oltre alle perdite marroni in gravidanza, pure il dolore unilaterale e acuto alla parte bassa dell’addome.

Perdite marroni alla sesta settimana: cosa significano?

Qualora dovessero palesarsi perdite di sangue in gravidanza attorno alla sesta settimana, è bene sapere che la cromia è segnale di un sanguinamento vecchio.


Si tratta del residuo di una perdita già avvenuta o di sangue che si è ossidato in vagina.

perdite marroni in gravidanza

Alla base della loro insorgenza troviamo, nelle settimane iniziali del primo trimestre, il mancato accollamento embrionale.


Si tratta di una situazione degna di attenzione medica che può richiedere, se il curante lo ritiene opportuno, la somministrazione di preparati a base di progesterone e la raccomandazione del riposo.


Tale evenienza, pur essendo da non trascurare, nella maggior parte dei casi si risolve con il naturale progredire della gravidanza.

Che esami fare?

A fronte di perdite marroni in gravidanza e di sintomi associati come il dolore alla parte bassa dell’addome,  lo specialista effettua i seguenti accertamenti:


  • Rilevazione della beta hcg, il cui dosaggio risulta più basso rispetto a quello delle gravidanze fisiologiche. Inoltre, la crescita è lenta e non c’è il raddoppio, che non deve per forza essere matematico, ogni 48 ore circa;

  • esecuzione dell’ecografia transvaginale, esame che permette di visualizzare l’effettivo impianto a livello tubarico o appurare, nonostante le beta che crescono, l’assenza di gravidanza in utero.

Quando le perdite sono dovute a mancato accollamento deciduo-coriale, viene semplicemente eseguita un'ecografia e si procede, come già accennato, a raccomandare riposo alla paziente.


Attenzione: le perdite possono presentarsi fino alla risoluzione del distacco, diventando man mano più scure fino a quando non scompaiono. 

Perdite marroni nel secondo e nel terzo trimestre: perché si verificano?

perdite marroni in gravidanza

Man mano che prosegue la gestazione, possono verificarsi diverse evenienze che portano all’insorgenza di perdite marroni in gravidanza


Ecco alcuni di questi casi:


  • Inserzione bassa della placenta, che si trova vicina all’orifizio della cervice uterina.

  • Perdita del tappo mucoso.

Nel primo dei due casi elencati, è bene ricordare che la situazione delle perdite marroni in gravidanza e della posizione della placenta tende a rientrare con l’incremento del volume uterino e con il conseguente spostamento della placenta verso l’alto.


In merito al secondo, invece, è opportuno sapere che si tratta di un quadro assolutamente fisiologico e che può essere necessario attendere ancora qualche giorno prima di vedere l’inizio del travaglio

Perdite marroni gravidanza a termine: le altre possibili cause

Se le perdite marroni in gravidanza possono presentarsi in momenti come la perdita del tappo mucoso - qui gli altri segnali a cui fare attenzione - non sempre il loro palesarsi è segnale fisiologico.


Esistono anche altre cause che, nel terzo trimestre o a termine gravidanza, devono destare allarme e richiedono immediato intervento medico.


Tra queste rientra l’evenienza - rara - dei vasi previ.

perdite marroni in gravidanza

In cosa consiste?


In uno sviluppo anomalo dei vasi ematici che hanno il compito di apportare sangue al feto. 


Sviluppandosi a livello della cervice arrivano, di fatto, a bloccare il passaggio dello stesso.


Nelle fasi iniziali del travaglio, possono andare incontro a lacerazione, privando il feto dell’apporto ematico, necessario per la sua sopravvivenza.

Nel periodo vicino al termine, le perdite marroni in gravidanza possono verificarsi pure per le seguenti cause:


  • Distacco di placenta

  • Rottura dell’utero


Nel primo caso, è bene ricordare che l’entità della perdita ematica può non dare subito l’idea della gravità della situazione, in quanto una parte - anche consistente - di materiale ematico può rimanere ferma dietro la placenta.


Per quanto riguarda il secondo punto, ricordiamo che si tratta di un evento che può presentarsi in donne con utero caratterizzato dalla presenza di tessuto cicatriziale a seguito di un precedente cesareo o di un intervento di miomectomia (rimozione di fibromi uterini).

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