guida al parto naturale

Parto naturale: le risposte ai dubbi a cura dell’ostetrica

Il parto naturale è un’esperienza unica per la mamma. Riuscire a dare alla luce il proprio bimbo con le proprie forze rende consapevole la madre della sua potenza ed è una grandissima soddisfazione.


Si possono leggeri libri, guardare video e partecipare a corsi, ma si sarà in grado di comprendere a pieno questo evento solo vivendolo in prima persona.


In questo articolo potrai trovare le risposte ai principali dubbi di ogni futura mamma a cura dell’Ostetrica Maria Chiara Alvisi.

Cosa significa parto naturale?

Per parto naturale o spontaneo si intende il parto che avviene per via vaginale con le sole forze della mamma, ovvero senza l’utilizzo di farmaci o ausili ostetrici (es. ventosa).


Infatti, in caso ci sia un intervento da parte delle ostetriche sarebbe corretto definirlo parto vaginale operativo.


Sicuramente, si differenzia dal parto cesareo che non avviene per via vaginale, ma dalla parete addominale della mamma tramite un’operazione chirurgica.

Le fasi del parto naturale

Abbiamo definito il significato di parto spontaneo; quindi, ora vediamo cosa avviene durante questo evento. Per parto, però, non si intende solo il momento della nascita del bambino, ma tutto il processo. Infatti, possiamo individuare 3 fasi.

Fase dilatante

La prima fase prevede tutti i fenomeni che portano alla modifica del collo dell’utero per arrivare alla dilatazione necessaria a far nascere il piccolo.


Questa fase può essere a sua volta suddivisa in altre due:

  • Fase prodromica: è caratterizzata da contrazioni irregolari in intensità, durata e frequenza. Può iniziare addirittura qualche giorno prima del vero e proprio parto naturale con delle piccole contrazioni avvertite come un indurimento della pancia. L’obiettivo di questa fase è l’appianamento e ammorbidimento del collo dell’utero e la dilatazione di 4 cm. 
  • Fase attiva: avviene quando si è raggiunto una dilatazione di 4 cm e le contrazioni iniziano a diventare regolari. L’obiettivo di questa fase è il raggiungimento dei 10cm di dilatazione per passare alla fase di espulsione.
travaglio

Fase espulsiva

Quando vengono raggiunti i 10 cm di dilatazione, può capitare che le contrazioni diminuiscano di forza per un tempo limitato. Questo momento è chiamato fase di transizione ed è molto utile alla mamma per riprendere fiato e accumulare le energie necessarie per le spinte.


Infatti, passata questa pausa di una durata massima di un’ora, ritornano le contrazioni e la mamma percepisce la necessità di spingere. Durante questa fase del parto naturale il piccolo passa attraverso il canale vaginale per nascere.

Secondamento ed espulsione degli annessi fetali

L’ultima fase prevede l’espulsione di placenta e membrane del sacco amniotico. La mamma, dopo aver dato alla luce il suo piccolo, sentirà un’ultima necessità di spingere e espellere gli annessi fetali.

nascita del neonato da parto naturale

Come accorgersi di essere in travaglio

Come abbiamo detto, il travaglio è caratterizzato dalla fase prodromica e quella attiva. Ci si accorgerà di essere entrati nella prima fase per le contrazioni che vengono percepite più o meno dolorose.


Però, è possibile accorgersi dell’imminenza del travaglio attraverso alcuni sintomi che avvengono anche alcuni giorni prima del giorno del parto naturale. Tra questi c’è la perdita del tappo mucoso, ovvero una quantità importante di muco denso che faceva da barriera alla cavità uterina dai batteri.


Un altro segnale è la “rottura delle acque”, ovvero la rottura delle membrane del sacco amniotico; dunque, la fuoriuscita del liquido amniotico. A questo avvenimento possono iniziare subito le contrazioni, ma anche se non partono è necessario recarsi all’ospedale in quanto motivo di ricovero.

La durata del travaglio

Non c’è una regola che assicuri un tempo massimo della durata del travaglio perché è un fattore che dipende da donna a donna.


Le linee guida suggeriscono che il primo parto dovrebbe durare dalle 12 alle 18 ore, mentre i travagli successivi dalle 6 alle 8 ore.


Però, ad allungare o abbreviare le tempistiche ci sono da considerare anche i fattori fisici, psichici e ambientali.

Cosa fare quando inizia il travaglio

La prima cosa da evitare è quella di andare in panico o farsi prendere dal terrore. Questi fattori, oltre a rallentare tutto il processo, porteranno la mamma a vivere male tutto il parto.


Soprattutto con il primo parto naturale, i futuri genitori pensano di dover recarsi in ospedale subito all’inizio delle contrazioni o quando diventano leggermente più forti.


Il consiglio è quello di aspettare un’attività contrattile regolare per intensità, durata e frequenza, presente circa ogni 3-4 minuti della durata di circa 40-60 secondi per un’ora consecutiva.


Si può anche effettuare una doccia calda. Questa può regolarizzare le contrazioni o rallentarle, ma aiuterà a sciogliere la tensione e attenuare il dolore.


Ricorda, gestire la fase prodromica a casa permetterà di viverla più serenamente essendo il luogo familiare e conosciuto, a differenza di una sala di ospedale.


Inoltre, nella maggior parte degli ospedali, il papà viene fatto entrare solo quando la mamma arriva alla fase attiva del travaglio; dunque, a casa potrai godere anche del suo sostegno e della sua presenza anche nella prima fase.


Se però la donna non dovesse più avvertire i movimenti del bambino, dovesse avere perdite di sangue simil-mestruali o perdite di liquido giallo-verdi, deve recarsi immediatamente in ospedale.

fasi del parto naturale

Quanto è doloroso il parto naturale?

La domanda che tutte le future mamme si sono poste almeno una volta è “quando sarà doloroso il parto naturale?”.


Sebbene il dolore sia un concetto molto soggettivo, sicuramente il parto rappresenta il dolore più forte e intenso che una donna possa mai sperimentare.


Ci sono donne che faticano a sopportare già le prime contrazioni, mentre altre che arrivano alla fase attiva quasi senza accorgersi (poche e molto fortunate!).

Come gestire il dolore

Sebbene non si possa negare che il parto naturale sia doloroso, ci sono alcune tecniche che possono aiutare a gestirlo al meglio.


È possibile ricorrere a 2 categorie di metodi:

  • Farmacologici: l’utilizzo dell’analgesia epidurale e il protossido di azoto
  • Naturali: posizioni libere; il massaggio, generalmente praticato a livello lombare; l’aromaterapia; la musicoterapia; il parto in acqua.

Ormai in tutti gli ospedali, la mamma è lasciata libera nelle posizioni, ovviamente se sicure per il bambino, per gestire al meglio le contrazioni.


Infatti, i corsi pre parto forniscono una serie di consigli sulle possibili posizioni da assumere e su come respirare per focalizzarsi sulle pause tra una contrazione e l’altra, invece che sul dolore della contrazione stessa.


Infatti, una cosa che tante future mamme non sanno è che le contrazioni non sono continue. Riuscire a concentrarsi sulle pause e recuperare le energie permetterà di arrivare all’onda successiva più preparate e forti.

vantaggi del parto naturale

I vantaggi del parto naturale per mamma e bimbo

Avere un parto naturale ha importanti vantaggi sia per la mamma che per il bimbo.


Innanzitutto, riuscire a dare alla luce il proprio figlio con le proprie forze è un’esperienza che permette alla mamma di scoprire la profonda forza che si cela in lei. Inoltre, secondo alcuni studi, la aiuterà ad affrontare meglio anche le successive sfide relative ai cambiamenti che un nuovo membro della famiglia porta.


Inoltre, la ripresa dopo il parto naturale è molto veloce e la mamma riuscirà a camminare e farsi anche una doccia dopo poche ore.


L’inizio dell’allattamento risulta facilitato grazie al bonding che viene proposto a mamma e bimbo subito dopo la nascita.


Infine, anche il neonato trae vantaggio dal parto naturale per 2 principali motivi:

  • Espulsione del liquido amniotico dai polmoni: le contrazioni aiutano questo processo favorendo il primo vagito;
  • Sistema immunitario: nel passaggio per il canale del parto il bambino entra in contatto con i batteri che colonizzeranno il suo intestino favorendo le difese immunitarie.
ostetrica alvisi

Come prepararsi?

Sebbene non si riesca mai ad arrivare veramente e del tutto pronte a questo momento speciale, è possibile prepararsi ad affrontarlo nel migliore dei modi partecipando ad un corso pre parto. Infatti, attraverso questo sarà possibile conoscere alcune tecniche per affrontare il dolore e comprendere le fasi che caratterizzano il parto naturale, ma sarà possibile anche togliersi dei dubbi e paure.


Nascere e Rinascere Madre è il videocorso Pre-Parto online più completo, multidisciplinare e pratico di sempre, creato dalla Dott.ssa Maria Chiara Alvisi (Ostetrica libera professionista esperta in Allattamento al Seno e Pavimento Pelvico) con la mia collaborazione come Osteopata pediatrico e quella della Dott.ssa Federica Dell’Oro, Biologa Nutrizionista.


Nascere e Rinascere Madre è composto da 5 Incontri di 40/60 minuti l’uno e 5 lezioni Pratiche propedeutiche alla Gravidanza, Travaglio e Parto.

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