Le migliori posizioni per allattare al seno: guida completa
Introduzione
Quali sono le migliori posizioni per allattare al seno? In questo interrogativo, è racchiuso un mondo che tocca profondamente l’emotività delle mamme.
Se sei qui, vuol dire che ti interessa approfondire una tematica non importante, di più.
Perfetto! Questo articolo fa per te. Come puoi vedere, è preceduto da un indice. Ho deciso di inserirlo per permetterti, se vorrai, di approfondire le diverse sfaccettature semplicemente cliccando sui titoli dei paragrafi.
Per maggiori informazioni, puoi dare un’occhiata anche su Instagram al profilo @drsilva.com_official.
Adesso, come amo dire, si entra nel vivo dell’azione.
Lo faremo prendendo come riferimento i preziosi consigli della Dottoressa Maria Chiara Alvisi, ostetrica indipendente e autrice del videocorso Al Profumo di Latte, uno straordinario percorso multidisciplinare sull’allattamento al seno al quale puoi accedere alla fine del paragrafo.
Attacco al seno corretto: le buone pratiche da conoscere
Prima di entrare nel dettaglio delle migliori posizioni per allattare al seno, è importante soffermarsi sulle buone pratiche per un attacco corretto.
Il primo aspetto a cui porre attenzione riguarda il contatto tra il corpo della mamma e quello del cucciolo.
Fondamentale è che siano pancia contro pancia. Come sottolineo anche nel videocorso, è importante che tra il corpo della mamma che allatta e quello del suo piccolo non ci sia spazio per nulla.
Si tratta di un dettaglio di grande importanza. Permette infatti al cucciolo di gestire al meglio l’estensione della testina e, di riflesso, di aprire completamente la bocca.
Un altro criterio nodale per un attacco corretto riguarda la posizione del capezzolo.
Il cucciolo non dovrebbe trovarlo davanti alla bocca, ma all’altezza del nasino.
Così facendo, dovrà per forza aprire la bocca per riuscire ad agganciarlo.
A questo punto, la mamma può intervenire avvicinando al capezzolo la testolina del piccolo.
Nel corso delle prime poppate, infatti, è bene che l’attacco sia guidato.
Sì, c’è l’istinto di suzione, ma dal punto di vista degli attacchi concreti si parte da zero e la mamma, come già detto, deve guidare.
Come di preciso? Ecco i passi da compiere:
Sostegno del seno con una mano: la mamma deve tenerlo in direzione della bocca un po’ come se avesse in mano un panino da offrire al proprio cucciolo;
mantenimento del neonato con l’altra mano: così facendo, è possibile concretizzare il sopra citato movimento di aggancio quando il piccolo avrà aperto la bocca.
La pazienza è un’alleata imprescindibile nei primi tempi. Per arrivare a un attacco corretto, infatti, può essere necessario un po’ di tempo.
Tornando un attimo con l’attenzione al secondo dei due punti precedentemente elencati, facciamo presente che il neonato deve essere tenuto dalla radice del collo.
Così facendo, gli si garantisce, mantenendo comunque la sicurezza, libertà di movimento con la testa (spetta a lui, non dimentichiamolo, decidere quando è il momento di attaccarsi o di staccarsi).
In tutto questo, ribadisco, si mantiene una presa salda e si riesce a gestire agevolmente il seno.
I criteri di un buon attacco al seno
Un ulteriore step da considerare prima di parlare approfonditamente di posizioni per allattare al seno riguarda i criteri di un buon attacco.
Il principale riguarda l’areola, che deve essere totalmente o quasi in bocca al piccolo.
In questo modo, il cucciolo avrà il capezzolo in corrispondenza del palato duro; praticamente non lo toccherà e, di riflesso, non lo stirerà.
Il criterio appena menzionato è cruciale per evitare che la mamma senta male durante la poppata.
Come poco fa specificato, non bisogna allarmarsi se il cucciolo non tiene in bocca tutta l’areola.
Può capitare che non ci riesca, soprattutto se il seno della mamma è abbondante.
Quello che conta è che la maggior parte dell’areola entri nella bocca del cucciolo e che il piccolo non prenda il capezzolo in punta.
Proseguendo con l’elenco dei criteri utili a capire se un attacco al seno è efficace, citiamo le labbra del neonato, che devono essere estroflesse.
Non bisogna sentire schiocchi o rumori d’aria che passano ed è importante che le guance del piccolo siano belle piene.
Se, in presenza di questi criteri, si prova dolore, vuol dire che nell’attacco c’è qualcosa da correggere.
Come procedere? Si può, per esempio, staccare il piccolo e provare una posizione diversa.
Se le cose non cambiano nell’immediato, è chiaramente opportuno contattare tempestivamente un’ostetrica specializzata.
Nelle righe precedenti, ho citato il fatto di staccare il cucciolo dal seno.
Anche in questo caso, bisogna procedere facendo attenzione alla tecnica.
L’approccio giusto consiste nell’infilare un dito nell’angolo della bocca del neonato, così da fargli perdere, in maniera non brusca, la presa del capezzolo.
L'importanza del comfort per la mamma
Il cucciolo, come ben si sa, può rimanere attaccato al seno per tempi molto lunghi.
Ecco perché la mamma che allatta dovrebbe vivere il momento della poppata in un contesto caratterizzato dal massimo del comfort.
Ciò implica innanzitutto la ricerca di un luogo che sia caratterizzato dal giusto livello di intimità. Molto utile è anche avere con sé un libro.
Un suggerimento che la Dottoressa Alvisi dà alle mamme che si rivolgono a lei in consulenza riguarda il fatto di circondarsi di cuscini.
Essenziale è anche avere la schiena sempre appoggiata, così da riuscire a scaricare il peso delle spalle.
I cuscini possono rivelarsi preziosi per appoggiare il braccio, così da evitare di dover sostenere, mantenendo i muscoli in attivazione, un peso di 3 - 4 kg.
Posizioni allattamento al seno: le più famose
Possiamo entrare ora nel vivo delle posizioni per allattare al seno. Nei prossimi paragrafi, ci soffermeremo sulle più comuni, ossia le seguenti:
Posizione a culla;
posizione a rugby;
posizione seduta (nota anche come biological nurturing);
posizione sdraiata, spesso consigliata alle mamme che hanno fatto il taglio cesareo.
Entreremo nel vivo delle peculiarità di ciascuna posizione, soffermandoci anche sulle modalità corrette di attacco al seno.
Posizione a culla: peculiarità e modalità di attacco al seno
Quando si parla di posizioni per allattare al seno, quella a culla è indubbiamente la più celebre.
Il cucciolo è sdraiato in obliquo e viene sostenuto dal braccio della sua mamma.
Una peculiarità di questa posizione per l’allattamento al seno riguarda il fatto che il bambino si trova con testa, spalle e bacino sul medesimo asse.
Il dettaglio appena descritto è fondamentale: permette, infatti, di ottimizzare il processo di deglutizione.
Nei casi in cui il cucciolo è sostenuto con la mano che si trova dalla medesima parte del seno che la mamma offre, si parla più precisamente di posizione a culla incrociata.
Come attaccare correttamente il piccolo quando la si sceglie? Prima di tutto, è opportuno che il corpo del cucciolo aderisca bene a quello della mamma.
La testolina, come accennato in precedenza, non deve trovarsi perfettamente di fronte al seno, ma un po’ più in basso.
Così facendo, si favorisce la sua iperestensione e l’apertura della bocca per l’aggancio del capezzolo.
Quando si allatta in posizione a culla, bisogna tenere il cucciolo alla radice del collo.
In caso di attacco guidato, l’altra mano ha il compito di sostenere il seno.
I cuscini possono essere di grande aiuto nella gestione di questa posizione per l’allattamento al seno, ma è meglio non utilizzarli subito.
Nel corso dei primi attacchi, che come già detto richiedono pazienza, è opportuno sentirsi il più libere possibile.
Tornando agli step per un attacco corretto, ricordiamo che, quando il capezzolo è all’altezza del nasino, si può procedere con l’avvicinamento. Si riesce così a dare modo al cucciolo di agganciarsi alla mammella.
Nei primi tempi, l’incontro bocca - seno deve essere completato dalla mamma.
Come ho specificato nelle righe precedenti - e come ricordato dalla Dottoressa Alvisi nel suo videocorso - per avere la certezza di un attacco corretto è fondamentale sentire solo il rumore della deglutizione e nessuno schiocco o suono provocato dall’aria che passa nella bocca del cucciolo.
Il nasino deve essere sempre libero e il piccolo quieto. L’atteggiamento appena citato è frutto del riconoscimento di una risposta a un suo bisogno.
Posizione a rugby: come funziona e come attaccare il piccolo al seno
Un’altra posizione per allattare al seno molto famosa e diffusa è quella a rugby.
Il motivo del nome è presto spiegato: si tratta di una posizione per l’allattamento che vede la mamma tenere il proprio piccolo esattamente come manterrebbe la palla nel corso di una partita di rugby.
In questo caso, il corpo del cucciolo si trova a lato di quello della mamma.
I suoi piedini dovrebbero toccare lo schienale del divano o della poltrona dove la mamma si trova.
La posizione a rugby è molto apprezzata per diversi motivi. Innanzitutto, garantisce un controllo eccellente.
Inoltre, permette al cucciolo di sentirsi più protetto.
Altro aspetto da non trascurare riguarda il suo essere comoda per le mamme di gemelli che vogliono allattare i propri bimbi in tandem.
Nell’ambito delle posizioni per allattare al seno, quella a rugby è spesso consigliata alle mamme che sono state sottoposte al cesareo o che hanno un seno particolarmente abbondante.
Quando la si chiama in causa, è altresì fondamentale rammentare il suo essere utile ai fini del drenaggio di una parte del seno diversa rispetto a quella svuotata con la posizione a culla.
Il mento del cucciolo, infatti, fa perno su un punto differente.
Anche in questo caso, per un attacco corretto al seno è essenziale che non vi sia spazio tra il corpicino del cucciolo e quello della sua mamma.
Il mento, che come poco fa specificato funge da perno, deve essere appoggiato al seno.
Il nasino deve essere di fronte al capezzolo ed è auspicabile che il tessuto del seno non si stiri. A lungo andare, infatti, può causare fastidio.
Avere confidenza con la posizione a rugby oltre che con quella a culla è basilare in quanto, se si riscontra la presenza di una zona del seno non perfettamente drenata, ci si può concentrare sul suo svuotamento cambiando posizione.
L’ascolto del seno - la Dottoressa Alvisi lo ricorda spesso - è nodale in allattamento tanto quanto l’attacco in sé.
Posizione seduta o biological nurturing: tutto quello che devi sapere
La posizione seduta o biological nurturing è spesso consigliata alle mamme che allattano e può essere scelta fin dai primi giorni dopo la nascita.
In questo caso, il piccolo è seduto sulle gambe della mamma e trova il capezzolo davanti al nasino.
Come appena specificato, si tratta di una posizione gestibile fin dall’inizio.
I neonati molto piccoli tengono le gambine flesse sull’addome, in posizione fetale: bisogna lasciarle così.
L’attacco ottimale prevede la massima vicinanza tra il corpo della mamma e quello del suo cucciolo. Il seno, ribadisco, deve trovarsi davanti al nasino.
Questa posizione, soprattutto quando il bimbo è molto piccolo e necessita di un sostegno sia alla schiena, sia alla testina, può inizialmente risultare un po' scomoda.
Acquisendo la giusta dimestichezza, però, si riesce a gestire tutto e si prende confidenza con una posizione che ha il principale pro di favorire un attacco profondo.
Sceglierla può rivelarsi utile nei casi in cui si deve risolvere il problema delle ragadi, ma anche nei frangenti in cui il piccolo presenta delle contratture a livello mandibolare.
In quest’ultima circostanza, è opportuno contattare il prima possibile un osteopata neonatale.
Proseguendo con le istruzioni per un attacco corretto, ricordiamo l’importanza di sostenere il seno e, nel contempo, di reggere il collo del piccolo.
La posizione, nei casi in cui la mamma è più comoda, può essere trasformata nella sua versione semi sdraiata.
Ci si può sistemare sul divano o sul letto, avendo sempre cura del fatto che, mentre ci si assesta, il seno non sfugga.
Posizione sdraiata sul fianco
Quando si parla di posizioni per allattare al seno, è importante citare anche quella sdraiata sul fianco.
Molto amata dalle mamme che sono state sottoposte a taglio cesareo, è particolarmente adatta all’allattamento nelle ore notturne.
La mamma, dopo aver trovato una posizione per lei comoda, deve sdraiarsi sul lato del seno che vuole offrire al proprio cucciolo.
L’opzione migliore prevede che la testa sia semi reclinata.
Le gambe dovrebbero essere semi flesse ed è bene, se possibile, sistemare un cuscino tra le ginocchia.
Essenziale, come nei casi precedenti, è l’adesione tra la pancia del piccolo, che deve essere girato sul fianco, e quella della mamma.
Il neonato deve trovare il seno non perfettamente davanti alla bocca, ma verso l’alto, così da riuscire a mantenere la testolina in iperestensione anche nel corso della poppata.
Quando ci si accorge che la presa è buona - il neonato non deve tenere il capezzolo in punta - si può spostare la mano che sostiene il seno in corrispondenza della schiena del
piccolo.
In questa posizione per l’allattamento, è facile che la mamma si addormenti.
La Dottoressa Alvisi suggerisce, per un ulteriore sostegno alla mano materna, di posizionare dietro alla schiena del cucciolo un cuscino.
Nel caso in cui la mamma dovesse lasciare la presa perché prende sonno, il neonato non si deve muovere.