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Spannolinamento: i consigli per togliere il pannolino con serenità

Introduzione

Spannolinamento: in una parola, una delle tappe più importanti dello sviluppo del bambino e, molto spesso, una fonte di preoccupazione per i genitori.


Quando si comincia? Come affrontare eventuali difficoltà?: le domande sono numerose e, se sei qui, sicuramente fanno parte dei tuoi pensieri quotidiani, magari con annessi momenti di frustrazioni e di paure su gestione dei tempi e incidenti.


L’argomento, come sicuramente già sai, è ampio e di massima rilevanza, motivo per cui ho preparato questa guida dove, passo dopo passo, ti guiderò alla scoperta dei consigli per gestire al meglio questo percorso.

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Cosa significa spannolinamento?

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Lo spannolinamento - toilet training - è il processo educativo attraverso il quale il bambino acquisisce e perfeziona il controllo sfinterico, imparando a utilizzare prima il vasino e poi il wc attraverso il riduttore.


Questo risultato è, come vedremo meglio poi, il frutto dell’apprendimento di una sequenza che, nel periodo in cui indossa il pannolino, il bambino non può vivere in prima persona.

Quando si inizia lo spannolinamento?

Le linee guida - risalenti al 2000 - dell’American Academy of Pediatrics raccomandano di iniziare lo spannolinamento, nei paesi anglosassoni toilet training tra i 18 e i 24 mesi.


A un anno e mezzo circa, infatti, si apre quello che il metodo Montessori definisce “periodo sensitivo”, relativo in particolare all’interesse verso i bisogni e caratterizzato da una forte curiosità e attenzione ai consigli e agli stimoli che arrivano dalle figure di cura.


In media, il bambino acquisisce una buona continenza minzionale e fecale attorno ai 2,5 anni.


Il controllo dello sfintere anale viene raggiunto prima: il motivo è legato alla maggior semplicità dei processi fisiologici.


Attorno ai quattro anni, come ricordano gli esperti dell’Ospedale Bambin Gesù di Roma, viene raggiunta la maturazione psicofisica essenziale per il controllo completo degli sfinteri.


Per quanto riguarda la stagione, ricordo che  non è obbligatorio partire in estate, anche se oggettivamente più comodo.


Tutto dipende dal momento in cui il bambino è pronto (dei segnali parleremo meglio nelle prossime righe).

Cosa sapere sull'elimination communication

Accanto ai genitori che iniziano lo spannolinamento tra i 18 e i 24 mesi, esistono sempre più coppie che scelgono la strada dell'elimination communication (o potty training).


Pratica di accudimento che prevede il fatto di  crescere il piccolo, fin dai primissimi mesi di vita, senza pannolino- o facendoglielo indossare in poche situazioni, tra cui la notte - si basa sul riconoscimento dei segnali che il bambino manda quando ha necessità di evacuare o di fare pipì.


I genitori si basano anche sugli orari. 


Ecco alcune indicazioni importanti al proposito:


  • Se si ha intenzione di praticare elimination communication, è bene tenere in considerazione il fatto che, nei primi mesi di vita, il piccolo tende a evacuare dopo la poppata;

  • la minzione, invece, è frequente dopo la nanna.


Per quanto riguarda i segnali, cambiano di neonato in neonato. 


I genitori non devono fare altro che osservare il proprio piccolo e cercare di riconoscere dei pattern nelle espressioni e nel colore del suo visetto associandoli ai momenti in cui ha la necessità di evacuare.


Non appena si riconoscono i segnali, è importante spostare rapidamente il piccolo mettendolo in sospensione - sicura - sul vasino (in commercio ne esistono di specifici per l’elimination communication).

La posizione giusta prevede di tenerlo per le braccia, sorreggendo schiena e testa con una mano e le gambe con l’altra.


A partire dai 6 mesi, il piccolo sarà in grado di rimanere seduto da solo.


Tornando ai segnali, ricordiamo che oltre al pianto e alle espressioni del viso vanno ricordati i seguenti:


  • Atteggiamento irrequieto;

  • pancia che si contrae;

  • bambino che tende a trattenere il respiro.


Se si ha intenzione di praticare l’elimination communication, è necessario armarsi di pazienza; nei primi mesi, infatti, il piccolo può arrivare a fare pipì anche ogni 15-30 minuti.

Quanto dura lo spannolinamento?

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 Lo spannolinamento non ha una durata definita: si può andare, a seconda della situazione del singolo bambino, dalle poche settimane ai 12 mesi.

Come si fa lo spannolinamento?

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Entriamo ora nel vivo dei  consigli pratici relativi allo spannolinamento ricordando innanzitutto che non si tratta di un semplice processo di rimozione di un indumento assorbente.


Comprende, infatti, l’avvio alla scoperta della dimensione dell’intimità e alla confidenza con la stanza da bagno. 


L’ultimo punto è di particolare importanza in quanto molti bambini sono spaventati dallo sciacquone.


Essenziale, inoltre, è insegnare al piccolo le manovre di igiene intima prima ancora di partire con il toilet training.


Ecco le regole base:


  • Maschietti: pulizia con la carta dopo la pipì e pulizia accompagnata da utilizzo del detergente intimo dopo l’evacuazione;

  • femmine: detersione dopo la pipì e attenzione, dopo l’evacuazione, a pulirsi partendo da davanti e procedendo verso la parte posteriore, così da evitare la potenziale contaminazione della zona genitale da parte dei batteri fecali.


La gradualità deve essere il faro dal quale farsi guidare. 


La fretta, con ricerca di consigli su come togliere il pannolino in tre giorni, è una cattiva consigliera e, soprattutto se associata al rinforzo negativo, con punizioni e sgridate, può provocare delle ripercussioni gravi a lunghissimo termine.

Familiarità con il bagno, naturalezza e ascolto del corpo

Il percorso dello spannolinamento è un viaggio all’insegna della pazienzae dell’acquisizione di familiarità con nuove sequenze e spazi.


Molto utile è, come già accennato, permettere al bambino di familiarizzare con la stanza da bagno, facendo capire che wc e bidet sono strumenti di uso quotidiano.


In questi casi, entra in gioco il potere dell’imitazione: fare in modo che il bambino abbia libero accesso al bagno mentre i genitori fanno i bisogni è basilare.


Ci si accorgerà presto che non c’è bisogno di spiegare i passaggi singoli: in questa come in praticamente tutte le situazioni, i piccoli imparano semplicemente guardando quello che fanno la mamma e il papà.

Quando si parla di consigli spannolinamento, è importante lavorare anche sulla naturalezza delle conversazioni relative a pipì e cacca, che non devono essere argomenti tabù in famiglia.


Un altro suggerimento che può fare la differenza prevede il fatto di aiutare il piccolo a riconoscere i messaggi del corpo legati al bisogno di urinare o evacuare.


Qualche esempio? 


Chiedergli, quando cambia espressione o colore del viso, se questo è successo perché ha bisogno di fare la cacca.

Spannolinamento Montessori: di cosa si tratta?

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Quando si parla di approcci allo spannolinamento, quello che fa riferimento al metodo Montessori è sicuramente efficace.


Si tratta di un processo che enfatizza l’ascolto costante del bambino e il rispetto dei suoi tempi e dei suoi segnali.


Continua a leggere per scoprire quali sono le indicazioni base da seguire!



Come capire che il mio bambino è pronto per lo spannolinamento?

Tra i segnali da osservare e che fanno capire che il bambino è pronto all’inizio dello spannolinamento è possibile ricordare:


  • Il piccolo si rende conto che il pannolino è sporco;

  • curiosità quando i genitori o i fratelli maggiori utilizzano il bagno;

  • desiderio di indossare le mutandine;

  • periodi di 3-4 ore nel corso dei quali il piccolo riesce a trattenere i bisogni.


Come accennato nelle righe precedenti, la fretta non è la strada giusta.


Alcuni bambini possono mostrare precocemente i segnali appena menzionati, mentre altri possono avere bisogno di un po’ di tempo.


L’osservazione, il rispetto dei ritmi individuali e l’incoraggiamento delle abitudini - in questo caso, è bene partire non appena il bambino inizia a usare il vasino, anche con l’aiuto di libri e pupazzi - sono le basi per vivere con serenità questo meraviglioso percorso.


In virtù di quanto appena ricordato, è bene ricordare che domande come “Ogni quanto devo portarlo in bagno?” hanno poco senso.


Sarà il bambino che ha libero accesso al bagno a recarvisi da solo o il genitore a incoraggiarlo a fronte di specifici segnali (viso arrossato, espressioni particolari etc.).

Consigli spannolinamento per introdurre il vasino con successo

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Quando il bambino mostra di essere pronto per lo spannolinamento, arriva il momento di introdurre il vasino.


  • Puoi posizionare il vasino in bagno vicino all’area dedicata al cambio del pannolino: si tratta di un espediente per aiutare il piccolo ad associare ancora di più l’utilizzo del vasino all’igiene personale;

  • attenzione all’abbigliamento: capi come i pantaloni elastici permettono al piccolo di gestire l’inizio del rapporto con il vasino in autonomia, il che risponde alla perfezione alle linee guida del metodo Montessori;

  • presenza, nelle immediate vicinanze del vasino, di indumenti e biancheria per cambiarsi in caso di incidenti.


Vediamo ora qual è la posizione giusta che il bambino deve assumere sul vasino!

Come deve sedersi il bambino sul vasino?

Il modo in cui il bambino si siede sul vasino è fondamentale per vivere lo spannolinamento con serenità.


Soprattutto per facilitare l’evacuazione, è importante che le ginocchia siano sopra la linea dell’ombelico e che i piedi non siano a penzoloni.

Vasino o riduttore?

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I genitori che si approcciano, insieme con il proprio bambino, allo spannolinamento, si chiedono ovviamente se sia meglio il vasino o il riduttore.


Alcuni bambini preferiscono il primo mentre altri, invece, si trovano meglio con il secondo.


Al netto di questo aspetto, esistono due certezze:


  • Il vasino può essere utilizzato dal bambino fin da piccolo;

  • il riduttore richiede la capacità di gestire il dislivello necessario per raggiungere l’altezza del wc.


Consigliabile è quindi partire con entrambi gli strumenti a disposizione, in modo da fare delle prove e da capire quale il piccolo preferisce.

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In fase di utilizzo del vasino, è essenziale evitare di spostarlo per le varie stanze della casa: come più volte ricordato in queste righe, lo spannolinamento è un processo educativo, grazie al quale il bambino si avvia anche alla gestione dell’igiene personale, che ha come contesto di riferimento il bagno.

La gestione degli incidenti di percorso

Una parte importante dello spannolinamento è la gestione degli incidenti di percorso.


L’approccio giusto è all’insegna della comprensione.


Si può mettere, come già consigliato, una scorta di mutandine e indumenti di cambio facilmente accessibile: questo espediente permette al bambino di capire che non è solo.


Altro punto di massima importanza è venirgli incontro con parole di incoraggiamento, ricordandogli che gli incidenti di percorso possono capitare e dando suggerimenti pratici, per esempio il fatto di correre in bagno il più velocemente possibile non appena si avverte lo stimolo.

Mio figlio ha paura del water: cosa fare?

Oltre agli incidenti di percorso, un altro possibile ostacolo che si può incontrare durante il percorso dello spannolinamento sono le paure, in particolare quella del water.


Ecco qualche dritta per aiutare il proprio bambino a superarla:


  • Spiegare che utilizzare il wc è normale e che lo usano anche mamma e papà;

  • introdurre il water nei momenti di gioco. Un esempio? Invitare il piccolo a costuirne uno mini con il pongo per far giocare i suoi personaggi preferiti;

  • evitare, quando il piccolo fa la cacca, espressioni come “Che puzza!” o “Che schifo”.

Mio figlio regredisce con lo spannolinamento: come mai?

Le regressioni a percorso di spannolinamento iniziato sono più che normali e non devono essere fonti di ansia per i genitori.


Cosa fare?


La chiave per togliere il pannolino con successo e serenità è l’osservazione del bambino - lo spannolinamento è qualcosa di nuovo anche per il genitore - essenziale per capire il suo temperamento e adattare l’approccio.

  • Vivace e determinato: in questo caso, il piccolo può sperimentare la paura di fallire e, per tale motivo, opporsi vivacemente all’utilizzo del vasino. Particolarmente importante è lasciargli in parte il controllo, mettendo in primo piano la scelta tra wc e riduttore;

  • adattabile: in questo frangente, a fare la differenza forse più che negli altri è l’approccio rassicurante; il piccolo non deve percepire stress da parte dei genitori.

  • bambino dal temperamento sensibile: essenziale per gestire le regressioni nello spannolinamento è adottare un approccio di massima gradualità nella gestione di paure come quella per il wc o lo sciacquone.

Spannolinamento cacca: perché si possono incontrare delle difficoltà?

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Una parte dello spannolinamento che può essere associata a difficoltà riguarda l’espulsione delle feci.


Sicuramente avrai già sentito da altre amiche mamme che sono già passate dalla fase dell’addio al pannolino che i loro bimbi hanno avuto problemi, durante il percorso, a fare la cacca.


Tutto ciò ha una spiegazione scientifica.


  • Con la visione delle proprie feci nel wc o nel vasino, il bambino si rende conto che può rilasciare parti di sé. Nella teoria freudiana, che individua la fase anale nel periodo compreso tra 1,5 e 3 anni, quanto appena descritto ha un ruolo fondamentale, in quanto rappresenta un atto di autonomia e di consapevolezza di sé.

  • Le feci vengono viste anche come qualcosa di sé che si perde.

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Come gestire al meglio questa parte del viaggio dello spannolinamento?


  • Rispetta i tempi del bambino;

  • non associare la cacca a termini negativi;

  • richiama il fatto che, ogni volta che esce, è segno che il suo corpo sta lavorando bene.


Per rinforzare il tutto, puoi fare ricorso a libri dedicati e a pupazzi. 

L'importanza della dieta

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L’ alimentazione del bambino è di massima importanza per lo spannolinamento.


L’adeguata assunzione di acqua e fibre, così come l’attività motoria, sono fattori che influiscono profondamente sul transito delle feci.

L’attenzione a questi aspetti contribuisce a rendere le feci caratterizzate dal giusto equilibrio fra dimensioni e morbidezza, il che è funzionale alla loro espulsione agevole.

Come spannolinare la notte?

Togliere il pannolino di notte è una tappa fondamentale del percorso di spannolinamento (anche in questo caso, non esistono tempi scritti sulla pietra).


Ecco alcuni consigli pratici che fanno la differenza quando ci si chiede come togliere il pannolino di notte:


  • Assicurarsi che il bambino vada a letto con la vescica vuota;

  • accertarsi che non esageri con l’assunzione di liquidi;

  • utilizzo di un pigiama che sia facile da togliere;

  • posizionamento di una lucina notturna in camera.


Anche per lo spannolinamento notturno ci vuole quel mix perfetto tra pazienza e incoraggiamento: dopo 7-10 giorni in cui il bambino si alza con il pannolino asciutto, può valere la pena provare a non metterlo di notte, avendo sempre cura di proteggere il materasso.

Mio figlio fa ancora pipì a letto: è normale?

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I genitori che hanno iniziato lo spannolinamento da un po’ - anche di notte - si chiedono spesso se è normale che il piccolo faccia la pipì a letto (enuresi notturna).


Fino ai cinque anni sì (a meno che non ci siano evenienze patologiche come le infezioni).

Quando rivolgersi al pediatra?

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Durante il percorso di spannolinamento è essenziale rivolgersi al pediatra davanti alle seguenti evenienze:


  • Dolore e paura costanti durante l’evacuazione;

  • stipsi cronica;

  • mancata acquisizione del controllo sfinterico notturno entro i 5-6 anni;


Sarà il pediatra a dire se è necessario chiedere la consulenza di uno psicologo.

Spannolinamento bambini autistici: come fare?

Lo spannolinamento dei bambini nello spettro autistico richiede un approccio ancora più attento e rispettoso dei tempi individuali.


Ogni bambino vive questa fase con modalità diverse: alcuni possono acquisire il controllo sfinterico con la stessa tempistica dei coetanei, altri necessitano di una maggior gradualità.


La difficoltà è legata a una spiccata sensibilità sensoriale, alla necessità di routine molto prevedibili e a una diversa percezione dei segnali corporei.


In questi casi è utile proporre lo spannolinamento attraverso piccoli passaggi ripetuti, utilizzando supporti visivi come pittogrammi o tabelle illustrate che guidino il bambino passo dopo passo.


Anche le routine chiare e strutturate, il linguaggio chiaro e il rinforzo positivo risultano fondamentali per consolidare la fiducia del piccolo.

Un ulteriore supporto arriva dal metodo elaborato dalla dottoressa Jocelyn J. LeBlanc del Children′s Hospital Boston, che propone un percorso basato su:


  • Timing schematico: il bambino viene accompagnato in bagno a intervalli regolari partendo con 10 minuti sul wc o sul vasino. I suddetti intervalli sono molto ravvicinati all’inizio, in quanto ciò permette di favorire la prevedibilità.

  • Rinforzo immediato e tangibile: ogni utilizzo corretto del bagno viene seguito da un premio motivante (gioco preferito, piccolo gadget da collezionare, coccole etc.).

  • Sessioni intensive: in alcune versioni del protocollo, le prime giornate vengono dedicate quasi esclusivamente allo spannolinamento, con numerose prove ripetute, per consolidare rapidamente l’apprendimento.

  • Monitoraggio costante: si tiene un diario accurato di orari, incidenti e progressi, per adattare gradualmente la frequenza delle pause in bagno e ridurre gli incidenti.

Quando emergono difficoltà persistenti o comportamenti di rifiuto marcato, la collaborazione con il pediatra, lo psicologo o i terapisti che seguono il bambino diventa un valido sostegno per costruire un percorso personalizzato, sereno e rispettoso della sua unicità.

Gli errori da non fare quando si toglie il pannolino

Oltre ai rimproveri e alle punizioni, esistono diversi altri comportamenti da evitare quando si toglie il pannolino al proprio bimbo:


  • Confronto con fratelli e compagni d’asilo;

  • attenzione esclusiva della famiglia sul processo dello spannolinamento: così facendo, si rischia che il bambino si senta oggetto di un’eccessiva pressione psicologica;

  • far partire lo spannolinamento in concomitanza con cambiamenti importanti (nascita di un fratellino, inserimento alla scuola dell’infanzia, trasloco, viaggio con spostamenti di lungo raggio etc.).


Ricorda infine di confrontarti sempre con educatori del nido o dell’infanzia e con gli altricaregiverfamiliari, in modo che il percorso sia portato avanti all’insegna della coerenza.

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