perché il mio bambino piange sempre

Perché il mio bambino piange sempre? Cause e rimedi

Introduzione

Dottore, perché il mio bambino piange sempre?”: ogni giorno, sui social così come in studio, tantissimi neo genitori mi chiedono consiglio in merito.


Se hai questo dubbio, nelle prossime righe dell’articolo ti fornirò informazioni chiare e scientifiche che ti aiuteranno a chiarirlo.


Come vedi, è presente anche un indice, inserito con lo scopo di rendere agevole la tua lettura e di permetterti, se vorrai, di approfondire le varie sfaccettature del tema cliccando sul titolo del paragrafo che ti interessa.


In questo contenuto, non ti spiegherò solo le vere cause che portano un bimbo a piangere spesso, di giorno come di notte, ma sfaterò anche alcuni falsi miti su una problematica molto frequente nei primi mesi di vita e spesso associata ai momenti di pianto del bambino: le coliche neonatali.


Per scoprire cosa davvero le provoca e per comprendere gli step per curarle in maniera efficace, puoi dare un’occhiata al videocorso verticale che ho preparato per te (lo trovi alla fine del paragrafo).


Se, invece, vuoi scoprire le migliori dritte per accompagnare il tuo cucciolo nel suo sviluppo motorio, ti aspetto sul profilo Instagram @drsilva.com_official.

Perché i bambini piangono?

Il pianto è il principale metodo di comunicazione per il neonato. Fra i parametri valutati tramite l’indice di Apgar subito dopo la nascita, il pianto del neonato, ogni volta che si manifesta, ha sempre un fattore causale che lo provoca.


Non ha senso quindi porsi la domanda “Quando i bambini piangono senza un motivo?”. 


Una causa c’è sempre. Nelle prossime righe, vediamo assieme sia quelle fisiologiche, sia quelle legate a situazioni problematiche (che sì, possono essere risolte). 

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Bambino che piange sempre: le cause fisiologiche

Quando una neo mamma si pone la domanda “Perché il mio bambino piange sempre?”, deve, prima di qualsiasi altra cosa, soffermarsi sulle possibili cause fisiologiche.


La principale è indubbiamente la fame (questa tipologia di pianto parte a bassa intensità, acquisendo man mano maggior forza e un ritmo cadenzato).


Come ricorda giustamente la Dottoressa Alvisi, l’ostetrica del team DrSilva, in questo videoprima di arrivare al pianto, il piccolo invia chiari segnali del suo bisogno di essere nutrito.


Nell’elenco è possibile includere il fatto di muovere le pupille sotto le palpebre se ha gli occhi chiusi, così come la bocca aperta alla ricerca del seno, per non parlare dei movimenti della lingua e dell’avvicinamento delle manine alla bocca.


Fra le altre cause fisiologiche del bambino che piange rientrano il pannolino sporco, la scomodità nella posizione in cui si trova e il fatto di sentirsi perso in un luogo senza riferimenti.


In questa video pillola, la Dottoressa Alvisi rassicura le mamme e il papà facendo presente che il bambino che piange quando viene messo nella culla sta manifestando il bisogno di contatto e di relazione caratteristico di tutti i mammiferi.


Aumentare le occasioni di contatto, per esempio attraverso il babywearing, permette di ridurre le crisi di pianto del cucciolo e di trovare il giusto equilibrio nella relazione con lui.

Quando preoccuparsi se un bambino piange?

Se ti stai arrovellando sulla domanda “Perché il mio bambino piange sempre?” e ti stai chiedendo quando è il caso di preoccuparsi, ti ricordo l’importanza di valutare l'adeguata risposta alle richieste fisiologiche del piccolo, alle quali ho dedicato il paragrafo precedente.


Nei casi in cui il pianto è intenso fin da subito e prolungato nel tempo - segnale di dolore - ed è associato a pancia gonfia, rigurgiti e problematiche gastrointestinali più o meno frequenti, alla base possono esserci criticità come le coliche e il reflusso.


Come sottolineo in questo video, l’affermazione che chiama in causa le coliche gassose e del reflusso gastroesofageo nel neonato definendoli fenomeni transitori dovuti all’immaturità intestinale e del cardias è falsa e pericolosa.


Per fortuna, è stata anche smentita dalla scienza.


In questo bellissimo studio, pubblicato nel 2018 e condotto negli USA, si parla della vera causa delle coliche neonatali, ossia un quadro intestinale all’insegna dell’infiammazione.


Gli esperti che hanno condotto il lavoro scientifico hanno analizzato i campioni fecali di alcuni neonati con coliche (inizialmente si sono focalizzati solo su piccoli allattati al seno, includendo, in seconda istanza, anche neonati allattati con formula).


Hanno scoperto livelli alti di calprotectina fecale, marcatore fondamentale nelle diagnosi differenziali tra patologie infiammatorie e non infiammatorie dell’intestino.



La conseguente disbiosi microbica potrebbe, sempre secondo gli studiosi della Houston McGovern Medical School, influire sulle funzioni cerebrali e persino sullo sviluppo del cervello stesso.


Chiaro è che, nel momento in cui ti chiedi tutti i giorni “Perché il mio bambino piange sempre?” e, in concomitanza con il pianto inconsolabile, noti segnali come la tendenza a contrarre la pancia e a portare le gambine verso il bacino, c’è qualcosa che non va.


Tra gli altri sintomi che devono metterti in allarme ricordo anche le assidue emissioni di gas (da qui deriva l’espressione “coliche gassose”).


Come intervenire con il giusto approccio e dire addio alla problematica, a dir poco gravosa psicologicamente per qualsiasi coppia di neo genitori, del bambino che piange in continuazione


Te lo spiego bene nel prossimo paragrafo!

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Il bambino piange per le coliche: come risolvere il problema

Abbiamo visto che la risposta all’interrogativo “Perché il mio bambino piange sempre?” può chiamare in causa diversi fattori, fisiologici e non.


Nel novero dei secondi, è possibile includere le coliche gassose e il reflusso.


Prima di parlare di rimedi, è opportuno discutere di prevenzione, partendo dall’alimentazione materna in gravidanza.


La qualità della dieta della mamma durante la gestazione può influire tantissimo sulla salute intestinale del cucciolo.


Come sottolineo nel videocorso dedicato alla cura delle coliche, nel corso degli ultimi anni la scienza ha scoperto che i pattern alimentari che vedono un ampio ricorso ad alimenti di origine vegetale, legumi e pesce e un’assunzione limitata di prodotti lattiero-caseari, zuccheri e carni processate, sono collegati a diversi benefici per la salute del cucciolo.


Non dimentichiamo, infatti, che attraverso il liquido amniotico il feto sente i sapori di quello che mangia la mamma.


cibi pro-infiammatoriin primis latte e derivati, zuccheri, farine raffinate, andrebbero evitati o fortemente ridotti pure nel corso dell’allattamento al seno.


Nel videocorso sull’alimentazione in gravidanza e in allattamento della Dottoressa Federica puoi scoprire consigli specifici su come mangiare fin dal momento in cui scopri il test positivo


Piccolo appunto: per un impatto positivo dirompente sulla tua salute, su quella del tuo bimbo e sì, anche su quella delle future generazioni, è opportuno iniziare a curare la dieta già in periodo preconcezionale.


Uscendo dal campo della prevenzione ed entrando in quello della cura delle coliche gassose, è chiaro che i cambiamenti nella dieta materna, se tempestivi, possono fare tantissimo.


Se il piccolo è allattato artificialmente, è nodale valutare la tipologia di latte, la forma della tettarella, che come ricordano le ostetriche deve essere il più possibile simile a quella del seno materno, e il foro della stessa.


Quest’ultimo regola il flusso del latte che, se troppo intenso, può portare il piccolo a iniziare la digestione in modo scorretto.


Anche la posizione del piccolo quando si offre il biberon può fare una grande differenza (nel capitolo dedicato del videocorso, ti spiego bene come mai).


In conclusione, non posso non menzionare il ruolo dell’osteo-massage alla pancia del neonato, prezioso quando si tratta di risolvere eventuali tensioni a livello gastrointestinale, facilitando il transito e regolarizzando l’alvo.


Nel video qui sotto, ti mostro una parte del trattamento, facendoti vedere, per esempio, quanto è necessario andare in profondità (nel videocorso, spiego step by step come procedere).

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