svezzamento a 5 mesi

Svezzamento a 5 mesi: sì o no?

Introduzione

Si può iniziare lo svezzamento a 5 mesi? Innumerevoli sono i casi di neo genitori che si pongono questo interrogativo.


Se la domanda fa parte anche dei tuoi pensieri, magari perché hai un bimbo nato da poco e ti stai già documentando sulle fasi della sua alimentazione dopo il semestre di allattamento, questo contenuto fa per te!


Caratterizzato dalla presenza di un indice per darti modo di entrare nel vivo delle varie sfaccettature del tema semplicemente cliccando sui titoli dei paragrafi, è parte di un percorso che, se vuoi, puoi completare con il videocorso “Autosvezzamento pratico, facile e senza stress”.


Curato dalla Dottoressa Federica Dell’Oro, la biologa nutrizionista del team DrSilva, è stato ideato per prenderti per mano e aiutarti a scoprire il fantastico mondo dell’alimentazione complementare a richiesta.


Per ulteriori contenuti dedicati al benessere e allo sviluppo del tuo bimbo, c’è anche il mio profilo Instagram @drsilva.com_official.

Iniziare lo svezzamento a 5 mesi: è corretto?

In linea di massima, iniziare lo svezzamento a 5 mesi non è corretto. Come ricordato in questo video dalla Dottoressa Federica Dell’Oro, è molto difficile che un bimbo di quell’età abbia maturato i requisiti per gestire alimenti diversi da latte materno o formula.


Non dimentichiamoci, infatti, che sono ben quattro:


  • Perdita del riflesso di estrusione, ossia il riflesso arcaico neonatale che permette al piccolo di gestire al meglio il processo di suzione e di contrastare l’ingresso di alimenti solidi in bocca. Per capire se nel proprio bimbo è decaduto, si può avvicinargli alle labbra un cucchiaino vuoto. Se, a fronte di questo stimolo, tira fuori la lingua quasi a cercare di sfregarla sul palato, vuol dire che il riflesso involontario è presente;
  • capacità di mantenere la posizione seduta con l’aiuto di pochi supporti - basta il seggiolone e qui puoi trovare i consigli su come sceglierlo - e senza ingobbirsi troppo;
  • gestione della prensione palmare;
  • interesse, non dovuto a fame ma a impulso all’imitazione, verso il cibo consumato dagli adulti. A 5 mesi è molto probabile che questo requisito sia stato raggiunto, soprattutto se si ha l'abitudine di farsi vedere dal piccolo mentre si cucina o si mangia - va benissimo - ma la cosa non basta. Servono, infatti, anche gli altri tre.

Generalmente, i neonati maturano le competenze appena elencate attorno ai 6 mesi. 

 

Si tratta, però, di un riferimento generale. Ci sono bimbi che li maturano a 5 mesi e mezzo e altri, invece, a 6,5 -7.


svezzamento a 5 mesi

Svezzamento 5 mesi: è troppo presto?

Sì, iniziare lo svezzamento a 5 mesi è troppo presto. Come specificato dalla Dottoressa Dell’Oro nel video linkato nelle righe precedenti, considerata l’unicità di ogni singolo bambino è probabile un anticipo, rispetto ai 6 mesi, di un paio di settimane. 

 

Un mese, soprattutto in anticipo, è decisamente troppo.


Si può parlare, nella maggior parte dei casi, di una variabilità di circa un paio di settimane


Ora è arrivato il momento di vedere, nelle prossime righe, i rischi che si corrono iniziando lo svezzamento troppo presto.

Svezzamento al quinto mese: quali rischi comporta?

Quali sono i rischi dello svezzamento a 5 mesi


Il primo riguarda il fatto che, a quell’età, l’apparato digerente del bimbo non è pronto a processare cibi che siano diversi dal latte materno o dalla formula.


Iniziare a 5 mesi vuol dire non avere di fatto la possibilità, perché il piccolo non ha le competenze per gestirli, di proporre cibi solidi.


Partendo con le consistenze come quella dell’omogeneizzato, il bimbo fa più fatica a imparare a masticare e a dare il via a un processo a sua volta fondamentale per lo sviluppo del linguaggio.


Non masticando ma succhiando, è per lui più difficile entrare in contatto con il senso di sazietà, con tutti i rischi del caso riguardanti la ipernutrizione.


Lo svezzamento a 5 mesi e il conseguente focus sugli omogeneizzati, non consente, inoltre, di vivere quell’esperienza sensoriale completa che caratterizza l’autosvezzamento e che fa sì che sia il neonato, e non l’adulto che lo imbocca, il vero protagonista.

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