gravidanza biochimica

Gravidanza biochimica: guida completa con cause e sintomi

Introduzione

Se stai cercando informazioni sulla gravidanza biochimica, sei nell’articolo giusto!


Nelle prossime righe, oltre a risposte su questo tema, troverai anche i pulsanti per l’acquisto del videocorso preparto “Nascere e Rinascere Madre”, curato dalla Dottoressa Maria Chiara Alvisi, ostetrica del Centro Yule di Seregno.


Se sei in dolce attesa e vuoi prepararti al meglio al giorno della nascita, è il percorso giusto per te, ricco di spunti pratici.


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Cos'è la gravidanza biochimica?

Dicesi gravidanza biochimica un aborto spontaneo estremamente precoce.


Evenienza che si verifica tra le quattro e le cinque settimane dal concepimento, si contraddistingue per i seguenti aspetti:


  • Test di gravidanza che dà esito positivo.

  • Assenza, a fronte dell’esecuzione di un’ecografia, sia dell’embrione, sia della camera gestazionale.


Anche le beta-hCG , nei casi in cui la donna effettua l’esame, scelta frequente dopo i trattamenti di fecondazione assistita, sono positive.

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Come mai viene definita così?

La gravidanza biochimica viene così definita perché, pur essendoci stato un arresto precoce dello sviluppo dell’embrione dopo l’impianto in utero, viene comunque rilevata la presenza di beta-hCG nel sangue materno.


Questa definizione permette di differenziarla rispetto alla gravidanza clinica, che si contraddistingue invece per conferma ecografica e per la conclusione con un parto. 

Cause

L’ipotesi scientifica più accreditata in merito alle cause della gravidanza biochimica è quella delle anomalie riguardanti il corredo genetico dell’embrione.


In alcuni casi, come evidenziano anche gli esperti della Cleveland Clinic, alla base può esserci una problematica inerente l’impianto in utero.


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Come capire se ho avuto una gravidanza biochimica?

Molte donne non si accorgono di avere avuto una gravidanza biochimica


Il motivo è semplice: passa davvero poco tempo tra il concepimento e l’arrivo del flusso mestruale.


Può capitare che ci si renda conto della gravidanza biochimica. 


Ecco in quali circostanze:


  • Donne che hanno un ciclo molto regolare e che approfondiscono la situazione quando notano un ritardo del flusso.

  • Donne che si sono sottoposte a trattamenti di fecondazione assistita.


Nel secondo caso, infatti, i protocolli prevedono l’esecuzione delle beta una decina di giorni dopo il transfer.

Sintomi fisici: perdite da biochimica e non solo

Oltre alle beta positive - generalmente sono basse - esistono diversi sintomi fisici che possono far pensare alla gravidanza biochimica. Eccone alcuni:


  • Flusso mestruale particolarmente abbondante e caratterizzato dalla presenza di coaguli.

  • Perdite di colore rosso acceso.

  • Dolore addominale.


La gravidanza biochimica non comporta un impatto fisico importante. 


Le donne che stanno cercando un figlio naturalmente o attraverso percorsi di fecondazione assistita, possono reagire a questa evenienza con un forte dolore psicologico.

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Quanto dura la gravidanza biochimica?

La gravidanza biochimica dura pochissimo. 


Si parla di un numero di giorni molto basso, non definibile in maniera univoca.


In ogni caso, come già detto, l’intervallo di tempo è da collocarsi entro le prime 4 - 5 settimane post concepimento.

Dopo la gravidanza biochimica sono necessari interventi chirurgici o terapie farmacologiche?

Trattandosi di un'interruzione di gravidanza molto precoce, la gravidanza biochimica non richiede il ricorso all’intervento chirurgico di raschiamento.


Non è necessario, inoltre, procedere alla somministrazione di terapie farmacologiche.


L’unica cosa da fare è tenere sotto controllo, in attesa della riduzione, i valori delle beta.

Dopo una gravidanza biochimica è più facile rimanere incinta?

Il verificarsi di una gravidanza biochimica non ha impatto alcuno sulla fertilità della donna.


Non influenza neppure la possibilità di avere in futuro delle gravidanze fisiologiche e cliniche.


Essenziale è rammentare che, dopo l’evenienza oggetto di queste righe, la comparsa del flusso mestruale e la ripresa di un’ovulazione fisiologica dipendono dai dosaggi di beta-hCG e progesterone.

Quando riprendere la ricerca di un figlio?

Dopo una gravidanza biochimica, il momento per riprendere la ricerca di un figlio dipende da caso a caso.


Se si è in cura per infertilità presso un centro di fecondazione assistita, è importante fare riferimento al parere degli specialisti dai quali si è seguiti.


In casi diversi, bisogna prendere in considerazione svariati aspetti, tra cui il benessere psicologico della donna.


In linea di massima, una volta ripreso regolarmente il ciclo mestruale, si può riprendere la ricerca mirata dopo 2 o 3 mesi.

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