perdite di sangue in gravidanza

Perdite di sangue in gravidanza: cause e quando preoccuparsi

Introduzione

Perdite di sangue in gravidanza: a cosa sono dovute? Quando è il caso di preoccuparsi?


Se stai cercando informazioni in merito, sappi che i fattori causali possono essere diversi, motivo per cui è importante approfondire, anche per evitare di preoccuparsi.

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È normale avere perdite di sangue durante la gravidanza?

Sì, può capitare di avere perdite di sangue in gravidanza.


Questa evenienza, soprattutto nel primo trimestre, riguarda una mamma su quattro. 

Perdite di sangue in gravidanza: a cosa sono dovute?

perdite di sangue in gravidanza

Le cause delle perdite di sangue in gravidanza variano a seconda del momento della gestazione in cui si presentano.


Un’informazione importante: nel momento in cui si osservano le caratteristiche delle perdite di sangue durante la gravidanza, si può già avere una possibile idea della causa della loro insorgenza. 

Cause delle perdite di sangue in gravidanza nel primo trimestre

perdite di sangue in gravidanza

L’insorgenza di perdite di sangue in gravidanza nel primo trimestre è un’evenienza frequente.


Numeri alla mano, riguarda circa il 30% delle mamme in attesa. 


Solo nel 15% dei casi, sempre secondo le statistiche più autorevoli, si verifica un aborto.


Sì, hai capito bene: non sempre notare delle perdite di sangue in gravidanza deve essere motivo di preoccupazione.


Tieni sempre presente che, fin dalle prime settimane di attesa, il corpo della mamma è interessato da grandi cambiamenti.


Tra questi, spicca l’aumento della vascolarizzazione del collo dell’utero.


Alla luce di ciò, può capitare di notare perdite di sangue gravidanza a seguito di una visita vaginale dal ginecologo o dopo un rapporto sessuale (ricorda che il sesso in gravidanza non è controindicato).

Quando si parla di perdite di sangue in gravidanza nel primo trimestre e di cause che le provocano, un doveroso cenno va dedicato all’impianto della blastocisti.


Frutto di un complicato scambio di segnali biologici con il tessuto endometriale, può provocare la rottura di piccoli capillari e le perdite da impianto.


Ecco in cosa si differenziano dal flusso normale:


  • Durata breve, pari a massimo 2-3 giorni.

  • Perdite ematiche decisamente più esigue.

  • Colore più tenue: può essere anche rosso e, in tal caso, il tono è decisamente più soft.

  • Assenza di coaguli.


Solo l’esecuzione del test ti confermerà l’effettivo inizio della gravidanza.

Perdite ematiche gravidanza nel secondo e nel terzo trimestre: le cause

Parliamo ora delle cause delle perdite ematiche in gravidanza nel secondo e nel terzo trimestre.


Vediamo ancora una volta qualche numero. Le perdite ematiche negli ultimi due trimestri riguardano il 5-10% circa delle donne in gravidanza. Nella quasi totalità dei casi, non rappresentano un motivo di preoccupazione.


Di frequente, alla base della loro insorgenza ci sono fattori riguardanti la placenta. 

Placenta previa

perdite di sangue in gravidanza causate dalla placenta previa

La placenta previa è una condizione in cui la placenta copre totalmente o in parte l’orifizio uterino interno.


Tra i sintomi che mettono in allarme la mamma in attesa e che portano alla diagnosi rientrano le perdite di sangue in gravidanza indolori e che si presentano dopo la ventesima settimana di gravidanza. 

Distacco di placenta

Il distacco di placenta, emergenza ostetrica grave, è un’altra causa di perdite di sangue in gravidanza.


Evenienza rara, è spesso preceduta dall’insorgenza di dolore addominale.


Quali sono le cause che la provocano? 


Eccone alcune:


  • Pressione arteriosa alta

  • Lesioni addominali

  • Tabagismo e assunzione di sostanze stupefacenti


Doveroso è sottolineare che la quantità di perdite ematiche è frequentemente correlata all’estensione dell’area di distacco.

Parto pretermine

perdite di sangue in gravidanza

Può accadere che, in epoca gestazionale pretermine, a causa di processi di dilatazione o accorciamento del collo dell’utero si palesino delle perdite ematiche.


Per quanto riguarda il colore, si può andare dal rosato, al rosso vivo, fino al marrone.


Trascorsa la trentaseiesima settimana, possono rappresentare un sintomo di parto pretermine.

Quando mi pulisco ho perdite di sangue in gravidanza: devo allarmarmi?

perdite di sangue in gravidanza

Anche se le perdite di sangue in gravidanza non vanno trascurate, è bene ricordare che, nel momento in cui dovesse capitare di vedere sulla carta igienica delle piccole macchie di sangue, non è il caso di allarmarsi.


Ciò vale soprattutto se non sono accompagnate da altri sintomi, tra cui il dolore addominale.


Come già accennato, la loro presenza può essere frutto di cause non patologiche, tra cui la rottura di un piccolo capillare a seguito di un rapporto sessuale.

Quando andare al pronto soccorso per perdite in gravidanza?

quando andare al pronto soccorso in caso di perdite di sangue in gravidanza

Quando, davanti a perdite di sangue in gravidanza, è il caso di recarsi al pronto soccorso?


Nel momento in cui ci si accorge che le perdite ematiche hanno riempito completamente un assorbente all’ora per due ore, è opportuno recarsi al pronto soccorso.


Le perdite in questione, infatti, potrebbero rappresentare il sintomo di un’emorragia severa o di una minaccia d’aborto. 

Come avviene la diagnosi di aborto spontaneo?

perdite di sangue in gravidanza

A fronte di perdite di sangue in gravidanza aventi le caratteristiche sopra menzionate, può essere effettuata, tenendo conto di criteri clinici e strumentali, la diagnosi di minaccia d’aborto.


Le perdite di sangue che la caratterizzano sono clinicamente note con il termine "metrorragia" (perdite di sangue dall'utero).


Nei casi in cui la gravidanza è agli inizi formularla può essere complicato, in particolar modo se la mamma non ha ancora raggiunto la dodicesima settimana.


Un riferimento importante è l’output dell’ecografia transvaginale, esame fondamentale per i seguenti motivi:


  • Permette di inquadrare la sede della gravidanza.

  • Consente di farsi un’idea dell’evoluzione della gravidanza.


Tramite l’ecografia, inoltre, è possibile diagnosticare un eventuale impianto extra uterino, un aborto interno o una gravidanza molare, rara evenienza che si contraddistingue per la crescita anomala dei tessuti placentari, che impediscono, di fatto, il corretto sviluppo embrionale.

Se la mamma in attesa con perdite di sangue in gravidanza e diagnosi di minaccia di aborto non viene ricoverata se le perdite ematiche sono di lieve entità.


Il gold standard in questi frangenti prevede il fatto che la mamma rientri al proprio domicilio e che si fissino follow up ambulatoriali a stretto giro.


Qualora dovessero essere presenti dolori pelvici, si procede quasi sempre alla prescrizione di paracetamolo e si evita il ricorso all’ibuprofene.

perdite di sangue in gravidanza

Grazie al monitoraggio dei livelli delle beta hcg, raccomandato dalle linee guida AOGOI, si ha modo di capire se la progressione vede in primo piano una gravidanza evolutiva o un aborto.


Spetta agli operatori dell’ospedale fornire alle mamme che vivono questa situazione clinica un adeguato supporto psicologico, ma anche tutte le informazioni sui rischi per la salute correlati alla suddetta condizione.


Nei casi in cui il sanguinamento dovesse assumere un’entità importante ed essere accompagnato da crampi addominali, si presenterebbe la necessità di una valutazione clinica repentina per valutare ed eventualmente contenere il rischio di emorragia grave.

Progesterone e perdite di sangue in gravidanza: ecco cosa sapere

In caso di perdite di sangue in gravidanza e di diagnosi di minaccia di aborto, quando il curante lo ritiene opportuno può prescrivere la somministrazione di progesterone bioidentico.


Soprattutto all’inizio della gravidanza, il ricorso al progesterone, che impedisce che l’utero si contragga, può aiutare a favorire l’accollamento della placenta.

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