vasospasmo al seno

Vasospasmo al seno: cos'è, sintomi, cause e cure

Introduzione

Il vasospasmo al seno è un’evenienza con la quale le neo mamme possono avere a che fare.


Se ne hai sentito parlare e sei in gravidanza e vuoi capire meglio cosa ti aspetta nel viaggio dell’allattamento, questo articolo fa per te.


Potrai integrare, se vorrai, le informazioni presenti nel contenuto con quelle del videocorso “Al Profumo di Latte”, ideato e tenuto dalla Dottoressa Maria Chiara Alvisi, ostetrica.


Per informarti, invece, su come seguire al meglio il tuo piccolo nel suo sviluppo motorio o su come prevenire problematiche come le coliche del neonato, il posto giusto è il mio profilo Instagram @drsilva.com_official

Cos'è il vasospasmo al seno?

Problematica non sempre facile da diagnosticare da parte dei professionisti che si occupano di allattamento, il vasospasmo al seno consiste in una compressione dei vasi sanguigni superficiali che irrorano il capezzolo.


Quando si verifica, si riduce sia il flusso di sangue nella suddetta area, sia quello del latte.


vaspospasmo al seno

Vasospasmo in allattamento: come riconoscerlo?

Il principale sintomo del vasospasmo al seno è un dolore localizzato intenso che riguarda i capezzoli.


La sensazione può essere descritta come un bruciore.


Nel momento in cui riprende l’irrorazione sanguigna fisiologica a livello del capezzolo, si può sperimentare una sensazione simile a quella che si apprezza quando un arto “si addormenta”.


In merito al dolore da vasospasmo al seno, ricordiamo che si manifesta nel momento in cui il cucciolo si stacca - è acuito dal cambio di temperatura - e che può essere accompagnato da un cambiamento cromatico del capezzolo.


Quest’ultimo, appare di un colore affine al bianco.


Quando la circolazione ematica torna alla normalità, si può notare un ulteriore cambio di colorazione, con la cromia del capezzolo che vira verso il rosso e il viola.

Quanto dura il dolore da vasospasmo al seno?

Il dolore da vasospasmo al seno, che si può paragonare alla sensazione che si prova entrando in contatto con un corpo arroventato, può perdurare anche per diverse ore dopo la fine della poppata. 

Le cause e i fattori di rischio del vasospasmo al seno

Evenienza che riguarda circa il 20% delle neo mamme che allattano, il vasospasmo al seno è causato da un attacco non corretto del bambino che provoca un trauma a livello del capezzolo.


Esistono anche diversi fattori di rischio. Tra questi è possibile includere la sindrome di Raynaud, una condizione che si contraddistingue per un’alterazione della circolazione ematica a livello delle estremità del corpo umano.


Ad aumentare il rischio di avere a che fare con il vasospasmo al seno in allattamento spicca anche l’utilizzo di farmaci antifungini topici, il gold standard contro la candida al seno e al capezzolo.

vasospasmo al seno

Come curare il vasospasmo al seno?

A questo punto, ti starai senza dubbio chiedendo come risolvere il problema del vasospasmo al seno in allattamento.


Essenziale è scegliere bene il luogo dedicato alla poppata, selezionando, per quanto possibile, uno spazio non troppo freddo.


Terminata la poppata, un consiglio utile prevede il fatto di applicare del calore localizzato a livello del capezzolo.


Molto importante è anche lavorare, con l’aiuto di un’ostetrica o di una consulente dell’allattamento, sulla qualità dell’attacco.


L’obiettivo è favorire quello profondo, prevenendo, di fatto, la compressione dei vasi del capezzolo da parte del neonato.


Parallelamente all’aiuto dell’ostetrica per risolvere il vasospasmo al seno, è possibile chiedere anche quello dell’osteopata.


Questo professionista, andando a risolvere eventuali contratture a livello della bocca, permette al neonato di avere una suzione più efficace e vigorosa.


Nel video qui sotto, puoi avere un piccolo "assaggio" di cosa vuol dire valutare dal punto di vista osteopatico la qualità della suzione di un neonato.


Per non peggiorare la situazione relativa al vasospasmo al seno, è molto utile moderare l'apporto di caffeina.


Questa sostanza, come ricordato anche dagli esperti dell'Australian Breastfeeding Association, può peggiorare il quadro. 


In caso di mancata risoluzione del vasospasmo al seno con questi accorgimenti, il medico di fiducia può prescrivere la nifedipina, un principio attivo che favorisce il rilassamento dei vasi sanguigni. 

Come deve essere l'attacco?

Dopo aver agito sui fattori ricordati nei paragrafi precedenti è possibile, come già accennato, concentrarsi sulle posizioni di attacco al seno, favorendo quello profondo ed evitando che il piccolo morda superficialmente il capezzolo, provocando il vasospasmo al seno.


Si può provare, per esempio, quella del biological nurturing. 


Come mostra la Dottoressa Alvisi in questo video da 6:17 a 10:39, la posizione vede il neonato seduto sulle gambe della mamma, che deve semplicemente avere cura che il seno non le sfugga di mano.

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