Paracapezzoli: cosa sono, come e quando metterli, come toglierli
Introduzione
Paracapezzoli: se sei in gravidanza o all’inizio della tua esperienza con l’allattamento, senza dubbio ne hai sentito parlare.
Se ti stai chiedendo a cosa servono i paracapezzoli, come sceglierli, quando metterli e quando toglierli, sei nella pagina giusta.
Come puoi vedere, questo articolo è preceduto da un indice, inserito per darti modo, se lo vorrai, di approfondire nel dettaglio le varie declinazioni del tema con un click sul titolo del paragrafo che ti interessa.
Per scoprire ulteriori informazioni scientifiche sul mondo dell’allattamento al seno, ti consiglio il videocorso “Al Profumo di Latte”, curato dalla Dottoressa Maria Chiara Alvisi, l’ostetrica dell’equipe DrSilva.
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A cosa servono i paracapezzoli?
I paracapezzoli sono dei dispositivi che mimano la forma del capezzolo materno.
I paracapezzoli servono per proteggere il seno (quando la mamma ha ragadi o dolore al seno) o ampliare la grandezza del capezzolo, così da facilitare l'attacco al seno e la suzione del neonato (nel caso in cui il neonato fatica ad attaccarsi al seno).
I paracapezzoli possono essere realizzati in diversi materiali, dal silicone al caucciù, per adattarsi al meglio alla forma del tuo capezzolo.
I paracapezzoli vanno applicati sul capezzolo prima che il neonato inizi a succhiare.
Mi raccomando, i paracapezzoli vanno utilizzati, previa indicazione dell’ostetrica o della consulente dell’allattamento, per risolvere momentaneamente un problema di allattamento.
I motivi più comuni per cui la mamma è costretta ad utilizzare i paracapezzoli sono i seguenti:
- Dolore all'attacco al seno e Ragadi
- Il neonato fatica ad attaccarsi al seno
- Bocca piccola o retrognatia mandibolare del neonato
- Capezzoli piatti o introflessi
In generale, una volta risolto il motivo per cui sei stata costretta ad usarli, è consigliabile toglierli.
PS: I paracapezzoli non provocano le coliche.
Paracapezzoli per Dolore al seno e ragadi
Nella maggior parte dei casi, i paracapezoli vengono consigliati alla mamma quando il neonato apre poco la bocca, creando dolore all'attacco al seno e ragadi.
In questo caso è fondamentale valutare la muscoaltura della bocca del neonato per capire se ci sono delle contratture che ne limitano l'apertura.
Solo risolvendo le tensioni alla bocca del neonato la mamma riuscirà ad attaccare il neonato senza dolore, evitare le ragadi e smettere di usare il paracapezzolo.
Paracapezzoli per Difficoltà di attacco al seno
Quando il neonato apre poco la bocca o la mamma non lo sostiene correttamente per guidare un attacco profondo, il bambino potrebbe faticare ad attaccarsi al seno e rimanervi attaccato.
In questi casi, a maggior ragione se il neonato è irritabile al seno perchè soffre di coliche o reflusso, la mamma usa un paracapezzolo per aiutare il bambino a rimanere attaccato al seno.
In questi casi bisogna valutare la posizione dell'attacco al seno, la muscolatura della bocca del bambino e risolvere eventuali disturbi gastrointestinali.
Paracapezzoli perchè il neonato ha la bocca piccola o una micrognatia mandibolare
Un'altro caso in cui vengono spesso consigliati i paracapezzoli è quando il bambino è piccolo e fatica ad aprire la bocca.
In questi casi viene detto alla mamma che il bambino ha la bocca piccola (soffre di micrognatia mandibolare).
In questi casi, non è tanto il fatto che il bambino abbia la bocca piccola quanto piuttosto che ci sono delle contratture alla bocca che ne limitano l'apertura.
In alcuni casi, si vede proprio che, a causa di una compressione mandibolare durante il parto o a causa di una malposizione intrauterina, la mandibola del neonato è posteriore (retrognatia).
In altre parole, vedrai che il labbro superiore è molto più anteposto di quello inferiore perchè la mandibola è stata compressa (retrognatia).
In questi casi è fondamentale che l'osteopata pediatrico massaggi la muscolatura della bocca e migliori la mobilità della mandibola.
Solo così il bambino potrà attaccarsi al seno senza paracapezzolo in modo corretto.
Paracapezzoli per Capezzolo piatto, introflesso o seno grande
Quello dell’impossibilità di allattare con il capezzolo piatto o introflesso è un falso mito da sfatare.
Infatti, il capezzolo piatto o rientrante è un problema semplice che potrebbe causare delle difficoltà iniziali ma che è facilmente risolvibile con un adeguato supporto incentrato in particolare sull’adeguatezza delle posizioni del neonato e del seno durante l'attacco.
Infatti, anche se il capezzolo è piatto o introflesso, sarà il bambino stesso che, succhiando correttamente, estra il capezzolo.
Facilitare l'attacco al seno utilizzando un paracapezzolo potrebbe essere una scelta controproducente, perchè una volta che il bambino si abitua, faticherà ad attaccarsi senza.
Come allattare efficacemente e attaccare correttamente il neonato al seno
Nell’allattamento ci sono sempre due persone coinvolte: la mamma e il bimbo.
Dunque, per un allattamento di successo (senza paracapezzolo e senza dolore) è indispensabile:
- un corretto posizionamento del bambino da parte della mamma e un attacco guidato profondo al seno;
- un neonato che non abbia contratture al collo e alla bocca e che, di conseguenza, riesca ad aprire bene la bocca e attaccarsi in modo ottimale per nutrirsi.
Purtroppo, a causa di una carente supporto in fase di avvio dell’allattamento, spesso si creano difficoltà che lo compromettono o che costringono la ad usare il paracapezzolo.
Per evitare che questo accada servirebbe un supporto collaborativo alla diade mamma-bambino da parte dell'ostetrica e dell'osteopata ediatrico.
- l'ostetrica mostra alla mamma come posizionare il bambino e prendere il seno per guidare un attacco profondo;
- l'ostepata pediatrico valuta la muscolatura della bocca del neonato, la massaggia e ne migliora l'apertura in modo tale da facilitare la'attacco e la suzione al seno.
Come scegliere i paracapezzoli
Nei casi in cui si riceve l’indicazione di usare dei paracapezzoli, è naturale chiedersi come sceglierli.
In merito alle misure, in commercio si possono trovare due opzioni: una taglia più piccola e una adatta a seni di dimensioni maggiori.
Per trovare il prodotto giusto, è utile sapere come misurare il capezzolo per il paracapezzolo.
Basta utilizzare il metro a nastro, partendo dalla base e andando verso il centro, così da ricavare il diametro. Non bisogna includere l’areola.
Da considerare, in fase di scelta, è anche la forma del proprio capezzolo.
Si possono trovare in commercio paracapezzoli di svariate forme - rotondeggianti, appuntite etc. - e di diversa lunghezza.
In tutti i casi, è importante che il paracapezzolo aderisca bene al seno.
Come mettere i paracapezzoli
Vediamo ora come indossare i paracapezzoli.
Il primo step prevede il fatto di prendere le aletti laterali del dispositivo, aprendole il più possibile.
A questo punto, si appoggia la punta del paracapezzolo sul capezzolo.
Piccolo consiglio per ottimizzare l'aderenza: prima di indossarli, lascia per qualche minuto i paracapezzoli a bagno nell'acqua tiepida.
Come sterilizzare i paracapezzoli
L’igiene dei paracapezzoli è fondamentale per il benessere del cucciolo. Questo è il motivo per cui è importante, quando non li si utilizza, tenerli nell’apposita confezione.
Come sterilizzarli?
Basta metterli in una ciotola piena d’acqua e far partire il forno a microonde per cinque minuti.
Dopo ogni igienizzazione, è importantissimo controllare la loro integrità e l'assenza di segni di usura.
Paracapezzoli d’argento contro le ragadi: sono davvero utili?
Un caso a parte rispetto a quelli appena menzionati è quello dei paracapezzoli d’argento, che vengono spesso consigliati come soluzione preventiva contro le ragadi e per guarirle nei casi in cui insorgono.
Servono davvero?
Su alcune donne l’argento può avere una blanda efficacia cicatrizzante.
Mi preme ricordare, però, che non esistono studi scientifici che parlano di importanti effetti positivi a seguito del contatto con la cute del capezzolo.
Di sicuro c’è che, in caso di ragadi, tenerli impedisce alla pelle ferita di respirare, cosa invece cruciale per la guarigione.
Come togliere i paracapezzoli
“Dottore, non riesco ad allattare senza paracapezzoli e vorrei toglierli”: sono numerose, ogni giorno, le neo mamme che mi contattano con questa richiesta.
Come sottolinea la Dottoressa Alvisi nel video iniziale, il passaggio deve essere lento e graduale.
Alla base di questo percorso per togliere i paracapezzoli ci deve essere la risoluzione del problemaq che ti ha costretto ad usarli.
Sono quindi consigliate due visite: una ostetrica e una con l'osteopata pediatrico.
L'ostetrica valuterà l'attacco al seno, mostrandoti come posizionare il bambino e come tenere il seno per favorire un attacco profondo.
L'osteopata pediatrico valuterà la muscolatura della bocca e migliorerà l'apertura della bocca e la suzione; in questo modo sarà facilitato l'attacco al seno senza paracapezzolo.
In generale, se stai usando il paracapezzolo da un po' di tempo, il tuo bimbo potrebbe fatica a riconoscere il seno senza paracapezzolo.
Ecco perchè il consiglio è quello di rimuovere il paracapezzolo gradualmente.
Puoi iniziare la poppata con il paracapezzolo e dopo qualche minuto provare a toglierlo.
Nel caso in cui il tuo bimbo si attacchi al seno, continua ad allattarlo senza paracapezzolo.
Se il tuo bimbo si stacca dal seno, cerca di alternare l'uso del paracapezzolo a quello del seno finchè il tuo bimbo non si abitua ad essere allattato senza paracapezzolo.
Tieni conto che, per togliere i paracapezzoli, il neonato deve abituarsi lentamente a riconoscere il seno e ad avere una suzione efficace.
Non avere fretta e prenditi i tuoi tempi; potrebbe essere normale impiegare qualche settimane per riuscire a togliere i paracapezzoli.