streptococco in gravidanza

Streptococco in gravidanza: cos'è e cosa succede se si è positive

Introduzione

Streptococco in gravidanza: cos’è? Cosa succede se si è positive? Quando è pericoloso?: tutte le mamme in attesa, soprattutto quelle alla prima gravidanza, si fanno domande in merito.


In questa guida, cercherò di chiarire tutti i tuoi dubbi sul tema, in modo da aiutarti a vivere con maggiore consapevolezza e serenità la dolce attesa.


Per completare ulteriormente le informazioni che troverai, ti consiglio il videocorso “Nascere e Rinascere Madre”, curato e tenuto dalla Dottoressa Maria Chiara Alvisi, l’ostetrica della DrSilva Parent Academy.


Se vuoi già iniziare a documentarti su come seguire il tuo cucciolo nel suo sviluppo motorio, ti aspetto su Instagram sul profilo @drsilva.com_official.

Cos’è lo streptococco in gravidanza e quali sono le tipologie

Si utilizza l’espressione tecnica “streptococco in gravidanza” per indicare le situazioni in cui, nell’organismo della mamma in attesa, si riscontra la presenza del batterio Streptococcus agalactiae.


Numeri alla mano, circa una gestante su cinque risulta portatrice di streptococco in gravidanza.


Chiamato in causa anche con l’espressione streptococco beta-emoliticoappartiene al gruppo B che, insieme con quello A, è l’unico degno di attenzione medica.


Naturalmente presente nell’ecosistema vaginale o rettale della donna come commensale.


Ciò vuol dire, e la Dottoressa Alvisi lo specifica bene in questo video, che non provoca alcun fastidio e non causa sintomi. 


Risulta degno di attenzione clinica nel momento in cui la mamma è in procinto di partorire.


Il piccolo, infatti, può entrare in contatto con il batterio durante il passaggio attraverso il canale del parto.


La conseguenza? Il rischio di infezioni severe come la meningite, la setticemia, la polmonite e la sepsi.

streptococco in gravidanza

Come si prende lo streptococco in gravidanza

Come poco fa accennato, lo Streptococcus agalactiae è naturalmente presente nell’organismo della mamma.


Nella quasi totalità dei casi, il sistema immunitario dell’organismo ospite è in grado di tenere la situazione sotto controllo e di far sì che il batterio continui a essere parte del novero dei commensali e a non provocare danni.


Nel momento in cui le difese diminuiscono, si può avere a che fare con una proliferazione incontrollata del batterio e con il delinearsi di un quadro di infezione.


Ribadisco ancora una volta che la mamma portatrice dell’infezione può trasmettere il batterio al bebè pur non risultando clinicamente malata.


Un altro punto importante riguarda il fatto che, nelle donne che hanno frequenti rapporti non protetti con portatori del microrganismo, le fluttuazioni per eccesso della colonizzazione batterica dello streptococco in gravidanza possono presentarsi più spesso.

Lo streptococco in gravidanza si può prevenire?

Lo streptococco in gravidanza non si può prevenire. Alla luce di ciò, è prioritario intercettare la presenza del batterio nella flora genitale e intestinale della mamma prima che questa partorisca.


Ciò è possibile grazie all’esecuzione di un tampone di tipo vagino-rettale. 


Dato che il risultato di questo esame è una finestra del momento presente e ha una validità di un mese, è importante effettuarlo in un determinato momento della gestazione, ossia il lasso di tempo compreso fra la 35° e la 37° settimana di gravidanza.


Il tampone utilizzato per questo esame ha le dimensioni di un cotton fioc e non provoca dolore. La procedura, infatti, ha una durata complessiva di pochi secondi.

streptococco in gravidanza

Quando è pericoloso lo streptococco in gravidanza?

Nel momento in cui, esito del tampone alla mano, una mamma si sente comunicare la positività allo streptococco in gravidanza, sono diverse le domande che si affacciano alla sua mente.


Naturale, per esempio, è chiedersi in quali casi l’infezione risulta pericolosa.


La prima cosa da dire al proposito è che il batterio non è in grado di attraversare la barriera della placenta.


La situazione si fa problematica nell’eventualità di una rottura precoce delle membrane. In questo frangente, la gestante viene sottoposta al tampone vaginale. 


Qualora il risultato dovesse essere positivo, si procede con la profilassi antibiotica per endovena (profilassi intrapartum). 


Quest’ultima è fondamentale per evitare la possibile risalita del batterio e il suo contatto con il cucciolo.


Tra gli altri fattori di rischio di trasmissione è possibile citare, oltre all’alto livello di colonizzazione genitale, anche l’insorgenza di febbre in corso di travaglio (senza l’individuazione di cause che spieghino la suddetta condizione).


Il batterio viene trasmesso al cucciolo a seguito di aspirazione di liquido amniotico infetto.


In caso di contagio, il batterio colonizza inizialmente la mucosa orale. 


Successivamente, a essere coinvolte sono le vie respiratorie del neonato.


Il contagio ha rilevanza clinica nell’1 - 2% dei casi


L’esordio dei sintomi può essere precoce, ossia collocabile nelle prime 12 ore di vita, o tardivo (dopo la prima settimana di vita).

Cosa succede se si è positive allo streptococco in gravidanza?

In caso di positività allo streptococco in gravidanza, la mamma in attesa viene sottoposta a un’urinocoltura.


Se la colonizzazione risulta intensa, viene somministrata una terapia antibiotica.


Quest’ultima va rigorosamente ripetuta il giorno del parto.


Il ricorso alla terapia antibiotica in corso di travaglio permette, come già accennato, di evitare la trasmissione materno - fetale.


Doveroso è sottolineare che, davanti a specifici fattori di rischio e senza il risultato del tampone in mano - può capitare, per esempio, che il laboratorio non abbia ancora reso disponibile il referto - si procede comunque alla somministrazione degli antibiotici.


Ciò accade nei seguenti frangenti:


  • Mamma che partorisce prima del termine di gravidanza;
  • mamma con temperatura febbrile inspiegata;
  • rottura delle membrane precoce e prolungata;
  • storia clinica con un parto avente come esito l’infezione da streptococco per il neonato;
  • urinocoltura, eseguita in gravidanza, positiva al batterio.
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Cosa accade dopo il parto?

Dopo aver capito cos’è lo streptococco in gravidanza, come si prende e cosa fare in caso di positività per tutelare la salute di mamma e bambino, è normale domandarsi cosa succede dopo il parto.


In caso di positività materna al tampone vagino - rettale e di ricorso alla profilassi antibiotica per endovena in corso di travaglio, il cucciolo viene monitorato in maniera specifica.


Si eseguono i seguenti esami:


  • Esame del sangue;
  • tampone faringeo, rettale, nella zona della congiuntiva e nell’area della cute vicina all’ombelico.

Il neonato viene tenuto in osservazione per 48 ore, nel corso delle quali non si procede a profilassi antibiotica. 


In caso di negatività degli esami sopra menzionati, si interrompe l’iter dei controlli.


Qualora, dopo la nascita, il cucciolo dovesse presentare sintomi riconducibili all’infezione, si esegue la cosiddetta puntura lombare. 


Questa procedura è indicata in particolare nei quadri sintomatologici tipici della sepsi (tra questi è possibile menzionare l’inappetenza e il colorito della pelle tendente al grigiastro).


Si effettua anche una radiografia del torace del neonato e, in attesa dell’esito dei tamponi precedentemente elencati, si somministra l’antibiotico.

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