Epidurale: l’anestesia per il dolore durante il parto
L’epidurale è un procedimento che permette alla futura mamma di gestire e affrontare il dolore del travaglio e del parto.
Ma come funziona e quali sono i vantaggi/svantaggi di questa tecnica? L’Ostetrica Maria Chiara risponde a tutti i dubbi in merito a questo argomento.
1. Cos’è l’epidurale?
L’epidurale è una tecnica anestesiologica che permette alla madre di controllare e sopportare il dolore del travaglio e parto e viene eseguita dal medico anestesista.
La procedura prevede l’iniezione di farmaci anestetici e/o oppiacei nello spazio epidurale della colonna vertebrale. Questo si trova tra la parte esterna della dura madre (una delle tre meningi) e la parte ossea del canale spinale.
L’utilizzo di questa tecnica permette di bloccare in modo temporaneo le fibre nervose che sono responsabili del dolore.
Consapevolezza e informazione nei corsi pre parto
Nei corsi pre parto le donne vengono informate sulla possibilità di ricorrere all’analgesia epidurale.
In seguito, gli ospedali solitamente intorno alla 34-35esima settimana di gravidanza viene organizzato un incontro con il medico anestesista per informare in modo completo ed esaustivo tutti gli aspetti di questa scelta.
Se la donna pensa che potrà fare uso dell’epidurale durante il travaglio, firmerà un consenso informato con annessa scheda informativa e procederà a effettuare degli esami appositi.
2. Quando viene fatta l’anestesia epidurale?
L’epidurale viene eseguita solo quando la donna ha contrazioni regolari e la sua dilatazione è pari a 3-4cm.
La mamma viene fatta mettere sul fianco o carponi, le viene disinfettata la schiena e il medico anestesista effettua un’anestesia locale per rendere indolore l’inserimento dell’ago.
In seguito, verrà sfilato l’ago e inserito un piccolo catetere attraverso il quale somministrare i farmaci. Infatti, è possibile somministrare più volte i farmaci in base alla durata del travaglio e parto.
Durante e dopo l’analgesia epidurale, verranno continuamente monitorati i parametri vitali della gestante e la rilevazione del battito fetale tramite ctg.
Entro quando fa effetto e quanto dura
L’epidurale non annulla completamente il dolore, ma lo rende sopportabile e gestibile da parte della donna.
Infatti, la donna continuerà a percepire le contrazioni uterine.
I farmaci fanno effetto entro 15/20 minuti dalla somministrazione e durano da 1 a 3 ore. Quando la donna torna a percepire qualche dolore viene effettuata una nuova dose in base a quanto viene concordato con l’ostetrica.
Dopo l’epidurale viene anche controllato che la donna riesca a muovere tranquillamente gli arti inferiori per potersi muovere e camminare liberamente.
Fare l’epidurale fa male?
L’utilizzo dell’anestesia locale per l’inserimento dell’ago permette alla donna di non avere male.
Anche la procedura di rimozione dovrebbe essere indolore.
3. Anestesia epidurale vs. Anestesia Spinale
È bene distinguere l’anestesia epidurale da quella spinale.
Quella spinale è una vera e propria anestesia che porta la donna ad essere cosciente, ma a perdere la sensibilità della parte inferiore del corpo.
Questa viene eseguita per il parto cesareo.
Inoltre, anche la zona dove viene eseguita l’iniezione è diversa: la spinale viene eseguita più profondamente, nello spazio subaracnoideo, tra l’aracnoide e la dura madre.
4. In quali casi viene consigliata l’epidurale?
L’epidurale è consigliata nei seguenti casi:
- Parto gemellare;
- Parto cesareo, se l’epidurale era già stata somministrata durante il travaglio;
- Ipertensione arteriosa;
- Travaglio prolungato;
- Patologie cardiache;
- Patologie oculari (grave miopia, pregresso distacco retina).
Vantaggi
Il vantaggio è quello che la donna rimane lucida e cosciente e riesce a gestire il dolore. Inoltre, la quantità di farmaco che raggiunge il feto è molto bassa. Inoltre, permette alla mamma di gestire meglio la respirazione e permettere al bambino di ricevere più ossigeno e viene ridotta la circolazione di cortisolo che può provocare allo stress fetale.
Svantaggi
Il rischio è quello dell’ipotensione, di allungare i tempi del travaglio e di aumentare il rischio di parto operativo, ovvero dell’uso della ventosa.
Inoltre, può portare a febbre e debolezza muscolare.
5. Quali sono i rischi, le controindicazioni e gli effetti collaterali?
Prima di tutto è importante definire in quali casi l’epidurale è controindicata:
- Patologie della coagulazione (anche terapie con anticoagulanti);
- Allergie ai farmaci utilizzati per l’analgesia epidurale documentate;
- Interventi alla colonna vertebrale;
- Patologie neurologiche;
- Infezioni sistemiche (sepsi);
- Gravi problemi alla schiena.
Come abbiamo visto nel capitolo precedente, uno dei principali svantaggi e rischi è l’ipotensione. Questa è il blocco delle terminazioni nervose dei vasi sanguigni. Per evitarlo, la donna viene idratata per via endovenosa.
Inoltre, è possibile che i farmaci anestetici agiscano anche sulle fibre nervose responsabili della percezione dello stimolo di urinare. Per questo viene consigliato alla mamma di provare a urinare ogni 2 ore. Se non riesce autonomamente, viene inserito un catetere.
L’epidurale può portare anche a prurito, nausea, vomito e cefalea. In particolare, quest’ultima può verificarsi qualora l’anestesista punga con l’ago oltre lo spazio epidurale inavvertitamente, facendo verificare una fuoriuscita di liquor.
6. Conclusioni
Scegliere di fare o meno l’epidurale durante il travaglio deve essere una scelta ponderata e analizzata dalla mamma con l’aiuto delle ostetriche e ginecologo. Conoscere come poter gestire il dolore durante il travaglio può permettere alla mamma di fare a meno dell’anestesia. Nel video corso “Rinascere Madre” potrai trovare tutte le posizioni e le tecniche per favorire la gestione e il controllo delle contrazioni e affrontare il travaglio e parto con consapevolezza.