Contraccettivi dopo il parto: come usarli, quando iniziare e perché
Introduzione
L’allattamento al seno e il conseguente aumento dell’ormone prolattina riducono la fertilità femminile, ma non rendono la donna sterile.
Questo rende necessario informarsi sull’approccio ai contraccettivi dopo il parto.
In questo articolo, ti darò diverse risposte in merito.
Se sei in gravidanza e stai cercando informazioni su come gestire al meglio l’allattamento al seno, ti consiglio anche il videocorso “Al Profumo di Latte”, curato dalla Dottoressa Maria Chiara Alvisi, l’ostetrica del Centro Yule e della DrSilva Academy.
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Come non rimanere incinta dopo il parto?
Come puoi leggere in questo articolo, l’allattamento al seno non può essere considerato un metodo efficace per il controllo delle nascite.
In una coppia che ha rapporti non protetti con la mamma che allatta al seno, è quindi necessario farsi trovare pronti a possibili gravidanze fin dal primo anno post parto.
Se non si ha il desiderio di vivere una nuova maternità, il tema dei contraccettivi dopo il parto richiede attenzione.
Esistono vari metodi a cui fare riferimento. Il consiglio è sempre quello di rivolgersi alla propria ostetrica di fiducia per valutare assieme l’opzione più adatta alle proprie esigenze e indicazioni.
Chiarita questa premessa vediamo, a partire dal prossimo paragrafo, le opzioni da considerare.
Quali contraccettivi si possono assumere in allattamento: le tipologie
Quando si parla di contraccettivi dopo il parto, è necessario chiamare in causa diverse tipologie compatibili con l’allattamento al seno. Ecco l’elenco:
Contraccettivi di barriera
Metodi naturali
Contraccettivi ormonali
Metodi meccanici
Continua a leggere per scoprire le peculiarità specifiche di ciascuna.
Contraccettivi di barriera
I metodi di barriera sono tra i più famosi contraccettivi dopo il parto compatibili con l’allattamento.
La loro efficacia risiede nell’impedimento del contatto tra ovulo e spermatozoo.
Il contraccettivo di barriera più famoso e diffuso è il preservativo (maschile e femminile).
Esistono, però, anche la coppetta cervicale e il diaframma.
Quest’ultimo, come specificato nel 2014 dagli esperti del Ministero della Salute, può essere utilizzato dopo circa 6 settimane dal parto, il tempo medio necessario perché l’utero riprenda le dimensioni che aveva prima della gravidanza.
Metodi naturali
In questo caso, tutto si basa sull’ osservazione dei sintomi fisici del periodo fertile e sull’astensione dai rapporti nei giorni in questione.
Tra i vari metodi naturali che possono essere usati come contraccettivi dopo il parto va ricordato il sintotermico, che si basa sul mix tra rilevazione della temperatura basale e osservazione del muco cervicale.
Contraccettivi ormonali
I metodi ormonali possono essere utilizzati come contraccettivi dopo il parto.
Gli esperti del Ministero della Salute, in particolare quelli che, nel 2014, hanno collaborato al cosiddetto Tavolo Tecnico Operativo Interdisciplinare sulla Promozione dell’Allattamento al Seno, raccomandano di orientarsi, nel caso della pillola, su quella a componente progestinica (mini pillola).
La pillola estro-progestinica, infatti, può impattare sulla produzione di latte, riducendola.
Tra gli altri metodi ormonali da annoverare nell’elenco dei contraccettivi dopo il parto è possibile includere anche l’impianto sottocutaneo, efficace per circa 3 anni e con un costo, in Italia, di 195 euro (escluso il ticket).
Da non dimenticare sono anche il cerotto e la spirale progestinica.
Metodi meccanici
In questo frangente, il riferimento quando si parla di contraccettivi dopo il parto è la spirale non medicalizzata intrauterina.
Questo dispositivo, i cui filamenti sono realizzati in rame o in un mix tra rame e argento, secondo le linee guida OMS andrebbe utilizzata a partire da 4 - 6 settimane dopo il parto.
Inoltre, è il caso di aspettare il ritorno del flusso mestruale.
Quando iniziare la pillola in allattamento?
Un aspetto importante da considerare quando si discute di contraccettivi dopo il parto riguarda il timing giusto per l’inizio dell’assunzione della pillola. Ecco i consigli del Ministero della Salute:
Se si allatta al seno, la pillola estro-progestinica dovrebbe essere iniziata a 6 mesi dal parto.
Se non si allatta al seno, si può partire, sempre consultando il proprio ginecologo e l’ostetrica di fiducia, da 3 settimane dopo il parto, così da superare il periodo a maggior rischio di eventi tromboembolici. In caso di taglio cesareo, storia clinica con episodi di tromboembolia, obesità materna, preeclampsia, è meglio aspettare 3 settimane in più.
La mini pillola può essere assunta a 3 settimane dal parto se non si allatta al seno e a 6 se, invece, lo si fa.
L’attesa nell’assunzione della pillola contraccettiva dopo il parto è funzionale alla stabilizzazione della lattazione.