ecografie in gravidanza

Ecografie in gravidanza: guida completa

Introduzione

Quando una coppia si trova davanti al test di gravidanza positivo, vede aprirsi davanti a sé una fase nuova e meravigliosa della vita, nel corso della quale si fanno strada tantissime domande.


Alcune di queste, riguardano le ecografie in gravidanza.


Quali sono? Quando farle?


A queste e ad altre domande preziose per te in questo momento di cambiamento, risponderò nelle prossime righe!

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Cos'è l'ecografia

ecografie in gravidanza

L’ ecografia in gravidanza è un esame che, grazie all’utilizzo degli ultrasuoni, permette di visionare l’embrione o il feto nell’utero, così da appurarne lo stato di salute.


Si tratta di una procedura non invasiva e indolore.

Quando si fanno le ecografie in gravidanza

Le linee guida sulle ecografie in gravidanza sono state aggiornate pochi anni fa.


In caso di gestazione fisiologica, come si può leggere anche sul sito dell’NHS, il servizio sanitario UK,  è necessario eseguirne due



Si raccomanda, per quanto riguarda la prima, di non farla troppo presto in quanto il rischio è di non riscontrare nulla.

Da quando si fa l'ecografia esterna in gravidanza?

L'ecografia esterna in gravidanza, ossia con il passaggio della sonda sul ventre materno può essere eseguita fin da subito.


Il momento migliore per farla, però, è attorno alla metà della gestazione.


Il feto, in questo periodo, ha raggiunto dimensioni tali da garantire a operatore e mamma una visione ottimale delle sue caratteristiche.

Troppe ecografie in gravidanza fanno male?

ecografie in gravidanza

Sottoporsi a ripetute ecografie in gravidanza quando questa è fisiologica può comportare, come si può leggere in questo studio randomizzato condotto in Australia e pubblicato nel 2004, una blanda riduzione della crescita fetale (gli esperti che l’hanno condotto non hanno notato, negli anni dell’infanzia, significative differenze rispetto ai bambini le cui madri avevano fatto una singola ecografia).


Le linee guida scientifiche consigliano di rispettare i range sopra citati in quanto, esagerando, si rischia di spostare il focus solo sui numeri, trascurando i segnali di salute che è fondamentale invece intercettare per vivere un’attesa consapevole. 

La prima ecografia o ecografia del primo trimestre: quando farla e a cosa serve

prima ecografia in gravidanza

La prima tra le ecografie in gravidanza - o ecografia del primo trimestre - va fatta entro le prime dodici settimane di gravidanza. 


Ecco le sue finalità:


  • Appurare la presenza della gravidanza in utero e non in sedi non fisiologiche;

  • capire se la gravidanza è singola o gemellare;

  • fornire una datazione.

ecografie in gravidanza

Cosa si vede? 


Dipende dal momento in cui si effettua l’esame.


  • Se, per esempio, si dovesse decidere di effettuarla attorno alla settima settimana, si vedrebbero, in alcuni casi, camera gestazionale, sacco vitellino, struttura fondamentale per il nutrimento dell’embrione, ed embrione stesso con arti leggermente abbozzati e profilo dell’encefalo.

  • Nel corso dell’ecografia alla dodicesima settimana, è possibile ascoltare il battito fetale, misurare lo spessore di plica nucale e analizzare le caratteristiche dell’osso nasale. Gli ultimi due fattori, nell’ambito del cosiddetto test combinato, sono fondamentali per lo screening di patologie come trisomia 13, trisomia 18 e trisomia 21.


Sempre durante la prima ecografia a dodici settimane, si possono vedere i genitali del piccolo e datare la gravidanza attraverso la rilevazione di diametro biparietale, lunghezza del femore e circonferenza dell’addome.

Tutto sull’ecografia morfologica

donna che tiene in mano la sua ecografia morfologica in gravidanza

Parliamo ora della seconda delle ecografie in gravidanza, ossia la morfologica


Il motivo di questa definizione scientifica è presto spiegato. 


Quando la si esegue, infatti, si va a guardare la morfologia e la funzionalità delle varie strutture all’interno del corpo del piccolo. 


Da effettuare tra le 19 e le 22 settimane, è un parametro molto importante per capire come il feto sta crescendo.

 

L’ecografia morfologica può essere considerata già un importante test di diagnosi prenatale. 


Fornisce infatti alla futura mamma una miriade di informazioni in merito alla salute del suo cucciolo.


Giusto per citarne una, ricordo l'adeguatezza del rapporto tra la quantità di liquido amniotico presente e le dimensioni del cucciolo.

Cosa ne è stato dell'ecografia di accrescimento?

ostetrica che visita una donna in avanzato stato di gravidanza

Ecografia biometrica o di accrescimento: tantissime future mamme hanno sentito parlare di questo esame e, quasi sicuramente, avranno letto queste righe con aria un po’ stranita. 


Come mai viene indicato di fermarsi alla morfologica? 


Perché lo raccomandano le linee guida internazionali.


L’ecografia di accrescimento, che veniva in passato fatta nel terzo trimestre, idealmente dopo le 30 settimane di gravidanza, non è più indicata.


Come mai? Perché, oggi come oggi, conosciamo l’esistenza di altri strumenti per controllare la crescita del cucciolo. Il principale è la manualità dell’ostetrica. 


Attraverso l’esame obiettivo e ricorrendo all’abilità delle sue mani, la professionista in questione è in grado di ricavare, senza bisogno di ricorrere agli ultrasuoni, tantissime informazioni.


Come è messo il bambino in utero, quanto liquido amniotico c’è: ecco alcune delle cose che la futura mamma può sapere a seguito di una visita ostetrica approfondita.


In concomitanza con l’esame obiettivo, avviene la misura della pancia attraverso il metro da sarta. 


L’ostetrica misura dalla sinfisi pubica fino al fondo dell’utero e, dopo aver messo i numeri su un grafico, monitora la crescita del piccolo.


In caso di dubbi in merito o di riscontro di una crescita anomala, viene richiesta l’ecografia di accrescimento che no, non è un esame di routine


Non indicata è altresì la visita vaginale a ogni incontro con il professionista che si sceglie per seguire la gravidanza.


Tutta questa invasione di dati ha un effetto per nulla positivo, ossia quello di spostare l’attenzione dalla percezione della mamma, che si rivelerà fondamentale anche in momenti come il travaglio e il parto, ai numeri.

Ecografia 3D e 4D

Per l’ecografia 3D e 4D vale l’adagio, che consiglio alle donne che mi seguono su queste pagine di fare proprio, che vede in primo piano l’espressione “In gravidanza fare di più non vuol dire fare meglio”.

 

L’esame sopra citato è infatti superfluo in una gravidanza che procede in maniera fisiologica. 


Si tratta di un'efficace leva di marketing, su questo non c’è dubbio, ma non di un esame sempre necessario. 


Parliamo infatti di una procedura che vede l’applicazione di ultrasuoni su dei tessuti in crescita. 


L’esame è sicuro, ma è meglio non rischiare e ricorrere all’ecografia in 3D o in 4D solo in presenza di specifiche indicazioni cliniche (p.e. nel momento in cui si ha il dubbio di una malformazione).

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