come preparare il seno in gravidanza

Come preparare il seno in gravidanza

Introduzione

Sono tantissime le donne in dolce attesa che si chiedono come preparare il seno in gravidanza.


Dato che l’argomento è importante e molto gettonato, ho deciso di preparare questo contenuto.


Preceduto da un indice per darti modo di approfondire i dettagli che ti interessano in pochi click, contiene informazioni che possono essere completate con il videocorso “Al Profumo di Latte”, accessibile cliccando sul pulsante alla fine del paragrafo e curato dalla Dottoressa Maria Chiara Alvisi, ostetrica del team DrSilva.


Ti ricordo altresì che, per contenuti dedicati al benessere e allo sviluppo del tuo bimbo, puoi venirmi a trovare sul profilo Instagram @drsilva.com_official.

Come si prepara il seno per l'allattamento?

Le donne in dolce attesa che si chiedono come preparare il seno in gravidanza, lo fanno quasi sempre perché, da mamme e/o nonne, sentono parlare di abitudini come lo sfregamento dei capezzoli durante la dolce attesa.


Può addirittura capitare di sentirsi consigliare di indurirli o di passarci sopra il succo di limone.


Diverse mamme in gravidanza hanno sentito parlare dell’importanza di idratarli, così da ottimizzare la loro flessibilità.


Si tratta di espedienti che servono? La risposta è negativa.


Come sottolinea la Dottoressa Alvisi nel video che puoi scoprire quila gravidanza è la migliore “palestra” di preparazione del seno all’allattamento.


Quando ci si fanno domande sul seno in gravidanza e su come cambia, non bisogna dimenticare che, in corrispondenza dell’areola del capezzolo, sono presenti le ghiandole di Montgomery. 


Queste ultime hanno il compito di produrre una sostanza grassa che, a sua volta, svolge due funzioni. 


La prima è quella di attirare, grazie al loro odore, il piccolo quando si allatta


La seconda, invece, riguarda l’idratazione della pelle e la sua protezione dalla proliferazione di batteri patogeni.

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Preparazione del seno in gravidanza: è utile lavare i capezzoli con il sapone?

Un’altra domanda comune tra le donne che si chiedono come preparare il seno in gravidanza riguarda i vantaggi del lavaggio dei capezzoli con il sapone.


Si tratta di una scelta utile? Assolutamente no! Il rischio, mettendola in atto, è quello di compromettere l’integrità del sopra citato strato protettivo, seccando la pelle.


I capezzoli devono semplicemente essere risciacquati quotidianamente.

I massaggi con olio di mandorle aiutano davvero?

Procedere, già quando si è in dolce attesa, a massaggiare i capezzoli con olio di mandorle dolci o con lanolina aiuta a prevenire le ragadi al seno? Assolutamente no!


Quando ci si domanda come preparare il seno in gravidanza, quello che la mamma può fare è, come vedremo meglio, davvero molto poco.


I sopra citati taglietti che insorgono solitamente sulla punta del capezzoli si prevengono in un solo modo: lavorando sulla qualità dell’attacco al seno a partire dalle prime ore dopo la nascita.


Qualora le ragadi dovessero insorgere o fossero palesi segnali di suzione non nutritiva, è bene contattare tempestivamente un osteopata pediatrico (nel video qui sotto, è possibile vedere come avviene una valutazione avanzata della suzione).

La spremitura manuale del seno

Passiamo ora a una parentesi importantissima per le donne che si chiedono come preparare il seno in gravidanza.


Come sopra accennato, un lavoro sul seno che si può già iniziare durante la dolce attesa è la spremitura manuale del seno.


Tecnica che andrebbe introdotta nella quotidianità attorno al terzo trimestre prevede, come si può leggere in questa guida dedicata, di partire riscaldando il seno


L’applicazione locale di calore, infatti, ha un effetto vasodilatatore e miorilassante. Nel corso dell’ultimo trimestre di gravidanza è possibile vedere uscire già qualche goccia di colostro.

L'importanza di un aiuto professionale

Per essere sinceri, c’è un’altra cosa importantissima da citare per rispondere puntualmente a una neo mamma che si chiede come preparare il seno in gravidanza.


Di cosa si tratta? Della richiesta di un aiuto professionale.


Il riferimento, in questo caso, è l’ostetrica, alla quale si può chiedere una consulenza - partire con il videocorso aiuta indubbiamente a velocizzare il tutto - per iniziare a familiarizzare con modalità di attacco e con la gestione, prevenzione e risoluzione di problematiche come le già citate ragadi o la mastite.


Da non dimenticare, inoltre, è il riconoscimento dei segnali di fame del neonato.

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