Tappo mucoso: guida per la futura mamma
Introduzione
Cos’è il tappo mucoso? Quando avviene l’espulsione e come può, la futura mamma, accorgersi che la perdita ha avuto luogo? Dopo quanto tempo viene al mondo il cucciolo?
In questi tre interrogativi, sono racchiusi alcuni dei dubbi più frequenti per le donne in dolce attesa.
Se ti riconosci, l’articolo nelle prossime righe fa per te. Come vedi, l’ho corredato con un indice, grazie al quale potrai, se vorrai, approfondire nel dettaglio gli aspetti che più ti interessano semplicemente cliccando sul titolo del paragrafo.
Per maggiori informazioni, puoi venirmi a trovare su Instagram sul profilo Drsilva.com_official.
Ora, come dico spesso nei miei video, entriamo nel vivo dell’azione.
Ti aiuterò a scoprire, con la preziosa guida dei consigli della Dottoressa Maria Chiara Alvisi, ostetrica indipendente e autrice del videocorso preparto al quale puoi accedere alla fine del paragrafo, una tematica nodale per qualsiasi donna in gravidanza.
Cos'è il tappo mucoso?
Soprattutto nei casi in cui si vive per la prima volta il viaggio della gravidanza, è naturale chiedersi cos’è il tappo mucoso.
Per rispondere in maniera completa a questa domanda, bisogna fare un piccolo salto nel tempo, a circa un mese dal concepimento. Questo momento, a ragione, può essere definito cruciale.
Vede infatti il collo dell’utero, conosciuto anche con l’espressione cervice uterina, ammorbidirsi e assumere una colorazione tendente al bluastro.
I cambiamenti non finiscono qui: la zona del collo dell’utero, infatti, diventa estremamente delicata, andando incontro a sanguinamento anche a fronte di traumatismi molto lievi.
Il quadro appena descritto si contraddistingue per l’avvio, da parte delle cellule della cervice uterina, di un processo meraviglioso, che ci ricorda, per l’ennesima volta, la perfezione di Madre Natura quando si parla di nascite.
Di cosa si tratta di preciso? Della produzione di uno strato di muco denso, abbondante e spesso. Questo è il tappo mucoso. Quali sono le sue funzioni?
Sigillare la cavità uterina;
proteggerla dall’attacco di organismi patogeni - per esempio batteri e virus - potenzialmente pericolosi per la salute della mamma e del suo cucciolo.
Impedendo qualsiasi connessione diretta tra l’ambiente vaginale, caratterizzato dalla presenza di innumerevoli batteri, e il collo dell’utero, il tappo mucoso è una vera e propria barriera che protegge il feto.
Madre Natura, oltre ad allungare, inspessire e ruotare posteriormente la cervice, chiude la sopra citata comunicazione tra la vagina e l’interno della cavità uterina.
Essendo, come già detto, una barriera, il tappo mucoso presenta una consistenza vischiosa e, come ho sottolineato all’inizio del paragrafo, è molto denso.
Perdita del tappo mucoso: quando si verifica e quali sono i segnali
Come sottolineo all’inizio di questo video, quando la gravidanza si avvia verso le settimane conclusive è possibile, ma non certo, che si verifichi la perdita del tappo mucoso.
Quali sono i sintomi grazie ai quali la mamma in attesa può capire che è avvenuta? Il principale da considerare riguarda le perdite.
A fine gravidanza, sono, per ragioni fisiologiche, particolarmente abbondanti.
Capita di frequente che la futura mamma riferisca di una perdita decisamente più abbondante delle altre. Si parla, in questo caso, del momento dell'espulsione del tappo mucoso.
Ricordo altresì il suo presentarsi improvvisamente e in un unico momento.
È difficile, se non impossibile, non accorgersi della situazione.
Come già accennato, la perdita al centro dell’attenzione è diversa dalle altre tipiche della gravidanza avanzata in quanto più abbondante.
Inoltre, si distingue dall’urina per il fatto di avere una consistenza gelatinosa.
Quando si perde il tappo mucoso, bisogna mettere in primo piano un atteggiamento all’insegna della serenità e della tranquillità.
L'espulsione non può essere infatti annoverata tra i segnali di imminente avvio del travaglio.
Il verificarsi della perdita del tappo mucoso è semplicemente un messaggio che indica alla futura mamma che qualcosa a livello del collo dell’utero sta cambiando (si sta accorciando, sta modificando la sua inclinazione etc.).
Un altro mutamento che ha un ruolo rilevante quando si parla di espulsione del tappo mucoso è quello che coinvolge la consistenza del muco, a sua volta influenzata dalle variazioni ormonali tipiche della fine della gestazione.
Dopo quanto tempo la futura mamma partorisce?
L’espulsione del tappo mucoso va letta come un segnale di cambiamento rilevante.
Non bisogna, però, considerarla un’evenienza tanto grave da dover raggiungere tempestivamente il luogo scelto per il parto.
Non è neppure il caso di affannarsi a prenotare un controllo.
Soprattutto se sta aspettando il primo figlio, una futura mamma si chiede, di riflesso, quanto tempo passa tra la perdita del tappo mucoso e il parto.
La risposta a questa domanda, come in tanti casi, è una e una sola: dipende!
Bisogna considerare la possibilità che si verifichino due situazioni. Ecco quali:
Perdita del tappo mucoso con il travaglio in corso (sì, può capitare);
espulsione che avviene in un momento in cui sono assenti onde riconducibili all’avvio del travaglio di parto (qui un articolo con tutti i segnali per riconoscerle).
Nella prima delle due circostanze, i tempi sono legati alla diade mamma - neonato.
Nella seconda, invece, non è possibile quantificare un intervallo di tempo preciso e valido per tutte.
Possono passare alcuni giorni, ma anche delle settimane.
La cosa migliore che può fare la futura mamma è mettersi in ascolto profondo del proprio corpo e, se dovessero presentarsi dei dubbi o delle preoccupazioni, consultare la sua ostetrica di fiducia.