mal di testa

Mal di testa in gravidanza: cause e rimedi per la cefalea

Il mal di testa, noto anche come cefalea, è una delle condizioni mediche più comuni e debilitanti che colpisce milioni di persone in tutto il mondo.


Caratterizzato da una gamma di sensazioni dolorose che variano da lievi a gravi, il mal di testa può influenzare significativamente la qualità di vita di chi ne soffre, compromettendo le attività quotidiane, il lavoro e persino le relazioni personali.


Sebbene spesso sia considerato un sintomo transitorio e benigno, il mal di testa può essere debilitante e in alcuni casi indicativo di condizioni mediche sottostanti più serie.


In questo articolo, esploreremo approfonditamente i diversi tipi di mal di testa, le loro cause, i fattori di rischio associati e le opzioni di trattamento disponibili per prevenirlo o risolverlo.


Ti anticipo subito che, fortunatamente, la stragrande maggioranza dei mal di testa è causato a contratture muscolari della regione cervicale che irradia alla testa e agli occhi; ecco perché si definiscono cefalee muscolo-tensive (causate da tensioni muscolari).

Cos'è il mal di testa (cefalea)?

Mal di testa è la terminologia generica con cui solitamente si tende a indicare qualsiasi dolore localizzato alla testa, di varia intensità e natura. Il termine medico per indicare il mal di testa è "cefalea" o "cefalgia" (dal greco kefal, che significa testa).

Classificazione del mal di testa

Poiché il mal di testa può derivare da molteplici fattori e può assumere molte forme diverse, è cruciale avere una classificazione ben definita per comprendere appieno questa condizione e garantire un trattamento efficace.

La Classificazione Internazionale delle Cefalee (International Classification of Headache Disorders, 3rd edition, ICHD-3) è un sistema strutturato e accurato sviluppato dalla International Headache Society (IHS) per classificare e categorizzare i diversi tipi di cefalee in modo rigoroso e dettagliato.

Questo sistema di classificazione fornisce una cornice chiara per gli operatori sanitari al fine di distinguere tra i vari tipi di mal di testa in base ai sintomi presentati e alla loro causa sottostante; con l’obiettivo di formulare una diagnosi accurata e adottare una strategia terapeutica mirata.

Questo approccio aiuta a garantire che i pazienti ricevano il trattamento più appropriato per il loro particolare tipo di cefalea, migliorando così la qualità della loro vita e riducendo il rischio di ricorrenza o complicazioni.


L’ICHD prevede un’iniziale classificazione del mal di testa secondo tre categorie principali:

  • Cefalee primarie: in parole povere facciamo riferimento a tutti quei mal di testa che non sono causati da altre malattie o altre condizioni patologiche sottostanti

  • Cefalee secondarie: quando il mal di testa è uno dei sintomi di malattie cerebrali o di altra natura (febbre, stress, otite, sinusite, tumori cerebrali, meningite, nevralgia).

  • Nevralgie craniche e dolori facciali centrali o primari e altre cefalee

Cefalee primarie

Le cefalee primarie costituiscono circa il 90% di tutti i casi di mal di testa.


Si tratta di tutte quelle condizioni cliniche in cui il mal di testa stesso è la principale manifestazione clinica e non è causato da un'altra patologia o condizione medica sottostante.


Questo concetto è molto importante in quanto sta a dimostrare che le cefalee primarie richiedono una gestione e un trattamento specifici. 


Gli approcci terapeutici pertanto si concentrano sulla gestione dei sintomi del mal di testa e sul miglioramento della qualità della vita del paziente, piuttosto che sulla cura di una malattia sottostante.


Questo tipo di approccio è fondamentale per comprendere e trattare efficacemente la vasta gamma di cefalee primarie che possono affliggere le persone.


Riconosciamo diverse sottocategorie all’interno delle cefalee primarie, tra cui:

  • Emicrania (Migraine)
  • Cefalea di tipo muscolo-tensivo (Tension Type Headache – TTH)
  • Cefalee autonomico-trigeminali (Trigeminal Autonomic Cephalalgias – TACs) o cefalee a grappolo
  • Altre cefalee primarie

Emicrania

Cos'è

L’emicrania (con e senz’aura), è un disturbo tra i più frequenti al mondo, a carattere frequentemente familiare, di cui soffre in media il 10-15% della popolazione mondiale.

Colpisce prevalentemente le donne in età fertile e risulta essere più comune tra i 25 e i 55 anni, nonostante possa presentarsi anche in età infantile.

Si tratta di una forma comune e debilitante di mal di testa caratterizzata da episodi ricorrenti di dolore descritto come molto intenso e pulsante, spesso concentrato su un solo lato della testa, nonostante alle volte possa coinvolgere entrambe i lati del capo.

Esordio e diffusione del dolore

L'emicrania tende ad esordire gradualmente, spesso coinvolgendo solo un lato della testa, con il dolore concentrato nella regione frontale sopra l'occhio e della tempia. Tuttavia, il mal di testa può diffondersi ad entrambi i lati e peggiorare con il movimento, limitando così le attività quotidiane del paziente.

L'emicrania può avere un impatto significativo sulla qualità della vita delle persone che ne soffrono, spesso causando incapacità di svolgere le normali attività quotidiane durante gli attacchi a causa del dolore intenso e della sensazione di disagio associata al sintomo.

Cause di emicrania

Le cause esatte dell'emicrania non sono completamente comprese, ma si ritiene che una combinazione di fattori genetici, neurologici e ambientali possa contribuire allo sviluppo della condizione. Alterazioni nei neurotrasmettitori cerebrali, come la serotonina, possono giocare un ruolo importante nell'emicrania, così come la sensibilità ad alcuni stimoli ambientali e allo stress. Altri fattori che possono scatenare gli attacchi di emicrania includono cambiamenti ormonali, dieta, sonno, e stress emotivo.

Sintomi e caratteristiche

Il dolore associato all'emicrania è spesso pulsante, intenso e localizzato su un lato della testa.

Diverse persone affette da emicrania spesso trovano difficile tollerare la luce intensa e i suoni forti durante un attacco e molte di queste sperimentano anche nausea o vomito durante un episodio.

È frequente inoltre l’insorgenza di sensazioni fisiche come formicolio, intorpidimento o debolezza durante un attacco di emicrania.

L'emicrania può essere accompagnata da un'aura, che consiste in sintomi neurologici transitori come cambiamenti visivi, sensoriali o del linguaggio, che precedono o accompagnano l'attacco di mal di testa, ma questo lo approfondiremo nel dettaglio di seguito.

Gestione e trattamento

La gestione dell'emicrania può richiedere un approccio multifattoriale che include il trattamento sintomatico durante gli attacchi, terapie preventive per ridurre la frequenza e l'intensità degli episodi e modifiche dello stile di vita per gestire i trigger e migliorare il benessere generale.

In sintesi, l'emicrania è una condizione complessa e invalidante che richiede una comprensione approfondita e un trattamento mirato per migliorare la qualità della vita dei pazienti e ridurre il loro impatto quotidiano.

Emicrania con aura

Qual è la differenza tra emicrania con aura e senz'aura

L'emicrania è una forma comune di cefalea che può presentarsi con o senza aura. La principale differenza tra emicrania con aura e emicrania senza aura riguarda la presenza o l'assenza di sintomi neurologici specifici chiamati aura, che compaiono poco prima o all'inizio dell'emicrania stessa.

Vediamo insieme più nello specifico di cosa si tratta.

Che cos'è l'aura emicranica

Come dicevamo poco fa, l'aura emicranica consiste in un insieme di sintomi neurologici transitori che possono precedere o accompagnare un attacco di emicrania. Questi sintomi sono di natura variabile e possono coinvolgere la visione, la sensibilità sensoriale, il linguaggio e altri processi cerebrali.

L'aura può a sua volta manifestarsi in diversi modi e può essere differente da persona a persona.

Come si manifesta

La diretta correlazione tra emicrania e aura viene dimostrata dalla cosiddetta “Cortical Spreading Depression Theory (CSD)” che rappresenta una spiegazione agli episodi di "depressione" (intesa in senso fisiologico e non emotivo) dell'attività elettrica nel cervello, che si diffonde attraverso la corteccia cerebrale.


In parole semplici questo fenomeno consiste in una prima fase di eccitazione neuronale seguita da una depressione neuronale.

Si suppone che tutto dipenda da un aumento del circolo sanguigno cerebrale, seguito da una diminuzione in determinate aree. Questo aumento e diminuzione di flusso sanguigno instaura un processo infiammatorio localizzato che raggiunge le fibre della dura madre e comporta il rilascio di sostanze che attivano i centri del dolore, instaurando la cefalea.

Cefalea muscolo-tensiva (mal di testa da cervicale)

Che cos'è il mal di testa da cervicale

La cefalea di tipo tensivo è la più frequente tra le diverse forme di cefalee primarie. Ha una maggiore incidenza nelle donne rispetto agli uomini (il 90 % delle donne ha riportato almeno un episodio, contro il 70 % degli uomini), soprattutto tra i 40 e i 50 anni d’età. Una stima indica che la maggior parte delle persone avrà almeno un episodio di cefalea tensiva durante la loro vita.

È solitamente caratterizzata da un dolore sordo o pressante intorno alla testa e al collo.

Sebbene non sia solitamente invalidante come l'emicrania, può comunque avere un impatto significativo sulla qualità della vita delle persone colpite.

Esordio e diffusione del dolore

La cefalea di tipo tensivo si presenta spesso come una sensazione di pressione bilaterale intorno alla testa, che può variare da lieve a moderata. Il dolore può essere costante e persistente, con episodi che possono durare da poche ore a diversi giorni. Altri sintomi comuni includono tensione muscolare nel collo e nelle spalle, sensibilità al rumore e alla luce e affaticamento.

Cause

Si ritiene che una combinazione di fattori fisici, psicologici e ambientali possa contribuire allo sviluppo della cefalea muscolo tensiva ma di sicuro, la causa principale risultano essere le contratture muscolari e rigidità articolari della regione cervicale o della mandibola.

Tra i potenziali fattori scatenanti vi sono lo stress, la tensione muscolare, la postura scorretta, l'ansia, la depressione e la mancanza di sonno. 

Alcuni individui possono essere più suscettibili alla cefalea di tipo tensivo a causa di fattori genetici o di fattori ambientali.

Sintomi e caratteristiche

  • Dolore: Il sintomo principale della cefalea di tipo tensivo è il dolore intorno alla testa e al collo. Questo dolore è spesso descritto come una sensazione di pressione, peso o stretta, piuttosto che come un dolore pulsante come nell'emicrania. Il dolore può essere bilaterale e generalmente è di intensità lieve o moderata.
  • Durata: Gli episodi possono durare per diverse ore fino a diversi giorni. Tuttavia, raramente persistono per più di un giorno consecutivo.
  • Costanza: A differenza dell'emicrania, la cefalea di tipo tensivo tende ad essere costante e persistente nel tempo, piuttosto che presentare episodi distinti e separati.
  • Tensione muscolare: Molte persone possono sperimentare tensione muscolare nel collo, nelle spalle e nella parte superiore della schiena.
  • Sensibilità sensoriale: Anche se meno comune rispetto all'emicrania, alcune persone con cefalea di tipo tensivo possono essere sensibili alla luce (fotofobia) o al rumore (fonofobia).
  • La cefalea di tipo tensivo può essere accompagnata da una sensazione generale di affaticamento o stanchezza, che può influenzare le attività quotidiane.
  • Alterazioni del sonno: Alcune persone possono sperimentare disturbi del sonno, come difficoltà ad addormentarsi o risvegli notturni frequenti.
  • Stress e ansia: Lo stress emotivo e l'ansia possono essere fattori scatenanti o contribuenti alla cefalea di tipo tensivo, e alcune persone possono sperimentare un aumento del dolore durante periodi particolarmente stressanti.

Gestione, trattamento e rimedi

Il trattamento della cefalea di tipo tensivo può includere l'uso di farmaci antidolorifici per il sollievo sintomatico durante gli attacchi acuti, nonché terapie preventive e interventi non farmacologici come la terapia fisica (es: trattamenti manuali osteopatici per rilassare la muscolatura del collo e delle spalle), il biofeedback, la gestione dello stress e la terapia cognitivo-comportamentale per ridurre la frequenza e l'intensità degli episodi.

Un'adeguata gestione e trattamento manuale possono aiutare a migliorare la qualità della vita e a ridurre il disagio associato a questa condizione.

Mal di testa da cervicale e osteopatia

Le cause del Mal di testa da cervicale

Tra le cause di insorgenza citate in precedenza solitamente quella più comune e frequente risiede in uno schema posturale scorretto del paziente con alterazione della biomeccanica cervicale e conseguente sviluppo di compensi articolari e muscolari a carico della regione cervicale e limitrofa, molte volte conseguenti a traumi cervicali ripetuti nel tempo (attività fisica) o singoli (colpo di frusta).

In parole semplici, la sintomatologia può essere la diretta conseguenza di una contrattura della muscolatura suboccipitale che, come dice la parola stessa, si trova a stretto contatto con la base cranica influenzandone il movimento e della muscolatura cervicale posteriore (splenio del capo e del collo).

Capite bene che una tensione maggiore a carico di questa muscolatura può riflettersi direttamente a livello cranico comportando una sintomatologia che il paziente avverte perlopiù a livello occipitale, posteriore.

Nei casi più importanti la stessa sintomatologia tende ad interessare anche la regione parietale, laterale e superiore comportando una cefalea a casco.

Altre volte invece la cefalea può derivare da una contrattura della muscolatura implicata nella masticazione (muscolo temporale, SCOM, pterigoidei, sovra e sotto-ioidei), da correlare direttamente alla funzionalità dell’osso ioide, implicato nella deglutizione, che si relaziona direttamente con la fascia cervicale profonda.

Quest’ultima, a sua volta, si inserisce a livello sternale e costale superiore e risulta perciò fondamentale una valutazione di tutta la biomeccanica toracica superiore e costale, comprendendo anche tutta la muscolatura implicata nella respirazione (piccolo e grande pettorale e scaleni, che si inseriscono direttamente a livello cervicale).

come curare il mal di testa da cervicale con l'osteopatia

L'obiettivo dell'osteopata nella cefalea tensiva è quello di individuare e ridurre le contratture muscolari e le eventuali disfunzioni muscolo-scheletriche che possono contribuire alla comparsa dei sintomi.

In termini pratici perciò il trattamento osteopatico può includere diverse tecniche, tra cui:

  • · Tecniche di soft-tissue, utilizzate per rilassare la muscolatura e predisporre la regione cervicale al trattamento mirato.
  • · Tecniche di mobilizzazione articolare, finalizzate a migliorare la rigidità cervicale e aumentare il range di movimento articolare.
  • · Tecniche di trazione e allungamento, utili ad aumentare la flessibilità e recuperare la corretta fisiologia di movimento della colonna cervicale.
  • · Tecniche HVLA, le quali prevedono un rapido movimento ad alta velocità e a bassa ampiezza con lo scopo di migliorare la mobilità articolare e ridurre le disfunzioni articolari in un determinato segmento corporeo.

Il trattamento manipolativo osteopatico, conosciuto anche con l’acronimo inglese OMT “Osteopathic Manipulative Treatment”, risulta essere una delle strategie di trattamento non invasivo più ricercata dai pazienti grazie ai pochi possibili effetti collaterali, molto più diffusi nell’utilizzo e soprattutto nell’abuso di farmaci.

Oltre alla sensazione di benessere generale, l’osteopatia può andare ad agire direttamente sulla fisiopatologia delle cefalee grazie ai modelli biomeccanico, respiratorio/circolatorio, neurologico e biopsicosociale; contribuendo pertanto a diminuire l’impiego di farmaci.


Nella review pubblicata da Jara et al. (2022), sono stati analizzati 15 articoli scientifici pubblicati prima del 2022, di cui 13 RCT “Radomised Controlled Trial”, che analizzavano l’efficacia dell’OMT in pazienti con cefalea; in particolare cefalea di tipo miotensivo ed emicrania.

Tutti gli studi hanno evidenziato miglioramenti statisticamente significativi nei vari parametri selezionati post trattamento. Si è notata pertanto una generale diminuzione di intensità, frequenza e punti dolorosi localizzati nei pazienti affetti da cefalee.

Questi risultati confermano come l’osteopatia possa essere una terapia valida per i pazienti affetti da cefalee, in termini di riduzione di frequenza e intensità tramite tecniche di rilascio miofasciale, inibizione muscolare suboccipitale e tecniche sulla sfera cranica soprattutto.

Un ulteriore importante fattore analizzato da alcuni studi è come l’OMT sia in grado di garantire un miglioramento della qualità della vita generale contribuendo a limitare l’utilizzo di farmaci impiegati per la riduzione della sintomatologia dolorosa.

Cefalee autonomico-trigeminali o a grappolo

Che cos'è

La cefalea a grappolo è una forma particolarmente debilitante di mal di testa caratterizzata da episodi di dolore estremamente intenso, noti come "cluster", che si verificano in modo ciclico e ripetitivo.

Questa condizione risulta essere poco comune, si stima indicativamente un’incidenza inferiore allo 0,5% nella popolazione maschile e 0,1% in quella femminile.

Non mostra un particolare carattere ereditario (i casi di familiarità sono infatti compresi tra il 2% e il 7%).

Compare più comunemente in età adulta (tra i 20 e i 50 anni) e rappresenta una condizione patologica invalidante, con gravi conseguenze sulla qualità della vita del paziente.

Esordio e diffusione del dolore

Il dolore spesso inizia improvvisamente e senza preavviso, raggiungendo rapidamente un'intensità estrema. Questo dolore è spesso descritto come lancinante, pungente o perforante, e può essere localizzato in un solo lato della testa, dietro l'occhio o nella regione temporale. Alcune persone possono anche sperimentare sintomi precursori, come una sensazione di disagio o irritazione nell'area coinvolta.

È importante notare che la cefalea a grappolo è caratterizzata da episodi di dolore estremamente intenso, noti come "cluster", che possono verificarsi regolarmente, anche più volte al giorno, durante i periodi di attività della condizione. Durante i periodi di remissione, il dolore può diminuire o scomparire completamente, offrendo un momento di sollievo ai pazienti affetti da questa condizione debilitante.

Cause

Le cause precise della cefalea a grappolo non sono ancora completamente comprese, ma si ritiene che una combinazione di fattori genetici, neurologici e ambientali possa contribuire allo sviluppo della condizione.

È importante sottolineare che si tratta di una condizione complessa e multifattoriale, e la sua causa esatta può variare da persona a persona.

Sintomi e caratteristiche

La cefalea a grappolo si manifesta con dolore estremamente intenso e lancinante, spesso localizzato in un solo lato della testa, dietro l'occhio o nella regione temporale. Questo dolore può essere così intenso da essere descritto come "il peggiore possibile". Gli attacchi di cefalea a grappolo possono durare da 15 minuti fino a diverse ore e possono ripetersi più volte al giorno, per settimane o mesi, seguiti da periodi di remissione.

Durante i periodi di “cluster”, gli attacchi di cefalea a grappolo possono verificarsi regolarmente, anche più volte al giorno, rendendo estremamente difficile per il paziente svolgere le normali attività quotidiane.

I periodi di remissione possono variare da settimane a mesi, ma la condizione tende a essere ciclica, con il risorgere degli attacchi durante i periodi di “cluster”.


Altri Sintomi associati: oltre al dolore intenso, gli individui con cefalea a grappolo possono sperimentare sintomi aggiuntivi come arrossamento o lacrimazione dell'occhio, congestione nasale o rinorrea, ptosi palpebrale (abbassamento della palpebra) e sudorazione facciale. Questi sintomi possono essere presenti durante o prima dell'attacco di cefalea.

Gestione e trattamento

La gestione e il trattamento della cefalea a grappolo richiedono un approccio multidisciplinare e personalizzato per alleviare il dolore e migliorare la qualità della vita dei pazienti.

Il trattamento può essere complesso e può includere l'uso di farmaci per il sollievo sintomatico durante gli attacchi acuti, così come terapie manuali preventive per ridurre la frequenza e l'intensità degli episodi. Alcuni pazienti possono richiedere anche interventi chirurgici o procedure invasive per gestire la condizione in modo efficace.

Cefalee secondarie

Le cefalee secondarie sono quelle forme in cui il mal di testa è “sintomo” di un’altra patologia.

Esse pertanto non rappresentano un disturbo autonomo, bensì un segnale di qualcosa di più serio che sta accadendo nel corpo e ciò le differenzia chiaramente dalle cefalee primarie.

Sono tendenzialmente secondarie a:

  • · Condizione medica
  • · Patologia esistente
  • · Trauma subito

In alcuni casi le cefalee secondarie possono anche dipendere da patologie molto gravi che mettono a rischio la vita del paziente e per questo motivo non devono essere trascurate, soprattutto se si associano ad altri sintomi.

Di conseguenza, gestire un paziente con una cefalea sospetta di natura secondaria può richiedere un'attenzione immediata e, talvolta, anche un intervento di emergenza. La fase diagnostica deve quindi essere eseguita con grande accuratezza per identificare correttamente la causa sottostante della cefalea.

Fortunatamente, le cefalee secondarie "pericolose" rappresentano solo una piccola percentuale dei casi.

Le cause

Alcune cause comuni di cefalee secondarie includono:

  • · Traumi cranici
  • · Infezioni
  • · Anomalie vascolari
  • · Tumori cerebrali
  • · Emorragie cerebrali
  • · Malattie infiammatorie
  • · Disordini del collo e delle articolazioni temporomandibolari (ATM)
  • · Eccessiva assunzione di farmaci
  • · Altre patologie neurologiche e/o sistemiche

Incidenza

L'incidenza delle cefalee secondarie varia a seconda della causa sottostante e della popolazione considerata. Poiché queste sono causate da una vasta gamma di patologie diverse, traumi o condizioni mediche, l'incidenza può variare notevolmente.

L'incidenza delle cefalee secondarie può inoltre variare in base alla fascia d'età e al sesso.

Sintomi e caratteristiche

I sintomi della cefalea secondaria possono variare a seconda della causa sottostante.

Lo stesso accade per quanto riguarda la gravità e l’intensità del mal di testa percepito. Alcuni pazienti possono pertanto sperimentare mal di testa lievi o moderati, mentre altri possono avvertire una sintomatologia estremamente grave che richiede un intervento medico immediato.

Allo stesso modo, a seconda della causa sottostante, le cefalee secondarie possono essere associate a una serie di sintomi neurologici aggiuntivi. Questi possono includere vertigini, disturbi visivi, difficoltà di parola, debolezza muscolare, intorpidimento o formicolio in una parte del corpo, e altri sintomi correlati al coinvolgimento del sistema nervoso.

In alcuni casi invece, si accompagnano a sintomi sistemici come febbre, brividi, nausea, vomito, perdita di appetito, affaticamento e altri segni di malattia sistemica.

È importante inoltre sottolineare che i sintomi della cefalea secondaria possono persistere o peggiorare nel tempo se non viene trattata correttamente la causa sottostante.

Gestione e trattamento

La diagnosi accurata della causa sottostante della cefalea secondaria è fondamentale per il trattamento efficace. Ciò può richiedere una valutazione medica dettagliata, compresa la storia clinica del paziente, l'esame fisico e, in alcuni casi, test diagnostici specifici come la tomografia computerizzata (TC), la risonanza magnetica (RM), gli esami del sangue o altri test di laboratorio.

Una volta identificata la causa sottostante della cefalea secondaria, il trattamento è mirato a gestire o risolvere la condizione medica di base. Ad esempio, il trattamento delle infezioni, la gestione delle patologie vascolari o neurologiche, la rimozione di tumori cerebrali o la correzione di anomalie strutturali del cranio o del collo possono essere parte del piano di trattamento.


Vediamo insieme alcuni dei casi più comuni di cefalea secondaria:

Cefalea da trauma cranico

Il mal di testa costituisce uno dei sintomi più frequenti post trauma cranico.

La cefalea acuta postraumatica è una cefalea secondaria che si sviluppa nei giorni successivi al trauma.

È interessante notare che la sintomatologia cefalgica può insorgere anche fino a una settimana dopo il trauma, come accade nell’86% dei casi.

Il dolore associato alla cefalea da trauma cranico può presentarsi in diverse forme, inclusi mal di testa pressanti, pulsanti o lancinanti. Questo dolore può interessare diverse parti della testa e può essere accompagnato da altri sintomi come sensibilità alla luce o al suono, nausea e vertigini.

Questa particolare condizione può rivelarsi essere un disturbo temporaneo, risolvendosi entro pochi giorni o settimane dal trauma, oppure in alcuni casi, il dolore può persistere per un periodo più lungo e diventare cronico.

La cefalea da trauma cranico può essere intensificata da sforzi fisici o forti emozioni, ma tende a migliorare con il riposo e l'uso di farmaci analgesici. A tal proposito è importante fare attenzione a non abusare di tali farmaci per evitare di incorrere in una "cefalea da abuso di farmaci".

Una volta esclusi danni anatomici gravi a livello cranico e altre problematiche patologiche, la terapia osteopatica può essere efficace nella risoluzione del mal di testa cronico presente post trauma cranico. Attraverso leggere manipolazioni e pressioni in punti “trigger” specifici, questa forma di terapia mira a ripristinare gli equilibri del cranio e della colonna vertebrale, contribuendo così al sollievo dei sintomi associati alla cefalea da trauma cranico.

Cefalea da trauma cervicale

La cefalea da trauma cervicale è una condizione caratterizzata da mal di testa che si sviluppa in seguito a un trauma o a un infortunio alla regione del collo e della colonna cervicale.

Questo tipo di cefalea può essere causato da eventi quali il "colpo di frusta", in cui il collo subisce un'accelerazione e decelerazione improvvisa e violenta, come spesso accade in un incidente d'auto.

I sintomi della cefalea da trauma cervicale possono manifestarsi immediatamente dopo l'evento traumatico o possono svilupparsi gradualmente nel corso del tempo. Questa condizione può persistere per settimane, mesi o anche anni dopo il trauma.

Il dolore può risolversi entro tre mesi dall'evento traumatico e può manifestarsi da solo o accompagnato da altri sintomi come vertigini, dolore e rigidità al collo e alla muscolatura circostante, stordimento, affaticamento, disturbi dell'umore e insonnia.

Il mal di testa in questo caso può essere descritto come un dolore costante o pulsante localizzato prevalentemente nella regione del collo e della base cranica.

Il trattamento della cefalea da trauma cervicale può comprendere l'uso di farmaci antidolorifici e/o antinfiammatori per alleviare il dolore e ridurre l'infiammazione. Terapie non farmacologiche come la fisioterapia e la terapia manuale osteopatica possono essere utili nel ripristinare la funzione e la mobilità della colonna cervicale.

Cefalea da disordine dell'articolazione temporo mandibolare

La cefalea causata da un disordine dell'articolazione temporomandibolare (ATM) è una forma di cefalea secondaria che si verifica a causa di problemi o disturbi nell'ATM, l'articolazione che collega la mandibola al cranio.

Solitamente il dolore associato a un disordine dell'ATM è spesso localizzato nella zona dell'articolazione stessa e nelle aree circostanti come tempie, orecchie, mascella, guance e collo.

La sintomatologia può essere descritta come pulsante, lancinante o sorda, e può variare in intensità da lieve a grave. Può essere costante o intermittente e può essere accompagnata da altri sintomi come rigidità della mascella, scrosci o clic articolari durante il movimento della mandibola (masticare, parlare, sbadigliare).

Il trattamento della cefalea da disordine dell'ATM può comprendere diverse modalità terapeutiche, tra cui terapie conservative come la terapia del caldo/freddo, la terapia manuale osteopatica o la terapia farmacologica per alleviare il dolore e ridurre l'infiammazione.

Risulta in questo caso fondamentale la collaborazione tra le diverse figure sanitarie (osteopata e odontoiatra) per il trattamento dei disturbi causati dalla malocclusione dentale per il ripristino di un corretto equilibrio attraverso le tecniche osteopatiche.

Cefalea da sinusite

Il mal di testa da sinusite è una condizione in cui il mal di testa è causato da un'infiammazione o un'infezione dei seni paranasali, le cavità ossee situate intorno al naso e agli occhi.

Questo tipo di mal di testa si verifica solitamente a seguito di un’infiammazione dei seni paranasali a causa di un'infezione batterica, virale o fungina, o a causa di allergie, irritazioni o ostruzioni delle vie respiratorie superiori.

I sintomi che possono far sospettare la presenza di mal di testa da sinusite includono congestione e secrezione nasale, riduzione dell'olfatto, dolore o sensazione di pressione nella zona del viso o della regione auricolare. In alcuni casi, la cefalea può essere scatenata dalla pressione su specifici punti del viso che corrispondono ai seni paranasali infetti.

Il trattamento del mal di testa da sinusite dipende dalla causa sottostante e dalla gravità dei sintomi. Questo può includere l'uso di decongestionanti nasali, antistaminici, corticosteroidi nasaliali, antibiotici (se l'infezione è batterica), irrigazioni nasali saline, analgesici o antipiretici per alleviare il dolore e la febbre, e, in alcuni casi, interventi chirurgici per rimuovere ostruzioni o correggere anomalie anatomiche dei seni paranasali.

Il trattamento osteopatico in questo caso può essere utile per favorire una decongestione dei seni paranasali interessati garantendo una fisiologica funzionalità delle ossa craniche.

Cefalea da abuso di farmaci

La cefalea da abuso di farmaci è una forma di cefalea secondaria che si sviluppa a causa dell'uso eccessivo di farmaci antidolorifici, in particolare quelli utilizzati per trattare il mal di testa. Questa particolare condizione può insorgere quando i farmaci vengono assunti troppo frequentemente, superando le dosi raccomandate o senza seguire le indicazioni del medico.

Questa pertanto si verifica quando i farmaci antidolorifici vengono assunti per più di 10-15 giorni al mese. L'uso cronico e frequente di questi farmaci può causare una dipendenza fisica e creare un circolo vizioso, aumentando la sensibilità al dolore e contribuendo così al ciclo di abuso.

Ciò può portare a una vera e propria dipendenza dai farmaci e rendere difficile interrompere il ciclo di assunzione.

I sintomi della cefalea da abuso di farmaci possono essere simili a quelli di altre forme di cefalea, ma tendono ad essere più gravi e persistenti. Possono includere mal di testa quotidiano o quasi quotidiano, dolore che peggiora con l'uso di farmaci e sintomi di astinenza quando i farmaci vengono interrotti.

Il trattamento della cefalea da abuso di farmaci è complesso e può richiedere un approccio multidisciplinare. Questo può includere il monitoraggio e la riduzione graduale dell'uso dei farmaci, terapie comportamentali e cognitive per gestire il dolore e prevenire il ricorso ai farmaci.

Il supporto psicologico e la terapia del dolore possono anche essere utili nel gestire questa condizione.

Cure e rimedi per il mal di testa

Le cure e i rimedi per la cefalea dipendono dalla causa sottostante e dal tipo di cefalea che si sta affrontando. Tuttavia, ci sono alcune strategie generali che possono aiutare a gestire il mal di testa in modo efficace. Ecco alcuni suggerimenti:


Farmaci da banco: Per il mal di testa occasionale lieve o moderato, si possono utilizzare farmaci da banco. Meglio se prescritti dal proprio medico di famiglia, che sarà in grado di individuare la terapia più appropriata in base alla tipologia, alla frequenza, ai fattori scatenanti e ai sintomi del mal di testa.


Farmaci specifici: Se si soffre di mal di testa cronico o più grave, è consigliabile consultare un medico per valutare l'opportunità di utilizzare farmaci specifici per la cefalea.


Riposo e rilassamento: Il riposo e il rilassamento possono essere molto utili per alleviare la sintomatologia. Riposare in un ambiente tranquillo e buio, praticare tecniche di rilassamento come la respirazione profonda, lo stretching o il massaggio, possono contribuire positivamente ad alleviare il mal di testa.


Idratazione: La disidratazione può essere un fattore scatenante per alcuni tipi di cefalea. Risulta a tal proposito importante assicurarsi di bere una sufficiente quantità d’acqua durante il giorno.


Evitare trigger: Evitare quanto più possibile i fattori scatenanti la sintomatologia, come il cibo o le bevande specifiche, lo stress, la mancanza di sonno o l'esposizione a determinati stimoli sensoriali come la luce intensa o i suoni forti.


Terapie manuali: Diversi soggetti trovano sollievo dalla cefalea attraverso terapie manuali alternative come l'agopuntura, l'osteopatia, la chiropratica o la terapia fisica. Tuttavia, è importante consultare un professionista sanitario prima di intraprendere qualsiasi terapia al fine di strutturare un programma adeguato alle proprie esigenze.


Gestione dello stress: Lo stress può essere un fattore scatenante per il mal di testa in molti individui. È importante trovare modi alternativi per gestire lo stress, come la pratica di attività rilassanti, lo yoga, la meditazione o la terapia cognitivo-comportamentale.


Stile di vita sano: Mantenere uno stile di vita sano, che includa una dieta equilibrata, regolare attività fisica e un sonno sufficiente, può contribuire a ridurre la frequenza e l'intensità dei mal di testa.


Se il mal di testa diventa frequente, grave o interferisce significativamente con la vita quotidiana, è importante consultare un medico per una valutazione e un trattamento appropriati.

Quando preoccuparsi

Le cosiddette "red flags" sono segnali di avvertimento che indicano la presenza di sintomi o condizioni che richiedono un'attenzione medica immediata o un'ulteriore valutazione approfondita.

Questi segnali di allarme sono utilizzati nella pratica clinica per identificare situazioni in cui potrebbe essere necessario intervenire tempestivamente per diagnosticare e trattare condizioni mediche gravi o potenzialmente pericolose.

Nel contesto delle cefalee, le red flags sono sintomi o caratteristiche che possono indicare la presenza di condizioni neurologiche gravi, traumi cranici, infezioni, emorragie cerebrali o altre patologie che richiedono una valutazione medica immediata.

Tra queste riconosciamo:

  • primo episodio di mal di testa
  • mal di testa persistente (dolore costante e che non cambia mai)
  • Dolore ingravescente
  • dolore pulsante
  • Primo episodio di cefalea in un contesto clinico specifico (cancro, infezione HIV)
  • Trauma cervicale o lieve trauma cranico nell’anziano
  • Età maggiore di 50 anni senza storia clinica di cefalea
  • Sintomi associati (disturbi visivi, nausea, vomito, vertigini)

Riconoscere e identificare queste red flags è essenziale per una valutazione accurata della cefalea e per garantire che eventuali condizioni gravi siano trattate tempestivamente. 

Se si sospetta la presenza di una red flag, è importante contattare subito il proprio medico.

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