acne neonatale

Acne neonatale: cos'è, come riconoscerlo e come risolverlo

Introduzione

L’acne neonatale è una condizione che può creare allarme nelle mamme in attesa e nelle neomamme.


Per aiutarti a capire come riconoscerla e come risolverla, ho creato questo articolo.


Leggendolo, troverai diverse informazioni preziose per la quotidianità con il tuo piccolo, consigli che potrai integrare con quelli presenti nel videocorso sull’allattamento al seno “Al Profumo di Latte”, ideato e curato dalla nostra ostetrica Maria Chiara Alvisi.


Per tips puntuali su come accompagnare il tuo piccolo nel suo sviluppo motorio e su come prevenire problematiche come le coliche neonatali, puoi farmi visita sul profilo Instagram @drsilva.com_official.

Come si riconosce l’acne neonatale?

Come evidenziato in questa video pillola alla Dottoressa Alvisi, l’acne neonatale è una condizione fisiologica.


Evenienza benigna che riguarda circa un quinto dei neonati, richiede il focus su alcuni criteri che permettono di riconoscerla e di distinguerla, per esempio, da condizioni problematiche come le infezioni batteriche, virali o fungine, senza dimenticare la dermatite atopica.


Da citare sono anche i cosiddetti grani di miglio - tecnicamente milia - che si differenziano per il fatto di essere duri. Si tratta di piccole palline bianche simili a cisti, assolutamente benigne, causate da una ritenzione di sebo provvisoria a livello cutaneo.


Come riconoscere l’acne del neonato? Da ricordare è innanzitutto il fatto che il principale segnale è l’insorgenza di piccoli brufoli, caratterizzati dalla presenza di un’area gialla puntiforme nel centro.


La zona del corpo più colpita è il volto. La manifestazione cutanea sopra menzionata può essere particolarmente intensa a livello della fronte, delle palpebre, del mento.


I brufoletti possono fare la loro comparsa anche in corrispondenza di mento e collo.

 

L’acne neonatale, diversa da quella dell’adolescente e dell’adulto per via dell’assenza di comedoni, si manifesta raramente nel resto del corpo.


La diagnosi prevede la semplice osservazione da parte del curante.

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Acne neonatale: quali sono le cause?

L’acne neonatale, come già detto, è un’evenienza assolutamente fisiologica. 


Perché viene


Per via dell’incapacità, da parte del piccolo, di smaltire la grande quantità di estrogeni prodotta dal corpo della mamma durante la gravidanza.


Questi ormoni, tra le cause principali della stanchezza in gravidanza nel corso del terzo trimestre, vengono sintetizzati durante la gestazione e metabolizzati dal fegato della mamma.


Dopo il parto, gli ormoni sono presenti nell’organismo del cucciolo il quale, però, non è ancora in grado di smaltirli in maniera adeguata.


Questo costringe le ghiandole sebacee a fare del lavoro in più. 


La conseguenza? L’infiammazione dei bulbi piliferi e l’insorgenza dei piccoli brufoli tipici dell’acne neonatale.

Acne neonatale e alimentazione materna

Molto spesso viene detto che l'alimentazione materna non influisce sul benessere del neonato e che la mamma può mangiare tutto quando allatta.


Purtroppo queste affermazioni sono false.


L'alimentazione materna ha una grande influenza sullo sviluppo del feto così come sulla salute del neonato.


Un'alimentazione sbilanciata e cibi poco salutari rappresentano una delle cause di coliche e reflusso del neonato, nonchè un fattore che peggiora l'acne neonatale.


Ecco perchè ti consiglio di entrare in Academy e seguire il corso sulla nutrizione in allattamento e quello sulla cura delle coliche e reflusso del neonato.

Altre cause

Fino ad ora, abbiamo parlato della forma fisiologica dell’acne neonatale, avente come causa gli ormoni prodotti dal corpo della mamma durante il viaggio della dolce attesa.


Per dovere di precisione, va rammentata la possibilità di riscontrare, nei neonati, forme acneiche causate dall’assunzione, da parte materna, di alcune tipologie di farmaci.


Tra questi è possibile citare l’idantoina, un principio attivo a efficacia anticonvulsivante e con blandi effetti sedativi indicato nel trattamento dell’epilessia. 

Durata dell’acne neonatale

L’acne neonatale tende, nella maggior parte dei casi, a sparire in maniera spontanea e senza esiti cicatriziali nell’arco di 3 - 4 mesi.


Qualora la sintomatologia cutanea dovesse permanere per più di 3 mesi ed essere accompagnata da manifestazioni come la febbre, è prioritario rivolgersi al pediatra di fiducia per escludere la presenza di condizioni patologiche.


L’acne neonatale può protrarsi per più tempo nei piccoli allattati al seno


Il motivo è molto semplice ed è legato al fatto che gli ormoni della mamma, anche dopo diversi mesi dal parto, continuano ad arrivare al piccolo.


La presenza di acne neonatale non deve comportare l’interruzione dell’allattamento. 


Come più volte specificato, si tratta di una condizione benigna.

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Acne neonatale e alimentazione materna: c’è un legame?

L’alimentazione materna non ha alcun legame con l’acne neonatale


Non bisogna quindi adottare particolari accortezze, ma solo continuare a seguire una dieta equilibrata e salutare.


Nel videocorso verticale della Dottoressa Federica Dell’Oro, nutrizionista della DrSilva Parent Academy, che puoi scoprire alla fine del paragrafo, trovi diversi consigli pratici utili (nonché numerosi menù).

Come risolvere l'acne neonatale?

L’acne neonatale è un’evenienza che non provoca alcun fastidio al neonato, nemmeno il prurito. 


Per risolvere la situazione, non è necessario ricorrere ad alcun tipo di trattamento. 


Qualora la manifestazione cutanea dovesse protrarsi per lungo tempo è possibile, previa approvazione da parte del pediatra, applicare una crema per l’acne neonatale a base di cortisone o sostanze cheratolitiche.


Da evitare categoricamente è il ricorso a rimedi fai da te come gli oli e le lozioni. 


Ricordo altresì che i brufoletti dell’acne neonatale non andrebbero mai schiacciati o grattati. 


Il rischio, così facendo, è quello di aumentare le probabilità di insorgenza di infezioni della pelle.


Una cosa che si può fare, invece, è applicare qualche goccia di latte materno, così da sfruttare la sua efficacia antinfiammatoria e antimicrobica.

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